Recensione - Life Is Strange - Chaos Theory
Life Is Strange arriva al terzo episodio, Chaos Theory: la nostra recensione
Succede davvero molto poco nel terzo episodio di Life Is Strange, che subisce una frammentazione eccessiva nella narrazione e nell'azione, senza arrivare ad alcunché. Si parte da un'incursione notturna nella Blackwell Academy, operata da Max e Chloe per scoprire qualcosa in più sui vari misteri che gravitano sulla cittadina di Arcadia Bay, ma in realtà è pochissimo quello che scoprono, anche se il gioco sembra far finta che quel pochissimo sia rilevante, quasi come se servisse un espediente per tirare le cose in avanti, un altro po'. Nella stessa maniera funziona la scena successiva: premesse che sembrano preparare a chissà quali rivelazioni, che si traducono nel nulla, se non nella conferma di accadimenti e relazioni che il giocatore aveva già tranquillamente dato per assodati, e non per sue particolari intuizioni, ma perché la narrazione li aveva già presentati in maniera molto diretta e trasparente. E' in sostanza tutto un succedersi di “tutto qui?” e “ma va?”, domande che in una produzione che punta fortissimo sulla qualità del racconto non ci si dovrebbe mai porre.
Chaos Theory ha il fiato corto, cortissimo, anche sul versante squisitamente ludico. Non è ovviamente questa la componente più rilevante della produzione, ma se nel primo e nel secondo episodio qualche interessante momento che sfruttasse la facoltà di Max di agire sullo scorrere del tempo era stato imbastito, nel terzo tutto sa di già visto e sfruttato, nemmeno poi in maniera troppo ingegnosa, ma anzi pigra e mal concepita, visto che almeno in un'occasione ci siamo ritrovati ad aver risolto una situazione senza nemmeno accorgercene. La riproposizione di un momento in cui trovare una serie di oggetti, come nel secondo episodio, quando Max si era ritrovata a dover cercare delle bottiglie da utilizzare per il tiro al bersaglio, sebbene sia risultata meno frustrante e tediosa, non ha fatto altro che confermare l'impressione generale di minor cura ed attenzione riposti nel confezionare l'episodio.