Recensione - Mass Effect 3 - La fine è il mio inizio

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Mass Effect, inteso come saga, ha saputo mantenere nel corso degli anni una coerenza stilistica, tematica e ludica che nessun gioco era mai stato in grado anche solo di concepire

Recensita la conclusione dell'epica avventura del Comandante Shepard

Le nubi di fumo si alzano verso l’alto, mentre in lontananza si scorge il profilo di una città in fiamme. Nel centro della foresta di grattacieli e strade, una figura immane, simile a una medusa si muove lenta, quasi sacrale, compiendo silenziosamente il suo dovere di morte e distruzione.Qualche soldato cerca di contrattaccare, i civili fuggono e in cielo la flotta aerospaziale terrestre, dispiegata al gran completo, organizza un’ultima disperata difesa. I Razziatori sono sulla Terra. Nessuno è al sicuro.Parlare di Mass Effect significa tracciare un bilancio complessivo non solo della trilogia videoludica più importante degli ultimi dieci anni, ma è un’occasione unica per tracciare una linea ideale che collega tute e tre le fasi di questa generazione, l’esordio dei primi anni duemila, la maturità tecnico/artistica e infine l’oggi, in cui due macchine che si stanno avviando al tramonto offrono ai giocatori i capitoli finali delle saghe più significative. Mass Effect 3, vuoi perché arrivato quasi per ultimo, vuoi per la sua portata immaginifica, racchiude in sé tutti i pregi, le contraddizioni e le scommesse che EA ha sperimentato nel corso degli ultimi cinque anni. Il gioco di BioWare non è soltanto l’epica conclusione di una delle storie più amate dai giocatori di tutto il mondo, è qualcosa di più, che nel rappresentare il canto del cigno di Xbox 360 e Playstation 3 offre un primo timido spunto sul domani che verrà e sul futuro dei giochi occidentali. La terza avventura del Comandante Shepard non ha spazio per le mezze misure, la galassia che avevamo conosciuto nei primi due capitoli è cambiata profondamente, con l’arrivo dei Razziatori l’utopia tecnocratica del governo della Cittadella ha mostrato tutti i suoi limiti e chiunque, dagli orgogliosi Turian, fino ai Krogan e alle sempre altere Asari stanno fronteggiando una minaccia tanto grande da essere quasi incomprensibile, un orrore così drammatico e al tempo stesso freddo da non poter neppure venire spiegato. La guerra ha cambiato tutto, pianeti un tempo verdi e popolati si sono ridotti a deserti bui, mentre tutte le razze senzienti cercano disperatamente di difendere i propri confini dall’arrivo dell’apocalisse. Nel ruolo di Shepard dovremo, senza nessuna certezza di riuscirci, tentare di raccogliere intorno a noi un’alleanza abbastanza vasta ed eterogenea da poter attaccare in maniera coordinata i razziatori, muovendoci sul filo che separa le operazioni militari dalla politica, la furbizia dalla diplomazia, il male dal bene. Anche il comandante, però, non è più lo stesso, il periodo passato con Cerberus l’ha fiaccato psicologicamente, mentre addirittura i suoi alleati più fedeli a volte dubitano dell’effettiva possibilità di riuscire in quella che appare come una corsa contro il tempo e contro l’inevitabile.Senza voler svelare altro della (bellissima) trama che fa da sfondo alle nostre gesta, basti sapere che Mass Effect 3 fa crescere e porta a compimento tutto quanto c’era di buono nei precedenti capitoli, accompagnandoci per mano verso una conclusione che - ne siamo certi - non deluderà né i fan di vecchia data né chi si avvicina oggi per la prima volta al franchise. BioWare, nel concludere la sua space opera, tuttavia, non ha voluto rinunciare ad alcune strutture narrative di base che i giocatori esperti ormai conoscono bene: Shepard dovrà di nuovo vagare per la Via Lattea alla ricerca di alleati e compagni d’arme, mentre la nostra amatissima Normandy fungerà sempre da hub ludico