Recensione - Pikmin 3 - Ritorno alla natura

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Oltre ad una componente ludica di assoluta qualità, Pikmin 3 offre anche alcuni spunti di riflessione, anche qui nel pieno rispetto della tradizione della serie

Recensito l'attesissimo ritorno degli esserini di Nintendo

Leggenda vuole che la serie Pikmin sia nata, nella mente dell'iconico game designer Shigeru Miyamoto, mentre stava curando il proprio giardino, tra piantine e piccole insetti. E' quanto lo stesso Miyamoto ha sempre affermato, e c'è da credergli, visto che le sue migliori idee sono sempre venute fuori grazie a momenti ed episodi particolari. Pikmin è, in tutto e per tutto, un suo prodotto, qualcosa che solo lui avrebbe potuto concepire, tanto per le dinamiche, tanto affini a quelle di uno strategico, ma che non disdegnano elementi di gioco provenienti da ben altri generi, quanto per le atmosfere ed i significati nascosti, che donano all'opera ulteriore profondità. Sono questi i motivi per i quali il terzo episodio della serie, dopo il solo buono secondo, era atteso dagli appassionati con fervore e, finalmente, possiamo parlarvene.

L'incipit della trama è quello, già collaudato, tipico della serie, che vede la navicella con a bordo Charlie (il capitano), Alph (l'ingegnere) e Brittany (la botanica) schiantarsi su di un pianeta sconosciuto. Partiti quindi dal loro sofferente mondo d'origine, Koppai, per trovare nello spazio remoto un pianeta dotato di cibo, da riportare a casa, si ritrovano divisi ed in pericolo in una terra sconosciuta. Ovviamente, è grazie ai pikmin che si salveranno, ed i primi giorni di gioco, nei quali ci s'alterna al controllo ora dell'uno, ora dell'altro personaggio, fungono da tutorial efficace e mai noioso.

Diventa subito chiaro come la sostanza del gameplay vari molto poco rispetto a quella dei titoli precedenti. In un mondo inquadrato dall'alto si muovono equipaggio e pikmin, facendosi strada tra pericoli e mostri, al fine di recuperare quanta più frutta possibile, necessaria per salvare la popolazione di Koppai, che ha quasi esaurito le risorse del loro pianeta. Le dinamiche di gioco sono facilissime, con il lancio del pikmin come chiave di volta del gameplay. Per attaccare nemici, distruggere muraglie, recuperare oggetti e frutta, risolvere piccoli enigmi, bisogna semplicemente premere un tasto, quello che scaglia il pikmin nella direzione desiderata. Un sistema semplicissimo ed insieme estremamente versatile, che garantisce grande immediatezza e facile padronanza. Ogni tanto, utilizzando il sistema di controllo che prevede il solo GamePad, e non magari quello che prevede l'abbinata Wiimote e Nunchaku, si hanno alcuni piccoli problemi di precisione, visto che la mira non è deputata, come si potrebbe pensare, all'analogico destro, ma a quello sinistro, che è anche quello che fa muovere il proprio personaggio. Una soluzione bizzarra, che non provoca particolari problemi per la maggior parte del gioco, ma nelle fasi più concitate, come le battaglie con i boss, può dare qualche grattacapo.

La più grande novità di Pikmin 3 è certamente la possibilità di dividere la propria squadra, utilizzando per ogni gruppo di esserini un membro dell'equipaggio, soluzione che apre la via ad una maggiore pianificazione dell'azione ed approfondisce la componente strategica del gameplay. Grazie ad un'apposita funzione, che permette di indicare ad una squadra il punto da raggiungere, si può quindi dislocare in un'altra parte della mappa un gruppo, controllando direttamente un altro. Ancora, è così possibile muoversi ed esplorare zone sopraelevate, lanciando un membro dell'equipaggio, visto che i pikmin da soli non vanno da nessuna parte, ma hanno sempre bisogno di una guida. Ci pensa il level design a rendere questa possibilità, intrigante sulla carta, soddisfacente nella realtà: si fa la spola tra cinque aree diverse, ed ognuna di queste è ottimamente realizzata. Si tratta di zone ampie, piacevoli da esplorare, nelle quali è necessario sfruttare tutte le potenzialità dei pikmin per andare avanti.

