Recensione: La Grande Fuga, il Blu-Ray Disc

Disponibile in alta definizione Blu-Ray Disc da gennaio, La Grande Fuga compensa un restauro video mediocre con comparti audio ed extra davvero ricchi...

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Come vi avevamo segnalato qui, la Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) festeggia 90 anni di produzione cinematografica e, tra le iniziative per celebrare la straordinaria longevità, rientra un programma di restauro a 4K dei più grandi successi della compagnia.

Grazie alla distribuzione di 20 Century Fox ora possiamo riscoprire in alta definizione il classico La Grande Fuga, dal 23 gennaio disponibile in Home Video su Blu-Ray Disc.

Il film

Premiato agli Oscar per Il Miglior Montaggio a Ferris Webster (1964) e nominato ai Golden Globe come Miglior Film Drammatico e Miglior Attore Protagonista a Steve McQueen, La Grande Fuga stupisce per la telentuosità del cast artistico e tecnico: dietro alla macchina da presa troviamo il veterano del Western John Sturges (I Magnifici Sette 1960), marionettista di carismatici interpreti quali James Garner, Richard Attenborough, James Doland, Charles Bronson e James Coburn.

Basato sul romando di Paul Brickhill, la vicenda si svolge durante la seconda guerra mondiale: il comando tedesco riunisce in un campo di prigionia in Germania un gruppo di alleati esperti di evasioni. La struttura è di nuova concezione, apparentemente a prova di fuga, costruita seguendo i suggerimenti di altri centri espugnati dai soldati.

Nemmeno il tempo delle dovute presentazioni che gli specialisti tentato la prima fuga, a cui segue inevitabilmente un periodo di prigionia come punizione. Nel frattempo viene eletto il caposquadriglia Roger Bartlett (R. Attenborough): il suo incarico è quello di coordinare la missione di evasione di oltre 200 detenuti. L’ideazione del piano si completa con i consigli del “re dei tunnel” (C. Bronson), di un falsario, di un aviatore e di uno scassinatore di nome Bilbo..ah no, quello è il furfante di un altro film MGM. Pardon.

A metà strada tra il prison movie e il dramma bellico La Grande Fuga non scorda di allietare la visione di 172 minuti con l’ironia, perlopiù nata dall’accostamento simpatico di due personaggi antitetici, ciascuno con la propria esperienza di guerra e quindi con un diverso approccio alla macchia. E’ il caso del capitano Hilts (S. McQueen), perennemente costretto all’isolamento nella solita cella, tanto che lo spettatore si abitua forse più a vederlo catturato dalle guardie che non impegnato ad escogitare una nuova scappatoia. Le musiche di Bernstein aiutano con il loro andamento trombettistico/cerimoniale a dimenticare l’oppressione del filo spinato, almeno fino a quando un’atroce violenza ricorda ai detenuti che una mezza libertà (vista l’indole tollerante del direttore del campo) è pur sempre una mezza prigionia.

Nell’ultimo atto il regista sembra accantonare il tema dell’amicizia virile e della collaborazione fraterna per dedicarsi invece ai crimini bellici, all’appianamento razzista, per scatenare in un eco distruttivo tutta l’amarezza offuscata del primo minutaggio.

Il video

Come recita la copertina, il film gode di un restauro digitale video e audio. Il supporto utilizzato è un BD50 la cui capienza è sfruttata all’88%. La traccia video è proposta in Full HD 1080p a 24fps, contenuta nel formato MPEG-4 AVC. L’aspect ratio originale 2.35:1 è rispettato, quindi avremo un mascherino bandato nero orizzontalmente sopra e sotto.

Il restauro operato ha generato un ampio dibattito tra gli appassionati. MGM ha si pubblicizzato il meticoloso rimaneggiamento dei suoi classici ma non ha fornito ulteriori informazioni a riguardo.