centrale, sia per interagire con i nostri commilitoni che per organizzare al megio le nostre avventure. Rispetto ai due giochi precedenti, tuttavia, è stata posta un’enfasi molto maggiore sull’andamento “globale” (anzi, galattico) del Conflitto con i razziatori; per questo motivo uno dei nostri chiodi fissi sarà la sala strategica in cui, oltre a poter vedere una tabella riassuntiva delle forze a nostra disposizione, potremo valutare la tenuta dei vari fronti e, eventualmente, rafforzarne uno o l’altro. Tutto questo non significa, naturalmente, che Mass Effect si sia trasformato in un RTS o peggio, però la presenza di questa nuova interfaccia contribuisce a dare un senso di “ineluttabilità” dello scontro e ci costringe ad essere molto, molto più cauti nell’approccio con le altre razze, e soprattutto con i loro leader. Una risposta sgarbata al Consigliere Salarian potrebbe voler dire una diminuzione dei rifornimenti alla flotta, mentre qualsiasi altra azione è potenzialmente in grado di innescare una reazione a catena con influssi determinanti sull’andamento della guerra. In sostanza, sembra che gli sviluppatori abbiano voluto costruire due livelli narrativi sovrapposti, il primo - più classico - riferito a Shepard e alla sua missione principale, mentre il secondo cerca di dare più un contorno epico all’intera avventura. Come sempre accade con i titoli Bioware l’enfasi posta sulla regia e sulla sceneggiatura è encomiabile: i filmati d’intermezzo così come i frequentissimi dialoghi, oltre a essere doppiati in maniera eccellente, sono girati e fotografati con la stessa perizia che ci aspetteremmo da un film piuttosto che da un videogioco. Anno dopo anno i creativi di Edmonton hanno affinato sempre più la loro visione, rendendo le varie specie aliene sempre più credibili e costruendo attorno ai personaggi principali non un semplice “rumore di fondo”, delle quinte di cartongesso, ma un mondo reale, solido e coerente, in cui l’avventura di Shepard è di certo la più importante, ma non l’unica. Dal punto di vista ludico, Mass Effect 3 non rompe con i suoi predecessori, in particolare con il suo antenato diretto, ovvero il secondo capitolo. Chi non aveva apprezzato la svolta action di ME2, purtroppo non troverà consolazione con questo nuovo capitolo, BioWare ha reso le dinamiche di gioco ancora più fluide integrando meglio le coperture dinamiche con la gestione della squadra e con l’uso dei vari poteri biotici. Questo ha portato a un’ulteriore semplificazione della componente ruolistica, ora ridotta davvero al minimo indispensabile: si possono ancora scegliere i vari potenziamenti, ma gli skill tree per ogni personaggio sono composti solo da nove slot, tutti più o meno equivalenti fra loro. Allo stesso modo la gestione dell’inventario è pressoché nulla, così come l’uso del nuovo equipaggiamento. Tutte queste scelte faranno storcere il naso agli appassionati di GDR classici, tuttavia BioWare non ha mai fatto mistero di voler seguire un approccio che va in una strada totalmente opposta rispetto a quella di Bethesda o altre compagnie. Laddove Skyrim propone, di fatto, un gigantesco sandbox pieno di storie diverse, Mass Effect 3 nasconde al giocatore tutta la parte “tecnica” e ci chiede di concentrarci solo ed esclusivamente sui nostri personaggi e sulla nostra avventura. Il cuore del gioco non sono i combattimenti o le statistiche, ma i dialoghi e le situazioni che vengono a crearsi in ogni momento, in cui una parola di troppo potrebbe dare vita a situazioni totalmente impreviste, oppure salvare la vita a un nostro alleato in pericolo o, più semplicemente, farci capire meglio la cultura e la storia del luogo che stiamo visitando. Mass Effect 3, pur non lesinando in momenti d’azione memorabili (il primo assalto ai Razziatori è qualcosa di fenomenale) articola il suo gameplay attorno a qualcosa di