Recensione, La donna che visse due volte: il Blu-Ray Disc
La nuova edizione di Vertigo - La Donna che Visse due Volte non è esente da difetti e mancanze, ma al momento è la miglior trasposizione disponibile...
Un trauma procurato durante un inseguimento costringe al pensionamento anticipato l’ispettore di polizia “Scottie” Ferguson (James Stewart) le cui irresistibili vertigini non gli consentono di svolgere più le mansioni da agente. Un vecchio amico, conscio dell’acrofobia di Scottie, lo incarica di sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak) che sembra sia posseduta spiriticamente da un’antenata. Temendo che Madeleine possa suicidarsi come fece la sua ava, Scottie accetta il compito: la pedina, la salva da un tentativo di annegamento e infine se ne innamora..
Rimasto fuori commercio per circa trent’anni, “La donna che visse due volte” è uno dei cinque film della “serie privata” che Hitchcock donò in eredità alla figlia e che ha visto la pubblicazione solo dopo la morte del regista avvenuta il 29 aprile 1980. Le restanti pellicole facenti parte della collezione sono “Nodo alla gola”, “La finestra sul cortile”, “La congiura degli innocenti” e “L’uomo che sapeva troppo”, tutte interpretate da James Stewart eccetto “La congiura degli innocenti” dove è sostituito da John Forsythe.
Pur seguendo lo svolgimento narrativo del romanzo, Hitchcock divide il film in due parti ben distinte, ovvero le due vite di Madeleine, rese entrambi forti grazie ad un’ottima impostazione thriller che nel cartaceo risultava fiacca, soprattutto nel finale. Con il cambiamento di un particolare rispetto all’originale, il regista riesce a dirottare lo spettatore verso l’indagine di ciò che è concreto e ciò che è illusorio, mettendo quindi in disparte l’attenzione per il mistero della possessione spiritica che comunque già a metà film potrà dirsi risolto. Con un ritmo che alterna passaggi veloci ed improvvisi con lente contemplazioni, Hitchcock trasforma i protagonisti in elaborazioni di sceneggiatura, inducendo il pubblico a diffidare, a ricostruire il profilo psicologico dei personaggi che, sin dall’inizio, vengono presentati tramite emozioni, nello specifico punto di vista di un uomo innamorato che vede nell’amata la possibilità di riscattarsi da un trauma che ha sopito la sua vitalità.
“Vertigo” è forse il film più tragico e pessimista della collezione di Hitchcock, pur proponendo una buona dose di visionarietà e sperimentalismo : la riflessione sull’ossessione fisica e mentale simboleggiata dalla spirale è infatti trasposta con un ricco passaggio tra i generi quali il poliziesco, il misterioso e accenni di paranormale che confluiscono in una sofferta storia d’amore il cui destino è una minaccia d’esecuzione, almeno quanto la morte stessa.
L’intenso lavoro fatto sullo script (che Hitchcock ritenne adeguato solo dopo le modifiche di Samuel Taylor) è altrettanto bilanciato dalla solida interpretazione di J. Stewart e Kim Novak; quest’ultima sostituì Vera Miles dato che era rimasta incinta poco prima delle riprese. Anche se Hitchcock non fu mai contento della sua prestazione, il fascino sensuale che la Novak esprime è impeccabile. A movimentare le immagini la splendida partitura musicale di Herrmann che orchestra un ritmo compatto e incalzante.
Video
Universal propone “La donna che visse due volte” in Full HD 1080p nel formato d’immagine originale 1.85:1 su un singolo disco blu-ray BD50.
Il video analizzato è il risultato di un restauro inizialmente intrapreso per riportare in televisione la pellicola vista l’assenza di circa 12 anni dalle programmazioni. Il source originario era un VistaVision 35mm a doppio fotogramma da destra a sinistra riportato ora in 70mm a fotogramma unico. Ad ogni modo, il restauro del 1997 non è l’unico effettuato da Universal perché nei primi anni ’80 venne fatto un rimaneggiamento tecnico per favorire la riedizione cinematografica e, in quell’occasione, il film fu anche ridoppiato portando presumibilmente all’errore di traduzione che ha stabilito la “morte italiana” per strangolamento della vera moglie di Gavin Elster. Di fatto nella versione originale il decesso era attribuito ad una rottura del collo, cioè ad una dissimulazione piuttosto credibile dell’omicidio vista l’altezza da cui era caduto il corpo.
