Recensione: L'ultima Ruota del Carro, il Blu-Ray Disc

Il nuovo film di Giovanni Veronesi con Elio Germano, Alessandra Mastronardi e Ricky Memphis finalmente in alta definizione..

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È uscito in Blu-Ray Disc grazie a Warner Bros. l’ultimo film di Giovanni Veronesi, L'Ultima Ruota del Carro, storia di Ernesto (Elio Germano), un uomo semplice che tenta di seguire le proprie ambizioni senza però mai perdere i valori veri della vita. Tappezziere, cuoco d’asilo, traslocatore, autista e infine comparsa del cinema. Insieme a lui e il suo migliore amico Giacinto (Ricky Memphis) si rivivono le fasi cruciali della storia del nostro paese dagli anni ’70 ad oggi.

Con un occhio sempre attento ai vizi e alle virtù italiane del tempo, la commedia racconta la vicissitudini normali e al contempo eccezionali di un eroe dei nostri tempi: l’autentico Ernesto Fioretti, autista di Cinecittà che ha visto trasporre con sentimento e rispetto la sua vita su grande schermo.

Il biancore che troviamo nel videoclip di “Ecco che”, singolo di Elisa che fa da colonna sonora, si reitera nel lungometraggio simbolizzando l’ingenuità e la bontà d’animo del protagonista. In infanzia giudicato dal padre per l’appunto l’ultima ruota del carro, poi “un pesce piccolo” durante la corrotta unione finanziaria di politica e imprenditoria, fino all’ultima celebrazione di un amore povero e giovanile agli albori, indissolubile poi nel tragitto dal matrimonio alla vecchiaia.

 

Oltre al duo straordinario Germano-Memphis, il cast si popola di notevoli comprimari quali Sergio Rubini, Dalila Di Lazzaro e Alessandro Haber, quest’ultimo responsabile del momento più commuovente dell’opera: una scena girata a camera a mano che nelle movenze inesperte di Ernesto quale cameraman sintetizza al meglio il messaggio di lealtà verso le proprie origini, una declinazione ottimista di amicizia nella sua semplicità e purezza.

Il fronte tecnico del supporto propone il video in Full HD 1080p con un ritaglio d’immagine a 2.35:1 che accompagna la visione con le consuete bande nere orizzontali. La capienza del disco è sfruttata al 90% dal momento che Warner ha adottato un Blu-Ray a singolo strato da 25 Gb.

La resa del quadro è buona e gli elementi più definiti sono sicuramente i tratti degli attori: le finezze dei capelli ad esempio appaiono nitide in ogni scansione temporale, sia in gioventù che con le avvisaglie dei primi acciacchi. La texturizzazione è variegata e precisa negli abiti e nel trucco evitando quindi la pastosità superficiale a cui si può incorrere quando l’arco temporale cinematografico si estende così rapidamente.

La codifica in MPEG-4 AVC scelta non è delle più performanti, sia nei picchi che nella compressione media, ma è figlia di un girato originale così ricco nella risoluzione e nella saturazione dei colori che il trasferimento su disco risulta dignitosissimo.

La sezione sonora ha scelto la codifica senza perdita di qualità targata DTS HD Master: troviamo infatti due tracce italiane alla profondità di 24 bit; la prima in 5.1 per un’esperienza surround avvolgente e piena, la seconda in stereo 2.0 per consentire la riproduzione anche ai sistemi audio meno recenti. I sottotitoli sono sia in italiano che in inglese.

Tra le due proposte quella stereo sembra canalizzare con più cura i dialoghi e tutte le espressioni romanesche degli interpreti mentre quella 5.1 talvolta necessita di una modifica al volume per una giusta normalizzazione. Nel complesso comunque parliamo di comparto audio profondo e chiaro che soprattutto nella partitura musicale non nasconde la sua fluidità e possanza.

Il menù rivede la fantasia della locandina: scatti del passato appesi con delle puntine rosse e blu ad una bacheca bianca che in transizione ripercorre le gioie salienti della vita di Ernesto; così tra una foto della moglie e del miglior amico l’utente è accompagnato a curiosare nella struttura del disco. Alla selezione delle scene e del setup audio segue una cartella dedicata ai contenuti speciali. Il trailer e il videoclip di Elisa “Ecco che” sono delle aggiunte obbligatorie ma non le più interessanti dell’edizione; a colmare la curiosità infatti troviamo un Backstage Lungo di 20 minuti ca. e una versione accorciata nel Backstage Corto: qui conosciamo il vero Ernesto Fioretti, ascoltiamo le difficoltà avute sul set da Elio Germano e vediamo Veronesi lodare la sceneggiatura che, come è lui stesso a ricordare, è l’epopea di uno dei tanti, un ultimo che attraverso il cinema parla metaforicamente al trascorso di ognuno di noi.

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