Recensione - Mario Tennis: Open - Grande Slam

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a fronte di un’impostazione molto tradizionale, trabocca di idee e trovate ludiche

Recensita l'ultima avventura sportiva dell'idraulico più famoso del mondo, stavolta in tre dimensioni...

La tendenza attuale di trasformare tutto in arcade, anche i giochi sportivi, Mario l’aveva intercettata anni fa, perchè Mario è sempre avanti.

Già nel 2000 infatti il primo Mario Tennis aveva portato il mondo degli scambi di dritto e rovescio nell’alveo dei giochi in cui le dinamiche sono fondate sulla conquista di bonus, punti, miglioramenti, mosse speciali e via dicendo. Poi nel 2004 arriva il primo seguito per lo sfortunato GameCube, dopo il quale sembrava che Wii Tennis e le variazioni di un pelo (ma un pelo proprio) più realistiche avessero fatto attaccare a Mario la racchetta al chiodo. Il Wiimote consente una simulazione più aderente alla realtà e quindi niente più punti, colpi infuocati o impossibili parabole. Ci voleva dunque 3DS per recuperare uno dei giochi meno replicati (almeno rispetto all’infinita serie Mario Kart) ma più determinanti della categoria “Mario si dà allo sport”.

A dire il vero però nemmeno questo nuovo Mario Tennis Open è totalmente nuovo, perchè già a metà anni ‘90 la Nintendo aveva sperimentato un gioco di tennis dotato di profondità tridimensionale con la sua console Virtual Boy. Un disastro.

Non è invece un disastro questo Mario Tennis Open che consente molte personalizzazioni, declina in maniera molto diversa le varie possibilità di gioco con racchetta attraverso molti stage speciali e come al solito, a fronte di un’impostazione molto tradizionale, trabocca di idee e trovate ludiche. I personaggi sono i soliti, non stiamo ad elencarli, li conoscete, sono tutti quelli dell’universo Mario. In più come accade regolarmente dall’arrivo di Wii, è possibile scegliere il proprio Mii e potenziarlo nel corso delle partite. Come nel tennis reale infatti i tornei (mushroom cup, flower cup, banana cup....) portano soldi e i soldi possono essere spesi in scarpe, racchette, polsini e improbabili (ma potenti) tenute da gioco. In più ci sono giochi speciali fatti apposta per accumulare quel denaro che consente di potenziare il personaggio anche quando siete fermi ad un torneo che appare insormontabile. Qui Nintendo si è davvero sbizzarrita. Si tratta di un poker di casual game dentro il gioco stesso. Il primo è fondato sul centrare degli anelli che compaiono e scompaiono nel campo mentre fate degli scambi con un altro giocatore, ogni anello sono soldi, più si avanza più questi si muovono o compaiono in punti strani. Il secondo prevede scambi stellari con uno stellotto di Mario Galaxy (c’è anche lo score originale di Koji Kondo!) su un campo i cui rettangoli scompaiono a turno, dunque alcune zone del campo vanno evitate pena la sconfitta. Il terzo comincia a scendere nella follia nipponica, ci sono quattro delle solite piante velenose dell’universo Mario che sputano inchiostro e palle, tutto va respinto (altrimenti si macchia lo schermo e non si vede nulla) evitando con cura di farle prendere al giocatore che sta dall’altra parte del campo. Il quarto infine è un gioiello di demenzialità, si gioca contro il muro, cioè bisogna mandare le palle contro una parete sulla quale scorre il primo stage di Super Mario Bros per NES, centrando i nemici, i blocchi o i punti interrogativi si attivano zone e centrando le monete le si conquista.

Detto degli elementi accessori passiamo alla sostanza, ovvero i tornei e il gameplay.

Si può giocare in due modi: verticale o orizzontale. Tenendo il 3DS in basso (e quindi guardandolo dall’alto) la prospettiva è quella classica dei giochi di tennis e così anche i controlli, tenendolo invece in orizzontale (quindi guardandolo con la testa alzata dritto per dritto) la prospettiva diventa una semisoggettiva, in cui per indirizzare i colpi occorre girare il 3DS nella direzione desiderata (spostando così anche l’inquadratura, come se muovendo la console muoveste la testa del giocatore).

Ogni personaggio ha le sue peculiarità e va affrontato in maniere diverse o con strategie diverse, in questo senso molto importante è imparare a giocare, cioè imparare a sfruttare bonus, zone del campo che attivandosi consentono colpi speciali. Perchè se non cominciate a farlo voi lo faranno gli avversari.

Ovviamente Mario Tennis Open si chiama così per il multiplayer che come sempre accade con 3DS è di due tipi, quello attraverso la rete e quello attraverso Streetpass.

Online sono previsti grandi tornei internazionali aperti a tutti (gli open per l’appunto) come partite uno contro uno. Non c’è un sistema che ricerca avversari dotati del medesimo vostro livello di abilità o punteggio ma lo stesso il livello è accettabilmente difficile. Come spesso accade nel gioco online è possibile sfruttare i bonus e le migliorie acquistate nel gioco offline, di fatto stimolando anche i giocatori online a finire il gioco per conquistare gli avanzamenti.

Tipologia di Gioco:

I giochi di sport che hanno protagonista Mario fanno categoria a sè. Questo ne è pienamente parte. Lo si capisce dall’estrema giocabilità che rende possibile quasi qualsiasi mossa, lasciando liberi di spaziare e sviluppare una propria tecnica, e poi dall’importanza che power-up e elementi arcade hanno nella strada verso la vittoria.

Come è Stato Giocato:

Con violenza. Lunghe sessioni isolate tra loro, prima andando a fondo nei tornei, poi con i casual game e infine misurandoci contro gli altri giocatori online. I primi tre tornei sono stati completati, come anche tutte le prime fasi dei casual game. In linea di massima abbiamo giocato con la visuale dall’alto e un 3D regolato a livello medio che, come sempre, al buio dà il suo meglio

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