Recensione - King's Quest - A Knight to Remember

Ritorna, a puntate, King's Quest. La recensione di A Knight To Remember, il primo episodio

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

King’s Quest non si fa scrupoli a giocare con i sentimenti del videogiocatore attempato. Già il titolo, che in qualche modo suggerisce l’idea di una rinascita, di un reboot dopo il lungo stop della saga, mette in chiaro che il capitolo gode dell’approvazione di Sierra Entertainment, nuovamente tirata in ballo nel ruolo di publisher, e di Roberta Williams: vera creatrice del brand che, purtroppo, questa volta si è limitata a dare il suo benestare senza essere coinvolta in prima persona.

Che l’avventura strizzi l’occhio ai nostalgici, del resto, non è solo un’impressione, né una mera questione di marketing. The Odd Gentlemen, piccola software house californiana attiva sin dal 2008, è evidentemente formata da entusiastici fan che hanno tentato in tutti i modi di infondere nella loro creatura lo spirito, il DNA dei vecchi capitoli, senza per questo limitarsi a scialbe e autoreferenziali riproposizioni, leggasi remake o riedizioni in alta definizione, slegate dalla contemporaneità.

[caption id="attachment_145807" align="aligncenter" width="508"]King's Quest screenshot 1 Purtroppo il gioco non è tradotto nella nostra lingua. Visto il largo uso di termini poco d’uso comune, se il vostro livello d’inglese è poco più che scolastico, a volte dovrete sbirciare su un buon dizionario per comprendere completamente ogni dialogo.[/caption]

L’art design, che fa un largo uso del cel-shading e di fondali disegnati a mano, ricorda in qualche modo Dragon’s Lair, proiettandoci implicitamente nelle lontane ere in cui spendevamo interi pomeriggi in buie sale giochi; il prologo, che apre le danze, ripercorre a grandi linee la stessa quest che diede il via al primissimo capitolo della serie. Il coraggioso Graham, già un asso con l’arco nonostante la giovane età, determinato a diventare cavaliere del regno fatato di Daventry, nell’incipit sfiderà addirittura un drago per appropriarsi di uno specchio magico, tanto desiderato dal re in persona. Si tratta di un brevissimo intermezzo, utilissimo per introdurre il videogiocatore a quelli che sono i pilastri che sorreggono il primo episodio di King’s Quest.

Gli sviluppatori, come già lasciato intendere, non si sono limitati a riproporre le medesime meccaniche dell’avventura grafica uscita più di vent’anni fa. Hanno optato per un adeguamento, un adattamento del gameplay, affinché questo nuovo inizio non risultasse anacronistico, arroccato su canoni ormai superati, irrimediabilmente indigesto per gli utenti di oggi. La novità più evidente, ed eventualmente traumatica, riguarda l’introduzione di brevi fasi action tra una sezione e l’altra. King’s Quest – A Knight To Remember resta fondamentalmente un’avventura grafica ancorata a quelle che ormai sono consuetudini assodate del genere. Con l’analogico si controlla direttamente Graham, muovendolo liberamente per le ambientazioni. Un pulsante serve per interagire, un altro per accedere all’inventario. Basta spirito d’osservazione e un certo intuito per superare i semplicissimi ostacoli: una ruota si sostituisce con un oggetto che gli assomiglia solo vagamente recuperato in qualche negozio abbandonato, una leva si ripara scovando la parte mancante nello scenario, per rispondere a qualche quesito basta interrogare con piglio investigativo i personaggi che il giovane incontrerà lungo il sentiero.

[caption id="attachment_145809" align="aligncenter" width="508"]King's Quest screenshot 2 Il comparto grafico è ben lungi dall’essere stupefacente. Ciononostante si resta vagamente ipnotizzati da alcuni scorci che ricordano davvero tantissimo il vecchio Dragon’s Lair.[/caption]

Tra un’ispezione ai dintorni e le semplici risoluzioni di enigmi, di tanto in tanto vi capiterà di dover sfoderare l’arco per colpire bersagli o di darvela a gambe per fuggire da qualche pericolo. Si tratta di brevi attimi in cui bisogna trovare un minimo di feeling con il pad per dare prova di riflessi pronti e di possedere capacità cognitive sufficientemente sviluppate. Nulla di pretenzioso, complicato, né durevole, ma i puristi del genere, o i grandi appassionati dell’IP, potrebbero ovviamente trovare tutto ciò tanto offensivo, quanto disturbante. Così, tra enigmi semplicissimi e sezioni action che scivolano via piuttosto in fretta, viene naturale chiedersi che razza di disastro abbiano combinato gli sviluppatori, infangando il buon nome di una gloriosa e acclamatissima serie del passato. Le cose, fortunatamente, stanno in modo diverso: a conti fatti questo primo episodio diverte e lascia un perenne sorrisino di soddisfazione, mentre si prosegue nella narrazione del vecchio Graham circa le sue gesta compiute da giovane.

"questo primo episodio diverte e lascia un perenne sorrisino di soddisfazione, mentre si prosegue nella narrazione del vecchio Graham circa le sue gesta compiute da giovane"

Il gioco, difatti, alterna continuamente due momenti storici ben separati tra loro. Ciò che l’utente si trova a vivere in prima persona, le parti interattive per intenderci, non sono che il frutto delle storie del vecchio eroe, ormai re, raccontate alla nipotina che si appresta a diventare a sua volta una giovane temeraria. D’altra parte, di tanto in tanto, si rimane passivi spettatori dello scambio di battute tra l’anziano e la piccola Gwendolyn: sempre ansiosa di intervenire per chiedere altri dettagli sulla vicenda. E mentre i rompicapo si impegnano a non essere fin troppo scontati e le parti più concitate spezzano gradevolmente l’azione, si rimane incantati dal piccolo manipolo di protagonisti che si succedono sulla scena, inscenando siparietti comici con un buon ritmo e lasciando sempre un minimo di suspense allo spettatore sulle successive prove che attendono il giovane Graham.

[caption id="attachment_145811" align="aligncenter" width="508"]King's Quest screenshot 3 Per completare questo primo episodio sei ore sono più che sufficienti: una longevità che tutto sommato lascia ben sperare sulla durata complessiva dell’avventura.[/caption]

Il segreto di A Knight To Remember è tutto qui: divertire, senza impegnare, con un impianto ludico alla portata di tutti, ammaliare con una narrazione spesso comica, sempre invigorita dai tanti spunti fantastici e misteriosi offerti dalle eccitanti avventure del suo protagonista. Era forse lecito aspettarsi qualcosa di più relativamente agli enigmi, ma questo primo assaggio di King’s Quest in salsa duemila ha comunque carattere da vendere. Speriamo solo che gli sviluppatori sappiano mantenere questo perfetto mix anche nelle prossime puntate: i buoni presupposti per un ritorno in grande stile, pur senza strafare e rischiando di scontentare qualche purista, ci sono tutti.

Continua a leggere su BadTaste