Recensione - Ridge Racer: Unbounded - RebooSt

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Il ritorno sulle strade di Ridge Racer non riesce purtroppo a distinguersi

Recensito il reboot della saga da parte di Bugbear

Nell’immaginario del videogiocatore, non esistono due parole più spaventose e preoccupanti di “tie-in” e “reboot”, rispettivamente la trasposizione in videogioco di una proprietà intellettuale proveniente da altri media (cinema, fumetti, letteratura) e il riavvio di una saga, mantenendo alcune caratteristiche ma rinnovando completamente il gameplay. Anche quest’ultima pratica si è affacciata spesso sugli schermi di questa generazione, ricca di nuove IP tanto quanto di riciclaggio di brand celebri del passato. Alcune di queste operazioni hanno portato a notevoli successi (basti pensare a Fallout 3), altre a parziali delusioni (Syndicate) e a malumori da parte del pubblico.

Come reboot, Ridge Racer: Unbounded fa esattamente ciò che ci si aspetta: si ispira a un grande classico e lo trasfigura, spostando l’attenzione delle gare su dettagli differenti da quelli importanti in passato e presentando alcune nuove ed interessanti idee. Di fronte a un dichiarato reboot, il discorso “non è più quello di un tempo” può valere sino ad un certo punto, in quanto per sua stessa natura il prodotto si propone di reinventare una certa saga. Purtroppo, i problemi di Unbounded sono ben altri, da ricercarsi soprattutto in un design esasperatamente dedito al riciclaggio degli stessi elementi e in una rifinitura molto approssimativa.

Il concept di Ridge Racer: Unbounded pesca da due serie altrettanto celebri nel campo delle corse arcade: Burnout, per la tendenza a enfatizzare i percorsi secondari nei circuiti e relative sequenze distruttive al rallentatore, e Trackmania, per l’imponente editor di tracciati messo a disposizione dei giocatori, con possibilità di condividere online i contenuti.

Se un tempo la filosofia di Ridge Racer era rappresentata da un’esasperata ricerca del perfetto angolo di derapata, questa nuova concezione ad opera dei ragazzi di Bugbear stravolge completamente le carte in tavola, proponendo un’esperienza di corse fracassona e frenetica, dove il modo migliore per affrontare le curve è semmai sportellare gli avversari, con conseguente addio alla sensazione “su binari” tipica della guida dei vecchi classici. La strategia non manca, dato che la derapata richiede un po’ di tempo per essere padroneggiata a dovere, e solo se ben usata permetterà di ricevere in cambio adeguate ricariche all’immancabile Turbo. Ma i suoi vantaggi non si fermano qui: attivando il boost poco prima di una collisione con un avversario o con specifici elementi dello scenario (opportunamente segnalati dall’interfaccia), sarà possibile toglierli di mezzo.

Purtroppo queste meccaniche vengono in parte compromesse da un’eccessiva casualità dei risultati di gara, laddove capiterà a volte di dare il massimo in gara e perdere miseramente all’ultima curva per un bug nel design di un circuito (gli “angoli invisibili” sono piuttosto frequenti) o per l’esagerato “effetto elastico” degli avversari, che in caso vi troviate in testa si mangeranno tutto il vantaggio in maniera spesso irrealistica. Una mancanza di bilanciamento testimoniata anche dal bizzarro livello di difficoltà: padroneggiare la derapata, come accennato, non sarà semplice, ma una volta compiuto il passo ci si troverà sempre con la barra del Turbo carica. Se a questo si aggiunge che inanellare 2 o 3 distruzioni ambientali consecutive significherà quasi sempre vincere la gara, l’esperienza finisce per non soddisfare né i giocatori casual né gli appassionati in cerca di una vera sfida. Questa indecisione sull’identità del gioco sembra riflettersi anche sui bolidi offerti, naturalmente sbloccati progredendo con le gare: caratterizzati da un modello di guida fortemente arcade, peraltro nettamente controbilanciato da una sensazione di “peso” superiore alla media, poco adatta alle derapate che scandiscono le gare.

Il design dei circuiti soffre anch’esso di un’evidente mancanza: il design “a blocchi”, scelto per supportare l’editor, porta a un selvaggio riciclo dei medesimi segmenti più e più volte, rovinando di conseguenza la scoperta dei nuovi tracciati. La divisione delle gare in diverse modalità non appare peraltro molto incisiva, dove l’unica a fare la differenza è Frag Attack, nella quale il giocatore si troverà a dover eliminare il maggior numero di avversari per vincere.

L’assegnazione di punti utili a sbloccare nuovi bolidi e segmenti di circuiti si basa su un sistema troppo "chiuso": vincere la gara garantirà spesso circa metà del punteggio complessivo, obbligando il giocatore a distruggere scenario ed avversari per accumulare quantità interessanti.

Notizie nettamente più confortanti per il comparto online. A fianco delle classiche modalità multigiocatore, a funzionare è soprattutto l’editor, seppure mantenendosi lontano dai fasti di Trackmania: partendo da una griglia di base, il giocatore potrà disporre a piacimento i blocchi (rettilinei, curve, sottopassi e via discorrendo). Spostando poi la visuale in prima persona sul tracciato appena definito, sarà possibile aggiungere dettagli come elementi esplosivi, rampe per i salti e così via. Non del tutto libero, l’editor saprà in ogni caso divertire i giocatori più dediti a queste pratiche, permettendogli inoltre di scambiare le proprie creazioni con il resto della community. Una volta creato un circuito, sarà possibile gareggiarvi nelle modalità prescelte, e sfidare naturalmente il resto dell’utenza a battere un certo record, di fatto prolungando la longevità del prodotto.

Dal punto di vista tecnico, su console Ridge Racer: Unbounded non riserva grosse sorprese. Purtroppo, i 60 FPS dei vecchi capitoli hanno lasciato il passo a un frame rate evidentemente dimezzato (il discorso chiaramente non vale per la versione PC), in nome di una grafica peraltro non strabiliante, tra evidenti compenetrazioni e effettistica piuttosto scontata.

Il ritorno sulle strade di Ridge Racer firmato Bugbear non riesce purtroppo a distinguersi: alla base c’erano delle idee indubbiamente interessanti, tra cui il takedown degli avversari e l’editor di circuiti, purtroppo l’incapacità di decidere una precisa direzione per il concept del gioco e soprattutto il mancato bilanciamento di molti aspetti del gameplay fanno di Unbounded un classico prodotto a metà, sospeso in quel limbo dove a seconda dei gusti del giocatore potrebbe rappresentare un buon investimento (la longevità certo non gli manca), ma di sicuro non un capitolo degno del nome della saga.

Tipologia di Gioco:

Ridge Racer: Unbounded è un gioco di corse arcade che della storica saga porta solo il nome: questo reboot da parte della software house Bugbear (già nota per Flatout) stravolge completamente le carte in tavola, proponendo un gameplay fatto soprattutto di utilizzo strategico del Turbo per eliminare gli avversari e sfruttare scorciatoie nei circuiti.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato la versione Xbox 360 del titolo, terminando le gare singolo giocatore e "costruendo" diversi tracciati con l'apposito editor, sui quali abbiamo poi lanciato diverse sfide online, notando come al momento la partecipazione da parte della community sia discreta.

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