Recensione - Retro City Rampage - Un compendio retrò

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Retro City Rampage è, probabilmente, la più grande opera di citazionismo videoludico mai realizzata

Recensito l'omaggio ai bei tempi andati di VBlank Entertainment...

Retro City Rampage è, probabilmente, la più grande opera di citazionismo videoludico mai realizzata, e la recensione potrebbe benissimo concludersi qui, perché è proprio questo il vero valore aggiunto della produzione, il suo cuore pulsante, la sua ragion d'essere, il motivo per il quale questo intrigante titolo nato da un'idea di Brian Provinciano e realizzato dai ragazzi di VBlank Entertainment merita, già da ora, il suo posto tra i titoli più significativi della generazione, soprattutto per chi ha qualche anno d'esperienza in più sul groppone, per i fortunati che hanno goduto appieno della cultura pop degli anni ottanta e novanta.

 

Il citazionismo è niente infatti senza un adeguato bagaglio culturale da parte del fruitore del medium, ed è proprio a chi è andato avanti a pane e pixel che il gioco suscita i ricordi più cari, sebbene riferimenti ad opere più recenti siano presenti. L'inizio dell'avventura del nostro personaggio, chiamato, in maniera geniale, Giocatore, è già clamoroso: è una rivisitazione a 8 bit della rapina che apre Batman: Il Cavaliere Oscuro, infarcita di richiami a titoli degli anni ottanta, da Super Mario Bros. 2 a Bionic Commando, da Contra a Castlevania, richiami che continueranno a susseguirsi per tutta la durata del gioco.

Verremo addestrati alla guerriglia urbana da un maggiore molto somigliante a Solid Snake, compreremo una bicicletta dalla copia sputata di Doc Louis, l'allenatore di Little Mac in Punch-Out, nonché protagonista del meme “nigga stole my bike”, incontreremo una particolare versione di Shredder, l'antagonista delle Tartarughe Ninja: il tutto, per rimettere in funzione una macchina del tempo, con l'aiuto di un bizzarro scienziato. Se avete intuito che la macchina del tempo assomiglia molto a una DeLorean, e lo scienziato, Doc Choc, dopo averlo visto, lo immaginereste esclamare “grande Giove!” da un momento all'altro, allora avete tutti i requisiti per godere al meglio di Retro City Rampage. Il che è ovviamente il più grande pregio del gioco, ma insieme il suo più grande limite, perché per chi non riuscisse a cogliere la miriade di riferimenti del gioco Retro City Rampage rappresenta “solo” un buon titolo.

L'impostazione di gioco è infatti quella tipica dei titoli sand box, e si ha un'intera città a disposizione per agire nella maniera che si preferisce. Il che, la stragrande maggioranza delle volte, significa devastarla a proprio piacimento, ed ecco che il ricordo non può andare ai primi due GTA, sia per la struttura di gioco che per la visuale adottata, a volo d'uccello. Arrecare morte e distruzione è quanto di più soddisfacente si possa fare per passare il tempo a Retro City, ed è merito di un arsenale vastissimo. Due sganassoni gratuiti sono il primo passo per un percorso di morte che culmina con il possesso, ed il relativo utilizzo, del lanciamissili. Nel mezzo: armi classiche, come pistole, mitragliatrici, fucili a pompa, armi che classiche non lo sono affatto, come la chitarra da mariachi (!), l'artiglio di Bionic Commando (!!), una particolare versione dello zaino protonico dei Ghostbusters (!!!), ottenuto dopo una missione in loro compagnia. L'alternativa è, prevedibilmente, falciare pedoni in maniera indiscriminata, ed anche lì la lacrimuccia nostalgica è in agguato, perché farlo con un camion dei rifiuti, uno schiacciasassi, un carro armato, è divertente, farlo alla guida delle versioni del gioco del Generale Lee, della Ecto-1, di KITT, è tutt'altra cosa.

L'utilizzo di una particolare arma, o di un veicolo, in determinate circostanze, costituisce il cuore delle missioni secondarie delle quali la città è costellata, che si risolvono nella maggior parte con l'ammazzamento del maggior numero di persone possibile, in un lasso di tempo prestabilito: a seconda delle proprie prestazioni, ci si vedrà elargire una medaglia. La varietà di queste fasi è poca, solo alcune sono realmente intriganti, ed a lungo andare riaffrontarle (ma sono facoltative) risulta ripetitivo.

 

Oltre questo, la città offre poco divertimento, anche  vasta com'è, ed a parte agire sulla personalizzazione del personaggio, del quale si può cambiare il copricapo, o la capigliatura, tra una miriade di soluzioni esilaranti, c'è veramente poco da fare, e ci si troverà presto a seguire esclusivamente le missioni della storia principale. Per fortuna queste sono molto più varie delle sfide prima descritte, toccano livelli di follia incredibile, spaziano su un nutrito numero di generi, dal platform allo shooter, rendendo l'esperienza di gioco sempre fresca, tenendo il giocatore impegnato a lungo, anche per un elevato tasso di sfida. In omaggio ai bei tempi andati infatti, Retro City Rampage non si fa problema alcuno nel proporre fasi di difficoltà importante, in alcuni casi estrema, ma raramente, mentre si vede aumentare il numero di morti del giocatore e di Giocatore (ironicamente riportate in una schermata che recita a caratteri cubitali: “congratulazioni, sei morto!”), si arriva alla frustrazione che mette in pericolo la salute del joypad (assolutamente consigliato il suo utilizzo, anche su PC) o della tastiera. Ecco, contro il boss finale lì, roba da staccare pezzi d'hardware a morsi, ma gl'è concesso, visto che è l'ultimo sforzo prima dei titoli di coda. Titoli di coda che, indicativamente, giungeranno dopo una dozzina d'ore di gioco, seguendo la storia e lasciandocisi andare occasionalmente all'ignorante e spensierato massacro della popolazione.

Dal punto di vista tecnico, il lavoro su Retro City Rampage è stato ottimo. Il titolo è realizzato interamente in 8 bit, ma con una cura al dettaglio, alla caratterizzazione dei personaggi, ai colori utilizzati, che rende il gioco gradevolissimo anche agli occhi del giocatore moderno, che non può poi rimanere indifferente al suo stile così gradevolmente retrò. Splendida chicca, la possibilità di utilizzare diversi filtri sulla grafica del gioco, modificandone per esempio la tonalità dei colori, più altre gustose soluzioni che trovate nelle opzioni e che non vi vogliamo interamente svelare. Simil discorso va fatto per la colonna sonora del gioco, composta da brani ovviamente chiptune, buoni per qualità e varietà, sebbene pochi di essi rimangano in effetti in testa. Innegabile è il connubio tra direzione artistica, colonna sonora e gameplay, nessun elemento appare fuori posto, tutto è coerente, e ciò che non fa altro che valorizzare ulteriormente il carattere nostalgico, citazionista, ironico, pop, di un'opera della quale tutti dovrebbero almeno provare a godere.

Tipologia di Gioco:

Retro City Rampage è un action ad impostazione sand box, ma offre fasi di gioco di vario genere.

Come è Stato Giocato:

Per testare il gioco abbiamo utilizzato un codice di review gentilmente fornitoci dallo sviluppatore; abbiamo completato l'avventura principale in circa dodici ore, lasciandola ogni tanto da parte per divertirci in giro per la città. Abbiamo fatto anche alcune partite in modalità libera, con dei personaggi sbloccabili.

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