Recensione - Mario Golf: World Tour - Birdie!
Recensito Mario Golf: World Tour, il nuovo titolo sportivo della mascotte Nintendo, tra buche e palline da golf
Alla base di Mario Golf: World Tour c'è lo stesso, identico sistema che Nintendo implementa nei titoli dedicati allo sport delle mazze fin dal 1984, da Golf per NES. Una lunga barra rappresenta la potenza del colpo, si fa partire il cursore, lo si fa fermare in prossimità della distanza desiderata, lo si ferma ancora quando, tornando indietro, raggiunge lo sweet spot, ovvero quel segmento tanto più largo quanto sarà adatta al colpo la mazza che si è scelto e quanto più favorevole sarà il terreno dal quale si colpisce. Fermare il cursore al di fuori dello sweet spot significa sbagliare totalmente il colpo, svirgolando e facendo finire la pallina chissà dove. L'estrema facilità di comprensione, ma la contemporanea difficoltà nel raggiungere la massima padronanza del sistema, è il punto che da sempre è stato di maggior fascino nella serie, un fascino che permane anche in quest'ultima produzione, sia che si scelga di colpire con la modalità di controllo automatica, che regola da sola la gestione della precisione, sia che si utilizzi quella manuale, grazie alla quale è possibile prodursi in tiri a effetto ed ottenere lo spin (la rotazione) della pallina quando arriva a terra. E' davvero un impianto che funziona in maniera eccezionale, dimostrando di reggere ottimamente alla prova del tempo e ribadendo la sua primazia nel panorama dei titoli golfistici.
Dato quindi per assunto che chi abbia già avuto modo di provare precedenti titoli della saga si sentirà totalmente a casa, e chi invece vi si dovesse approcciare per la prima volta non avrà particolari problemi, va analizzato come Mario Golf: World Tour impacchetti l'esperienza classica dei precedenti episodi. Camelot, che si è occupata dello sviluppo del gioco, ha escluso, per la prima volta in un'iterazione portatile della serie, la componente ruolistica presente nei titoli per Game Boy Color e Game Boy Advance, scelta prevedibile, vista l'analoga effettuata in Mario Tennis Open, ma che limita fortemente l'appeal della produzione nel lungo periodo. E' con una piccola illusione che il titolo si apre, facendo esplorare al giocatore, nei panni del proprio Mii, la sede del golf club, lasciandolo sperare che questo sia pieno di obiettivi da sbloccare, di rivali da sfidare, di incarichi da compiere per aumentare le proprie statistiche; purtroppo, si tratta in realtà di un hub, dal quale accedere ai percorsi presenti ed alle sessioni di allenamento. Si procede spediti nel completamento dei primi tre percorsi, e già si ha la sensazione che l'offerta di gioco abbia il fiato corto; a quel punto, in maniera abbastanza bizzarra e certamente poco organica, tocca accedere ad un'altra modalità di gioco, questa gestita interamente da menu, per sbloccare ulteriori contenuti, soprattutto i rimanenti percorsi, e si tratta di una progressione che nasconde alcune sgradite sorprese.
"Alla base di Mario Golf: World Tour c'è lo stesso, identico sistema che Nintendo implementa nei titoli dedicati allo sport delle mazze fin dal 1984, da Golf per NES"Ad ogni percorso sono infatti abbinati degli obiettivi, che vanno dal far passare la pallina dentro cerchi dorati alla raccolta di monete e stelle, dal completare delle buche in un determinato lasso di tempo, o con delle mazze scelte in maniera casuale, allo sfidare ora l'uno, ora l'altro personaggio. Si tratta degli unici incentivi che invogliano ad andare avanti nell'esperienza in singolo giocatore, perché permettono di sbloccare nuovi percorsi, personaggi ed oggetti. Ritroviamo infatti la possibilità, già vista in Mario Tennis Open, di vestire ed equipaggiare il proprio Mii, cambiando mazze, berretti, guanti o simpatici costumi, in maniera da modificarne non solo l'aspetto, ma anche le caratteristiche. Ovviamente è nel momento in cui si sfida un altro giocatore umano o si prende parte a tornei con il proprio avatar, sapientemente dotato, che si ricava la massima realizzazione da tale opzione.
La bontà del golf secondo Nintendo è comunque talmente tanta che si può scendere a patti con l'offerta ludica non strepitosa, lasciandosi rapire dal calcolo delle traiettorie, influenzate dal vento, dall'estrema ponderazione delle pendenze del green, in fase di putting, dalla tensione del dover tirare fuori una pallina dal bunker, dalla piena soddisfazione che può dare realizzare una buca con un colpo, mentre tutto attorno la natura sprizza nintendosità da ogni poligono e l'aria si riempie di melodie note ai più. Non c'è davvero niente di nuovo in questo, ma Mario Golf: World Tour fa comunque bene il suo lavoro, quello di abbinare ad uno sport magari non universalmente attraente come il golf un divertimento invece genuino ed allo stesso tempo profondo ma assolutamente accessibile.