Stando alle confidenze di alcuni membri del vecchio team artistico (ora in pensione) il restauro è datato 2004, ovvero ben prima della vittoria del Blu-Ray sul supporto HD DVD di Toshiba (2008), da cui ne consegue che il trattamento non ha potuto beneficiare delle più recenti migliorie; infatti non siamo di fronte ad una cura malvagia ma nemmeno lo si può definire un lavoro a regola d’arte. Tra i difetti più evidenti sicuramente primeggia l’insolita tinteggiatura blu del quadro che restituisce un look troppo neutrale che scansa la separazione cromatica delle ambientazioni. I cieli appaiono più violetti di quanto dovrebbero essere e la luce negli esterni è opaca al punto che alcuni dettagli,come gli aculei del filo spinato e la carenatura della motocicletta, non emergono. L’aleggiamento di pulviscoli ammassati nelle sequenze più buie suggerisce un’aggiunta macchinosa di filtri che hanno alleggerito la definizione dei tratti e mescolato omogeneamente le textures. Anche se non è da escludere che gli originali negativi già soffrissero di un contrasto poco bilanciato, è palese che il restauro MGM non sia stato sottoposto a tutte le cure necessarie; altri capolavori dello stesso periodo (parliamo ad esempio del master in alta definizione de I Magnifici Sette) hanno già dimostrato che il riversaggio digitale del 35 mm può dare risultati eccelsi. Purtroppo non è questo il caso.

L’audio

Il reparto audio propone la lingua inglese in DTS HD Master Audio 5.1 (profondità 24 bit); italiano, francese, tedesco e castellano sono encodati in DTS Surround 5.1 (768 kbps, profondità 24 bit). Rimane il giapponese nel formato DTS HD Master Audio Mono 1.0 (24 bit), il polacco in Dolby Digital 5.1 (448 kbps), lo spagnolo e il commento inglese in Dolby Digital Mono 1.0 (192 kbps).

Il mix sonoro digitale si era affidato al sistema quadrifonico Westrex 4.0 che veicolava l’onda a due diffusori anteriori e posteriori: un antenato del surround 5.1 che venne abbandonato nel 1978.

La traccia italiana è decisamente accentrata: sfrutta pienamente i canali anteriori con una dinamica ricca che regala una profondità dettagliata sia ai dialoghi che alla soundtrack; nonostante quest’ultima sia un po’ invasiva, note e vocali non si mescolano pastosamente e rimangono sufficientemente separate. I canali posteriori, così come il subwoofer, interagiscono lievemente: i primi ad esempio interrompono raramente il loro mutismo con brusii di folla; i più attenti ammetteranno l’egregio merito di una riproduzione minuziosa dei particolari come il rumore dei passi sul legname o la caduta fragorosa di martelli e picconi.

Conoscendo la partitura musicale prorompente di Bernstein ci aspettavamo una partecipazione più attiva delle basse frequenze; purtroppo le scene della fuga in motocicletta e degli scavi del tunnel sono prive di spazialità.

Il mix dell’italiano comunque segue la predisposizione studiata per il nativo inglese che, a confronto, dona una corposità più determinata e un campionario di sfumature linguistiche nei parlati che il nostro doppiaggio forse non aveva considerato appieno.

Gli extra

Il menù del disco non è fruibile tramite una sezione apposita in quanto la selezione dei capitoli, delle lingue/ sottotitoli e dei contenuti speciali è navigabile tramite una fascetta orizzontale, sovraimpressa a comparsa durante il lungometraggio.

Gli extra ripropongono le featurette e le interviste che l’edizione speciale 2 DVD relegava al secondo disco.

  • Commento audio del regista, del cast e della troupe (sottotitolato)

  • La realtà trasformata sullo schermo

  • Piano di fuga

  • Incontro alla libertà

  • Standing ovation e plauso della critica

  • La Grande Fuga: la storia non detta

  • Interviste aggiuntive

  • Il vero Virgil Hilts: un uomo chiamato Jones

  • Rievocare il film

  • Trailer cinematografico originale

Conclusioni

Anche se il restauro fotografico non è all’altezza del titolo, il disco Blu-Ray de La Grande Fuga rimane un buon prodotto per chiunque voglia scoprire o riassaporare in alta definizione la pellicola di John Sturges.

I comparti audio ed extra dignitosi compensano il mediocre abito della traccia video che, ad ogni modo, segna un passo in avanti rispetto all’edizione DVD.

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