Come chi ha già giocato i primi due titoli della serie già saprà, infatti, ogni tipologia di pikmin ha la sua peculiarità. I pikmin rossi sono resistenti al fuoco ed efficaci in combattimento, i gialli resistono all'elettricità (che possono anche condurre) e possono essere lanciati più in alto degli altri, i blu sono gli unici capaci di andare in acqua; scompaiono i viola ed i bianchi del secondo capitolo, al loro posto quelli roccia, necessari per spaccare barriere e depositi di cristalli particolarmente resistenti, e quelli rosa, capaci di volare. Avere sempre una squadra contenente ogni tipologia è fondamentale sia nei combattimenti, perché ogni mostro ha le sue debolezze, sia per risolvere gli enigmi ambientali: non c'è mai da spremersi troppo le meningi, perché è sempre abbastanza chiaro cosa fare per venirne a capo, ma offrono sempre una piacevolissima variazione rispetto all'azione. Dietro queste situazioni c'è solitamente tanta inventiva, ed ecco quindi che bisogna utilizzare dei pikmin gialli per condurre elettricità da una batteria ad una lampadina, quelli volanti per sollevare oggetti che sotto nascondono chissà cosa, quelli rossi per esplorare caverne fiammeggianti. Alcuni dei momenti migliori, per concezione, sono le battaglie con i boss: anche qui, utilizzare tutti i tipi di pikmin a disposizione è necessario, spesso in maniera sorprendente, e queste lunghe ed estenuanti battaglie si rivelano particolarmente divertenti. Tutte le novità introdotte in Pikmin 3, quindi, sono di rilievo e totalmente apprezzabili.

Oltre ad una componente ludica di assoluta qualità, Pikmin 3 offre anche alcuni spunti di riflessione, anche qui nel pieno rispetto della tradizione della serie. Pur con i toni niente affatto drammatici del gioco, si affrontano questioni che non passano inosservate al giocatore. Non c'è solo, nel titolo Nintendo, la celebrazione della natura, della sua bellezza, visto il colpo d'occhio che regalano le ambientazioni di gioco, come delle sue dinamiche più crudeli: da soli i pikmin sono vittime dei grandi predatori, in gruppo diventano letali, e per aumentare il proprio numero utilizzano i corpi degli animali sconfitti. L'equipaggio proveniente dal pianeta Koppai, nel mondo dei pikmin, è un elemento estraneo, che provoca una rottura nell'equilibrio naturale; inoltre, proviene da un luogo depredato delle sue risorse in maniera drammatica dai suoi abitanti.

Forse primo in assoluto, Pikmin 3 mostra le potenzialità di Wii U. Graficamente il titolo è un verso spettacolo, che beneficia enormemente dell'alta risoluzione, vista la minuzia degli esserini e la quantità di dettagli delle ambientazioni. Come detto, gli scenari naturali offrono scorci molto belli, e la natura rigogliosa del pianeta è in un ruolo di primazia assoluta, ottimamente realizzata dal punto di vista tecnico e sapientemente resa coerente dalla direzione artistica del gioco. Non solo i pikmin, ma animali vecchi e nuovi fanno la loro apparizione, rendendo credibile un ecosistema particolarissimo ma sorprendentemente credibile. Sono le texture a fare il grosso del lavoro, e qualche effetto impreziosisce l'impatto grafico complessivo. Ottima anche la colonna sonora del gioco, composta da non molti brani, ma che offre melodie sempre attinenti alle atmosfere del gioco, e di alto livello risultano anche gli effetti sonori, quelli ambientali così come i versi dei pikmin e degli altri esseri che ne popolano lo straordinario mondo.

 

 

Tipologia di Gioco:

Pikmin 3 è uno strategico sui generis, nel quale bisogna controllare un piccolo esercito di pikmin, piccoli esserini dalle molteplici possibilità, per esplorare un vasto mondo di gioco.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo completato una prima volta la modalità storia in circa dodici ore, recuperando gran parte della frutta sparsa sul pianeta, ed una seconda in circa 16, completando il gioco al 100%. Il gioco ci è stato gentilmente fornito da Nintendo, tramite codice eShop.

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