Recensione - Mortal Kombat PSVita - Fatality portatili

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Nonostante le ovvie limitazioni di PSVita, Mortal Kombat, non rinuncia al suo tratto più caratteristico, ovvero la violenza elevata a cifra estetica

Recensita la versione portatile del picchiaduro più sanguinario del mondo...

Saga anni ‘90 per eccellenza, Mortal Kombat rappresenta per molti giocatori una specie di guilty pleasure. Tutti i giochi della serie, infatti, hanno sempre nascosto alcune carenze di gameplay abbastanza palesi dietro un abito gore sopra le righe e d’impatto. Le fatality sono entrate nel linguaggio comune, così come l’ormai iconica scena di Sub - Zero che strappa la spina dorsale agli avversari. Midway, insomma, rispondeva ai tecnicismi di Street Fighter e delle altre produzioni nipponiche con un beat ‘em up più caciarone ma non per questo meno impegnativo, dove alla violenza figurata si sostituiva un’esagerazione degli scontri, costruendo, rispetto all’arte marziale, un rapporto meno devozionale ma più fisico.

Dopo qualche anno di esperimenti e capitoli poco riusciti, il franchise è tornato alla ribalta nel 2011 con l’ottimo reboot curato da NetherRealm per Warner Bros Interactive, il primo titolo della serie a saper unire il gusto gore classico della serie, con un ottimo gameplay bidimensionale ma tecnicamente molto solido, basato sull’Unreal Engine 3. Ora, Mortal Kombat è sbarcato anche su console portatile con questo episodio dedicato alla neonata PSVita che ci permetterà di soddifare la nostra sete di ossa spezzate, lame in gola ed emorragie interne anche quando siamo lontani dal divano e dalle console casalinghe.  I ragazzi di NetherRealm, nell’approcciarsi a questa versione PSVita di Mortal Kombat hanno fatto una scelta abbastanza in controtendenza rispetto ai porting classici da console casalinga, il gioco, infatti, anziché configurarsi come una versione “lite” o adattata del fratello maggiore, si presenta fin dalle primissime battute come la controparte diretta del suo equivalente in HD, riprendendone in pari struttura e meccaniche. Ritroviamo così lo story mode che ci permetterà di rivivere gli eventi dei primi tre capitoli classici della saga, seguendo il tentativo di Raiden di cambiare il futuro grazie a un messaggio ricevuto dalle mani de se stesso sconfitto dal malvagio Shao Khan. Lo story mode, dunque, ci metterà nei panni di vari personaggi classici, da Johnny Cage a Liu Kang, passando per Jade, Kano, Raiden, Sub Zero e tutti gli altri, permettendoci sia di testare i vari stili di combattimento, sia di prendere confidenza con il sistema di controllo. NetherRealm infatti, ha deciso molto saggiamente di non lanciarsi in strane ibridazioni con il touchscreen, l’uso del touchpad posteriore o altre amenità; i controlli di Mortal Kombat su PSVita ricalcano con esattezza quelli che abbiamo imparato a conoscere e ad amare in tutti i capitoli classici della serie, ovvero l’uso del dorsale destro per le parate, e i quattro tasti frontali divisi fra calcio alto/basso e pugno alto/basso. Come già accadeva anche nell’episodio precedente, anche su PSVita ritroviamo la barra Super Meter da caricare parando i colpi o mettendo a segno più attacchi possibile che ci permetterà di eseguire le varianti più potenti delle combo a nostra disposizione.Nonostante le ovvie limitazioni di PSVita, Mortal Kombat, non rinuncia al suo tratto più caratteristico, ovvero la violenza elevata a cifra estetica; anche qui potremo goderci le fatality meglio riuscite con l’azzeccatissima kill cam in bianco e nero che sottolinea (con tanto di effetti sonori abbastanza inquietanti) i colpi migliori e i loro effetti sul malcapitato avversario. Per chi si stanca in fretta degli scontri classici, inoltre, NetherRealm ha pensato bene di inserire due modalità chiamate “Torri della sfida” in cui, per poter sbloccare alcuni contenuti extra come costumi, filmati e artwork di vario tipo, ci sarà richiesto di raggiungere determinati obiettivi come mandare a segno un certo numero di combo in poco tempo, o resistere contro avversari decisamente più forti di noi, oppure ancora evitare determinate trappole. La varietà di situazioni proposte è piuttosto buona e, ancora una volta, siamo davanti a un buon modo per introdurre qualcosa di alternativo nel mondo dei picchiaduro senza, tuttavia svilire l’animo intimamente tecnico del genere. Dal punto di vista della grafica, Mortal Kombat su PSVita fa la sua figura e, pur dovendo rinunciare ai 60 fps del fratello maggiore, l’Unreal Engine 3 da l’ennesima prova della sua versatilità, offrendoci un picchiaduro solido, veloce e pressoché privo di problemi grafici; forse i programmatori avrebbero potuto osare qualcosa di più per quanto riguarda la modellazione poligonale dei lottatori, a tratti davvero povera, tuttavia PSVita è un sistema ancora da esplorare per buona parte degli sviluppatori, dunque non vogliamo concentrarci troppo su quest’aspetto. Quello che delude - e che deludeva anche in Mortal Kombat su Xbox 360/Playstation 3 - è il sonoro, il doppiaggio italiano, per quanto abbastanza curato, propone delle voci inascoltabili, quasi da cartone animato che, oltre ad essere spesso fuori sincrono rispetto al labiale originale, riescono a levare completamente tutto il senso di epicità che il gioco vorrebbe trasmettere. Un’opzione per ripristinare l’audio originale in inglese sarebbe stata gradita, soprattutto perché, nello story mode, i filmati sono in pessimo italiano, ma le battute e i commenti durante la lotta sono in inglese, dando luogo a una discrasia abbastanza fastidiosa.  Chiudendo, Mortal Kombat è un ottimo picchiaduro che, senza cercare di inventarsi nulla di nuovo trasporta pari pari l’esperienza ludica delle console casalinghe su portatile. Ci sentiamo di consigliarlo a tutti gli amanti del genere e a chi desidera un beat em up impegnativo ma meno tecnico di Street Fighter anche se la violenza eccessiva, il gore e certe tematiche potrebbero non essere apprezzabili dai palati più delicati. Tipologia di Gioco:

Mortal Kombat è un picchiaduro classico ad alto tasso di violenza in cui dovremo scontrarci con oltre venti lottatori in un torneo destinato a decidere quale dovrà essere il futuro del mondo. Fatality, mosse sanguinarie e un'estetica molto gore sono da sempre i caposaldi della serie.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato il gioco completando la modalità arcade (qui rinominata sKalata) con tre personaggi diversi e finendo lo story mode (che prevede l'uso di alcuni character specifici). Per quanto riguarda la torre delle sfide, abbiamo finito le sfide principali ed esplorato, senza tuttavia averle vinte tutte, quelle extra.

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