Recensione - Resident Evil Revelations 2
Resident Evil Revelations 2 propone per la prima volta la serie Capcom con una formula episodica: la nostra recensione
E' giusto che la collocazione di un titolo in un genere o in un altro non possa essere un fattore in base al quale valutarne la qualità, ma è vero anche che cercare di dosare nel gameplay con efficacia elementi di differenti origine è complesso, e richiede un equilibrio assoluto, e spesso le produzioni che provano ardite sintesi falliscono nel creare impianti di gioco pienamente convincenti. Che è anche quello che succede a Resident Evil Revelations 2, così come ai suoi ultimi predecessori della serie regolare, perché se Resident Evil 4 c'era riuscito per davvero nell'impresa, di lì in poi il bilancino ha iniziato a pendere troppo verso una componente shooter basilare. Il problema non è quindi la scelta tra survival horror o sparatutto, ma è il rimanere nel mezzo e non avere adeguati sostegni ludici. E la struttura episodica di Revelations 2 amplifica ulteriormente questo problema.
Per la prima volta nella storia della serie Capcom decide infatti di suddividerne un capitolo in quattro differenti parti, nelle quali ci si alterna nel controllo di due coppie: la prima è quella composta da Claire Redfield e Moira Burton, la seconda da Barry Burton e Natalia Korda. Volti vecchi e nuovi dunque, e non vi sveleremo l'intreccio che sta alla base di questa suddivisione, per non farvi incorrere in alcun spoiler, considerato poi che la trama è uno degli aspetti positivi della produzione, essendo per niente cervellotica ma comunque piacevole da seguire, e con qualche gustoso colpo di scena. Ludicamente la suddivisione in coppie è supportata dalle diverse facoltà a disposizione del secondo personaggio, che si può passare a controllare semplicemente con la pressione di un pulsante. Claire e Barry sparano, i loro compagni li aiutano: Moira può arrampicarsi, illuminare zone oscure con la propria torcia, svelando così anche oggetti nascosti, forzare casse e scardinare porte; la piccola Natalia invece ha un dono molto particolare, quello di individuare i nemici e scoprire i punti deboli, dono che si rivelerà essere utile specialmente contro certi mostri. Nel complesso l'introduzione di questa novità non trova però la sua ragion d'essere: utile a variare un po' l'esperienza di gioco, ma è sfruttata davvero giusto in una manciata di nemmeno troppo ispirate situazioni (vi lasciamo quindi immaginare quanto sia divertente il multiplayer cooperativo locale).
"cambiare prospettiva otto volte in quindici ore di gioco da un lato intriga il giocatore, con cliffhanger gustosi, ma dall'altro spezza fastidiosamente il senso della progressione ludica"[caption id="attachment_140790" align="aligncenter" width="600"] Resident Evil Revelations 2 - screenshot[/caption]
Si arriva alla fine della storia di Resident Evil Revelations 2 tutto sommato soddisfatti, lasciandosi subito alle spalle l'inconsistenza del primo episodio, continuando per una parte centrale interessante e concludendo con un degno epilogo, ma consapevoli che non si tratti di un titolo imprescindibile all'interno della serie e certamente inferiore al suo predecessore diretto, ma c'è ancora spazio per qualcosa, ovvero per una modalità Raid solidissima. In Raid si spara e basta, si affrontano livelli in successione sterminando orde di mostri, crescendo di livello, ottenendo armi e potenziamenti, e la presenza di questa modalità rappresenta un grande valore aggiunto.
In campo tecnico Resident Evil Revelations 2 non presenta spunti degni di nota. Meglio il comparto audio di quello visivo: doppiaggio, colonna sonora ed effetti ambientali sono discreti, mentre graficamente il gioco mostra un livello qualitativo soddisfacente e niente più, evidenziando uno sviluppo portato avanti con risorse comunque ridotte. In quest'ottica si potrebbero lasciar passare parzialmente questo ed altri difetti di una produzione tutto sommato godibile; se pensiamo però che il primo Revelations era venuto meglio, e probabilmente con un investimento simile, se non addirittura inferiore, emerge allora tutta la limitatezza di un'operazione non pienamente riuscita.