Recensione - Red Goddess: Inner World

Una giovane dea in cerca di vendetta e redenzione: la recensione di Red Goddness: Inner World

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Non c’è niente di peggio, in campo artistico, della mediocrità, della superficialità, del pressappochismo. Sì, perché se si decide di presentarsi al proprio pubblico come l’ennesimo studio indie che, grazie all’aiuto di Kickstarter, ha tutte le buone intenzioni di offrirci un prodotto dal gusto atipico ed esotico, bisogna anche essere sicuri di avere sufficiente forza, ispirazione e talento per realizzare i propri intenti. Non vogliamo certo mettere in dubbio le buone intenzioni dei ragazzi che compongono Yamin Studio, una decina di giovani e volenterosi sviluppatori spagnoli alla loro prima esperienza nella creazione di un progetto partendo da zero, ma è certo che come biglietto da visita Red Goddess: Inner World ha valore solo se rapportato all’effettiva inesperienza del team.

Difficile individuare un aspetto che riesca a convincere, esattamente come si fatica a definire il gioco un totale disastro. Il problema, in fin dei conti, è proprio questo: non c’è niente che non vada, non c’è niente che, superati i primi ostacoli, invogli il videogiocatore a scavare ancora nella memoria perduta della protagonista.

[caption id="attachment_145266" align="aligncenter" width="508"]Red Goddess Inner World screenshot 1 Investendo parte delle monete raccolte nei vari negozi dei villaggi in cui vi imbatterete potrete incrementare vita e mana.[/caption]

Divine è una giovane dea a cui è stato sottratto tutto: poteri, ricordi, il calore della sua famiglia. L’intero ordine dell’universo è stato stravolto dalla ribellione di oscuri e misteriosi demoni che, tra le altre cose, hanno trucidato genitori e sorella della ragazza che ora si trova costretta a vagare per le lande di un mondo bizzarro, nel tentativo di recuperare le forze per sferrare il suo contrattacco, vendicare i suoi cari e riportare pace e giustizia. La trama utilizza flashback interattivi e una voce fuori campo, che ricorda moltissimo quella di Bastion, per narrarci le gesta di Divine. Nonostante i due espedienti utilizzati, la narrazione non riesce a creare quella fascinazione che pur tenta di suscitare nel pubblico. Manca epicità, mistero, reale poesia. L’Inner World, a cui fa riferimento il titolo del gioco, è il mondo interiore della protagonista stessa e suggerisce che l’intera avventura altro non è che un viaggio introspettivo alla ricerca di un potere che, di fatto, Divine già possiede, ma di cui deve prenderne piena consapevolezza. Un’idea intrigante che tuttavia non trova alcun riscontro all’atto pratico. Gli artisti di Yamin Studio si sono accontentati di disegnare qualche scorcio ammaliante, abbondando di forme arrotondate e contorni lievemente sfumati, ma non c’è traccia di originalità né di coraggio. La stessa trama non affronta con il dovuto pathos le ripercussioni psicologiche che pur introduce e rende parte integrante del gameplay.

"si ha la costante sensazione che i ragazzi di Yamin Studio abbiano seguito un buon corso di level design che gli ha dato ottime basi e conoscenze, ma che non abbiano saputo infondere creatività e genio alla loro piccola creatura"

Divine può assumere tre diverse forme. In quella umana usa la telecinesi e sfodera le sue spiccate doti atletiche per compiere doppi salti e arrampicarsi su alcune pareti. Dando sfogo alla rabbia o alla paura, al contrario, si tramuta in una sorta di mostro potendo così abbattere nemici e ostacoli del corrispettivo allineamento. Dal momento che doti e poteri dell’eroina si incrementeranno nel tempo e che il mondo di gioco si presenta come un unico, gigantesco scenario, quello che sulle prime si presenta come un canonico action/platform bidimensionale si tramuta piuttosto in fretta nel più classico dei Metroidvania dove, raccogliendo un certo quantitativo di prismi magici, potrete esplorare progressivamente nuove aree e sentieri.

[caption id="attachment_145268" align="aligncenter" width="508"]Red Goddess Inner World screenshot 2 Le ambientazioni, purtroppo, non spiccano per varietà: l’Inner World tende ad essere fin troppo ripetitivo.[/caption]

Purtroppo anche dal punto di vista ludico le perplessità si sprecano. Il level design non solo sfigura con i mostri sacri del genere, ma fatica a reggere il confronto con produzioni contemporanee come Guacamelee! o Shantae: Risky's Revenge. Il combat system, oltre a non essere supportato a dovere da un sistema di controllo che spesso perde qualche colpo, si rivela piattissimo e per nulla coinvolgente. Persino il motore grafico, tra rallentamenti e lunghissimi tempi di caricamento, fa di tutto per smorzare il divertimento. Non mancano momenti lievemente più impegnativi e interessanti, fortunatamente, ma si tratta di brevissimi lampi in un mare di sequenze già viste altrove o semplicemente troppo “classiche” e standard per lasciare il segno. In breve, si ha la costante sensazione che i ragazzi di Yamin Studio abbiano seguito un buon corso di level design che gli ha dato ottime basi e conoscenze, ma che non abbiano saputo infondere creatività e genio alla loro piccola creatura.

[caption id="attachment_145270" align="aligncenter" width="508"]Red Goddess Inner World screenshot 3 Non mancano, naturalmente, sezioni particolarmente frustranti non tanto per l’alto numero di vite che perderete nel tentativo di superarle, quanto per i lunghissimi tempi di caricamento.[/caption]

Nel panorama sempre più affollato della scena indie, senza citare l’ormai inflazionato genere dei Metroidvania, o hai davvero qualcosa di nuovo da dire o finirai per essere sommerso e dimenticato dal quantitativo spropositato di progetti che giornalmente vengono lanciati su Kickstarter. Questa, purtroppo, è la sorte che toccherà al debole e mediocre Red Goddness: Inner World. Sforuntamente la creatura della software house spagnola non brilla in nessun aspetto e potrà far gola solo agli irriducibili del genere in fortissima e gravissima astinenza. Per tutti gli altri c’è già di meglio negli store digitali di qualsiasi console e PC. Basta cercare.

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