Recensione - Jagged Alliance: Flashback

La saga di Jagged Alliance: tra evidenti limiti e molti difetti, c’è anche spazio per il divertimento

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Con Jagged Alliance: Flashback bisogna andarci piano, senza fretta e pregiudizi, psicologicamente pronti a sopportare almeno un paio di game over, quasi forzati, prima di fare proprio lo spirito che permea il titolo. Bisogna lasciare da parte furia, frustrazione e la prematura sensazione di aver sprecato una ventina di euro. E’ un gioco che va interpretato, compreso, ricondotto e analizzato nel giusto contesto. Soprattutto va identificato per quello che è: una creatura di Kickstarter che, come tutti i suoi figli, non potrà che migliorare se i videogiocatori continueranno a finanziare il progetto. Del resto, i ragazzi svedesi di Full Control, non hanno scelto una strada semplicissima per uscire dall’anonimato. Ripescare dalla tomba un’IP vecchia di vent’anni, il cui ultimo episodio inedito risale al 2007, può rivelarsi doppiamente letale: scontentare i fan di vecchia data stravolgendo eccessivamente il concept originario, non incontrare le simpatie delle nuove leve che potrebbero reputare datato e privo di mordente il gameplay.

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Jagged Alliance, sin dal 1994, è uno strategico a turni che ha come protagonisti un manipolo sempre diverso di mercenari, assoldati ora per rovesciare un’improbabile dittatura, ora per risolvere una crisi terroristica. Flashback, nell’ovvio e condivisibile tentativo di non disorientare gli eventuali neofiti, si gioca la carta del prequel che, quasi testardamente e impermeabile a qualsiasi innovazione, si arrocca con tutte le forze alla tradizione.

Nel bel mezzo degli anni 80, lo spietato Prince ha sottomesso gli abitanti di un’immaginaria isola sudamericana con la forza del suo enorme esercito privato. Determinato a ristabilire l’ordine, il governo statunitense ha inviato sul posto alcuni agenti sotto copertura. Tra questi, c’è anche il militare di cui prenderete il diretto controllo e a cui darete volto e forma attraverso un rudimentalissimo editor. Suo e vostro compito sarà sgonfiare le pretese tiranniche del cattivone di turno, formando una compagnia di mercenari sostentata da sonanti dollari che verserete giornalmente sui loro conti bancari.

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Plot e sceneggiatura rispettano il tradizionale stile della saga. L’atmosfera è la stessa che si respira in un qualsiasi lungometraggio action contemporaneo agli anni in cui è ambientata l’avventura. Il perché e il come passa in secondo piano: l’importante è che si passi poco tempo a parlare e molto a sparare. I dialoghi non inspessiscono il debolissimo intreccio narrativo. Gli avatar di cui prenderete il controllo sono marionette prive di personalità, carattere, background. La trama procede spedita sino al prevedibile epilogo senza il benché minimo colpo di scena.

Una piattezza narrativa, comunque in linea con quanto ci aspettassimo, che purtroppo ben si amalgama con un gameplay anch’esso privo di guizzi d’originalità.

Sul campo di battaglia, si nota una certa cura per i dettagli. Ogni personaggio è caratterizzato da specifici parametri quali mira, abilità nel riparare gli oggetti e agilità, che influenza il numero di punti azione spendibili ad ogni turno. Ogni uccisione regala punti esperienza e, salendo di livello, i mercenari ottengono nuove abilità. I mercanti dei centri abitati sono

"Sul campo di battaglia, si nota una certa cura per i dettagli."

ben forniti ed è possibile acquistare armi, munizioni e gadget per incrementare la difesa. Le mappe sfoggiano una certa varietà: negli ambienti urbani vanno sfruttate le coperture per fiancheggiare i nemici, nella giungla è vitale tenere compatto il gruppo vista la scarsità di ripari. Anche le armi sono diversificate e ben bilanciate tra loro: l’usura le rende meno efficaci, caricarle con proiettili di marca differente avrà le sue ripercussioni in termini di potenza e precisione, ogni bocca di fuoco si rivela più indicata di altre in base alla distanza dei nemici e al loro equipaggiamento.

Se da un certo punto di vista sembra che non manchi nulla, guardando in profondità, Flashback rivela diverse criticità. Tanto per cominciare l’I.A. nemica. Salvo rari casi, non c’è tecnica più efficace, a qualsiasi livello di difficoltà, che piazzare i propri soldati intorno a uno passaggio stretto e attendere, pazientemente, il lento e ordinato sopraggiungere degli avversari che si faranno impallinare uno dopo l’altro. La progressione con cui vengono introdotte novità nel gameplay si attenua praticamente subito, nonostante l’idea di impadronirsi degli avamposti nemici, per incassare denaro con cui pagare i mercenari assoldati, tenti di insaporire la produzione con qualche feature presa in prestito dai gestionali. Come se non bastasse, persino navigare tra i menù è un’operazione problematica e per nulla piacevole: l’art design scelto rende difficoltosa la lettura, la gestione del roster e dell’equipaggiamento è compressa in un’unica (e striminzita) schermata.

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E che dire, infine dell’indecoroso aspetto estetico di Jagged Alliance: Flashback? Sebbene una grafica d’impatto non sia quasi mai tra le priorità di chi gioca a uno strategico, i ragazzi di Full Control si sono approfittati fin troppo dell’accondiscendenza del pubblico. Indipendentemente dal livello di dettaglio selezionato, sullo schermo si muoveranno figuri pressoché privi di lineamenti e pessimamente animati, in un mondo composto da squadratissimi oggetti appena abbozzati. Uno scempio su cui è davvero difficile soprassedere e che, speriamo, sarà il primo aspetto su cui lavoreranno gli sviluppatori a suon di patch post-lancio.

Jagged Alliance: Flashback non è uno strategico originale, bello da vedere e arricchito da una trama degna di un romanzo di Tom Clancy. E’ un prodotto venduto a un prezzo evidentemente sproporzionato (23,99 €), ma che può avere il suo senso. Soprattutto in vista dei nuovi contenuti e continui aggiornamenti promessi dal team di sviluppo, può rivelarsi ideale per neofiti e amanti del genere a caccia di qualcosa di più leggero e tradizionale. Vista l’agguerrita concorrenza su PC non sarà difficile preferirgli altro: nell’indecisione meglio attendere fino a un probabilissimo price cut.

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