Incongruenza italiana a parte, il quadro video presente sul supporto è encomiabile. La colorimetria è viva e fedele, i carnali sono naturali e i dettagli dei visi sono perlopiù marcati, ben delineati. Le note dolenti purtroppo non mancano ed era lecito aspettarseli per i trattamenti suddetti e le difficoltà avute con i negativi. In alcune sequenze il contrasto cala a picco lasciando l’immagine in balia di una luminosità eccessiva e mal diffusa che inevitabilmente soffoca la tridimensionalità dei corpi e crea visibili anomalie con le ombre e i particolari dello stage. Non si riscontrano artefatti da compressione o difetti riconducibili a manipolazioni digitali; i limiti quali il flickering improvviso, l’appiattimento dei fondali, qualche graffio e baluginio puntiforme di troppo sono maggiormente attribuibili alla natura del girato che purtroppo non ha goduto di una conservazione perfetta. Eppure l’avviso di alcuni controcampi “fuori norma” evidenzia una complicata cernita dei materiali per il montaggio finale che forse già a monte aveva dato a Hitchcock e Alma qualche seccatura, risolta poi con un collage vittima dei compromessi.
Audio
“La donna che visse due volte” è uno dei pochi film della Masterpiece Collection di Hitchcock a sfoggiare un audio inglese nel formato lossless DTS HD Master Audio 5.1. Trattamento di favore anche per la lingua Giapponese in codifica DTS 5.1 (bitrate a 768 kbps). La lingua italiana (con Francese, Spagnolo e Tedesco) è proposta in codifica DTS 2.0 (bitrate a 448kbps) e presenta l’edizione ridoppiata negli anni ’80, l’unica versione andata in onda in TV e nelle pubblicazioni Home Video della penisola. Giorgio Piazza ridoppiò James Stewart, sostituendo quindi la prima voce di Gualtiero De Angelis, mentre Vittoria Febbi prestò la voce a Kim Novak.
Una situazione analoga è avvenuta con “La finestra sul cortile”, altro titolo che venne restaurato da Universal nei primi anni ’80.
Visto che il rimaneggiamento del 1997 ha consentito il recupero di circa il 90% dell’audio originale, che poi è stato convertito in DTS, avremmo gradito la presenza della traccia originale monofonica inglese e del primo doppiaggio italiano.
Tuttavia, pur sperando in una futura integrazione del reparto audio, le tracks che il supporto esibisce sono ben architettate. I dialoghi suonano puliti e adeguatamente separati dalla colonna sonora di Herrmann. Anche se di natura monofonica, la traccia audio italiana è performante: canalizza tramite i due diffusori anteriori i parlati con chiarezza e profondità, riuscendo la maggior parte delle volte a definire le vocalità anche quando lo score musicale si amplia un po’ troppo.
Extra
All’interno della confezione troviamo una cartolina da collezione della pellicola che, pur essendo un contenuto speciale, non può rivaleggiare con l’abbondanza di extra presenti nel disco blu-ray.
Il commento del regista W. Friedkin, un finale alternativo per la censura, gli archivi del film e una intervista di Truffaut a Hitchcock del 1962 contribuiscono ad allungare la longevità del supporto. Le parti più interessanti sono costituite dal documentario “L’ossessione per La donna che visse due volte: il capolavoro di Hitchcock prende nuova vita” che riporta i pareri del team creativo, una raccolta di featurette nel “Partner nel crimine: i collaboratori di Hitchcock” e nel resoconto finale “100 anni della Universal: l’era di Lew Wasserman”. Si conclude con una rassegna di trailer cinematografici.
Manca il commento del produttore associato H. Coleman e dei restauratori R.A. Harris e J.C. Katz che arricchiva le precedenti edizioni.
Conclusione
“La donna che visse due volte” è stato inserito nel 1998 nella classifica dei 100 migliori film americani dall’American Film Institute, arrivando a scalzare “Quarto Potere” dal primo posto quale miglior film di sempre nell’agosto 2012. In esso troviamo alcuni temi tipicamente hitchcockiani quali il doppio, la paura dell’altezza, l’ambiguità morale e i traumi insanabili. Divenuto un cult anche per l’effetto “Vertigo” che Hitchcok tentava di riprodurre già sul set di “Rebecca”.
La nuova edizione targata Universal non è esente da difetti e da alcune mancanze ma al momento è la miglior trasposizione disponibile. La bontà dell’immagine, del reparto audio e degli extra contribuiscono comunque a rendere il prodotto più come una perfezione sfiorata che non un pacchetto incompleto.