completamente diverso, qualcosa che solo la Square dei tempi d’oro di Final Fantasy VII, era riuscita a portare nell’arido mondo del gaming: il sentimento vero e un senso genuino di attaccamento ai personaggi. Tutti i comprimari, nonché Shepard stesso, non sono mai macchiette o meri ammassi di poligoni e texture, hanno personalità, caratteristiche proprie e un’empatia tutta particolare. Se già in ME2 perdere un PG era una tragedia, qui vi assicuriamo che la situazione è ancora più complessa, e il gioco, a tratti sadicamente, non perdona neppure il più piccolo sbaglio sin dalle primissime ore. Fra le tante sperimentazioni, BioWare ha anche inserito due feature che, quando furono presentate all’E3 di un paio d’anni fa, fecero alzare più d’un sopracciglio, ovvero il controllo dei compagni di squadra tramite Kinect e una modalità multiplayer cooperativa. Sulla prima non c’è molto da dire, i comandi vocali funzionano abbastanza bene ma il problema rimane sempre quello, chi ha voglia di mettersi (da solo) a parlare con il televisore? Esatto, nessuno. Riguardo le missioni co - op, invece il discorso è un po’ più complesso: nessuno di questi livelli, infatti, è in alcun modo correlato con la vicenda principale e non interpreteremo alcun personaggio principale, tuttavia la riuscita o meno della missione potrà causare piccoli mutamenti all’interno della trama single player di ME3, facilitando o rendendo più complesso il raggiugimento del nostro obiettivo finale. L’idea è intrigante, tuttavia rimane appena abbozzata e, probabilmente, è meglio così, dato che non tutti i fan di Mass Effect hanno la voglia e il tempo per impegnarsi anche in una modalità cooperativa. Passando al lato tecnico, i grafici BioWare sono stati davvero in grado di cavare il sangue dalla rapa, portando l’Unreal Engine (qui in versione 3.5) fino ai suoi limiti strutturali. Pur mancando della pulizia visiva di un Uncharted o di Gears of War (che, però, non dimentichiamolo, sono esclusive), Mass Effect 3 riesce a costruire un mondo vivo e dinamico senza bisogno di ricorrere a trucchi o artifici: l’orizzonte visivo è sempre lunghissimo e la modellazione poligonale dei personaggi (soprattutto dei volti) non ha eguali, tantopiù se si pensa che Bioware non usa il motion capture ma disegna ogni singolo movimento a mano pixel per pixel. Certo, qualche incertezza ogni tanto c’è, come le classiche texture caricate in ritardo o dei tempi di loading non sempe fulminei, tuttavia siamo davanti a un piccolissimo prezzo da pagare a fronte dell’immensità insita in ogni singolo spiraglio della Via Lattea di Mass Effect 3.La colonna sonora, che recupera i main theme del passato, in aggiunta ad alcune traccie del tutto nuove, si conferma di altissimo livello, riuscendo ad essere dinamica e orecchiabile allo stesso tempo, a tratti ispirandosi agli score di opere più famose, come Star Wars o Il Signore degli Anelli. Chiudendo (anche perché pensiamo che la cosa migliore da fare con Mass Effect 3 sia giocarlo più che leggere le review), non possiamo che essere soddisfatti per come BioWare ha deciso di completare la sua trilogia più ambiziosa. Mass Effect, inteso come saga, ha saputo mantenere nel corso degli anni una coerenza stilistica, tematica e ludica che nessun gioco era mai stato in grado anche solo di concepire. L’avventura del Comandante Shepard e dei suoi commilitoni è destinata a ritagliarsi un posto speciale nel cuore di ogni appassionato e - senza ombra di dubbio - ha già un capitolo scritto in caratteri d’oro all’interno della Storia del Videogioco. I finali hanno sempre un retrogusto amaro, questo più di altri, ma dietro a ogni conclusione si cela sempre un nuovo inizio e siamo certi che BioWare ed EA sapranno raccontarci di altri cavalieri e altri mondi.Personalmente, non vediamo l’ora.
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