Recensione - Jersey Boys, il Blu-Ray Disc
La nostra recensione del Blu-Ray Disc di Jersey Boys, di Clint Eastwood
Video: AVC, 1080/24p, 2.40:1
Audio:
5.1 Dolby Digital: Italiano Francese Spagnolo Tedesco
5.1 DTS HD Master Audio: Inglese
Sottotitoli: Italiano NU Inglese NU Tedesco NU Francese Olandese Spagnolo Portoghese Danese Norvegese Finlandese Svedese
1 disco 50gb
Region free
Digital Copy
Amaray
Prodotto e distribuito da Warner Bros.
Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT, FR, ES, DE.
Frankie Valli è un giovane ragazzo italo americano che ha il dono di una splendida voce. E' cresciuto insieme al suo amico Tommy DeVito, che ha una band insieme all'amico Nick Massi. Tutti e tre si dilettano a cantare nei locali, mentre organizzano piccoli furtarelli o fanno favori al boss mafioso Gyp De Carlo, che ha preso a cuore Valli grazie alla sua voce. Ma quando l'amico di Tommy, Joe Pesci, presenta al terzetto il pianista e compositore Bob Gaudio, i quattro formano una band che sarebbe diventata leggenda: i The Four Seasons.
Tratto dall'omonimo musical di Marshall Brickman e Rick Elice, Clint Eastwood dirige e produce, sulla sceneggiatura di John Logan e dello stesso Elice, Jersey Boys, storia romanzata di nascita, successo, crisi e riconciliazione della storica band pop rock The Four Seasons.
Di tutti gli autori e registi in circolazione, Clint Eastwood è sicuramente uno dei più vitali, sempre con la voglia di mettersi in gioco e di affrontare nuove sfide, spaziando tra generi differenti, ma mantenendo quel tocco ormai riconoscibile anche dal grande pubblico. Jersey Boys non fa alcuna eccezione e Eastwood si diverte e fa divertire il pubblico giocando con una commedia agrodolce che si fonda sulla musica. Non si tratta di un Musical, come l'originale da cui è tratto, ma tutto il film è permeato dalla musica e dalle canzoni che sarebbero diventate un pezzo di storia americana e di quella cultura che ha caratterizzato tutto il decennio degli anni sessanta. Non ha la pretesa di essere un prodotto originale o una storia innovativa e infatti la vicenda dei quattro ragazzi che riescono ad uscire dal circolo chiuso del loro quartiere, che dava solo prospettive di morte sia che diventassero malavitosi o arruolati nell'esercito, grazie alla musica è un topos già visto in tutte le salse possibili. Ma l'abilità di Eastwood sta nell'elaborare meglio di altri cose già fatte e in questo caso viaggia con un ottimo equilibrio tra ironia e un pizzico di dramma, rendendo la narrazione scorrevole e piacevole. Proprio come il nome della band, anche il film è diviso nelle quattro stagioni, che rappresentano sia i periodi di vita del gruppo che le personalità degli stessi musicisti, che sono sia protagonisti che voci narranti che parlano direttamente al pubblico. Tommy De Vito, interpretato da Vincent Piazza, rappresenta la primavera e l'origine della storia, quando ancora tutto si doveva formare e il futuro sembrava luminoso. A Bob Gaudio, interpretato da Erich Bergen, viene affidata l'estate, ossia gli anni d'oro, il grande successo, l'esplosione di vitalità e l'apice assoluto. Nick Massi, interpretato da Michael Lomenda, rappresenta l'autunno e l'inizio del declino del gruppo, con i problemi che si accumulavano, i disaccordi e la crisi inevitabile. Mentre Frankie Valli, interpretato da John Lloyd Young, è l'inverno, con il gruppo ormai disfatto, con il suo matrimonio e la sua famiglia distrutti da un lutto, ma anche la forza dire ancora qualcosa e tirare fuori qualcosa di indimenticabile. Infine, tutti e quattro narrano la rinascita e la riconciliazione traendo le loro conclusioni sulla loro vita. Pur con un certo didascalismo di maniera e un'eccessiva messa in scena di episodi non legati troppo bene tra di loro, Jersey Boys è comunque uno dei prodotti meglio riusciti e più piacevoli dell'ultimo periodo, grazie a ottimi interpreti ben assortiti e una spensieratezza nella narrazione che non può fare a meno di lasciare una sensazione di piacere a fine visione.
Video
Il film è stato girato interamente in digitale Arri Alexa a 2.8K e finalizzato in un master digitale a 2K (digital intermediate).
Il look del film riprende esattamente quanto già visto in J. Edgar, caratterizzandosi quindi con una paletta cromatica estremamente desaturata, ai limiti del bianco e nero, giocando con il bilanciamento dei bianchi e dei neri, quasi a voler ricreare una sorta di noir visivo. In effetti i punti di forza della fotografia sono indubbiamente i neri profondi come chiazze di inchiostro e i bianchi luminosi tali da creare un buon contrasto. Tuttavia, nonostante una tridimensionalità molto buona, il livello di dettaglio non è tra le caratteristiche meglio espresse. Infatti la texturizzazione generale, che si tratti degli incarnati nei primi piani o dei panning dei campi lunghi, manca di una certa dose di microdettaglio, risultando oltremodo piatta. Si tratta indubbiamente di un quadro che per ragioni artistiche esce fuori dai canoni abituali dell'attuale panorama hollywoodiano, e preferisce una caratterizzazione propria, piuttosto che sorprendere con un dettaglio muscolare. Non ci sono cali generali, anche nelle scene più scure, tenendo una dose minima di rumore sul fondo e la compressione ad alto bitrate in AVC permette una restituzione del quadro autentica.
Audio
Come da prassi regolare, tutti i doppiaggi, italiano compreso, sono presentati in Dolby Digital a 5.1 canali e 640 kbps, mentre l'inglese originale gode della compressione senza perdite del DTS HD Master Audio. Considerando che si tratta di una commedia musicale, le canzoni sono il punto di forza dell'intera traccia e il mix italiano riesce a valorizzare con successo questo aspetto con alti e bassi pieni senza distorsioni, voci chiare e profonde, un'ottima direzionalità e separazione dei canali e un bilanciamento impeccabile tra gli strumenti e le voci. Anche dal punto di vista degli effetti non c'è di che lamentarsi, come nella sequenza del furto della cassaforte e conseguente incidente stradale, avendo davvero poco da invidiare alla traccia originale, che però riesce a vincere in dinamica e naturalezza.
Extra
Come sempre a farne le spese è il comparto extra, che risente della mancanza di interesse da parte dell'editore nell'investire in questo aspetto delle edizioni home video dei propri titoli di catalogo. In ogni caso, a dispetto della scarsa quantità, la qualità degli inserti è sufficientemente buona da garantire uno scorcio interessante sul lavoro che c'è stato nel realizzare il prodotto. Il primo inserto è un dietro le quinte generale, con interviste al regista e al cast e come si è lavorato per tradurre il progetto da teatro a cinema. Il secondo è dedicato unicamente all'attore Donnie Kehr, alla sua esperienza sul set e alle differenze tra l'opera teatrale e quella cinematografica. Infine, il terzo è dedicato alla scena ballata alla fine del film.
From Broadway to the Big Screen
Too Good to Be True
“Oh, What a Night” To Remember
Conclusioni
Pur senza clamore, Jersey Boys è stato uno dei film meglio riusciti della stagione appena trascorsa, capace di deliziare e appassionare con una commedia musicale spumeggiante. L'edizione HD riporta fedelmente un particolare quadro video che ricreare un noir visivo affascinante e tutte le meravigliose canzoni dei The Four Seasons. Spiace, come sempre, la mancanza di contenuti speciali adeguati per l'occasione.