Recensione: Jack Ryan: Top Secret Collection, il cofanetto Blu-Ray

Il cofanetto antologico sulle avventure di Jack Ryan si rivela solo un'uscita tecnica senza la minima cura o voglia di stupire l'appassionato dell'agente federale...

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Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p, 2.35:1

  • Audio:

    • 5.1 Dolby Digital: Italiano Francese Tedesco Spagnolo Portoghese

    • 5.1 Dolby TrueHD: Inglese

  • Sottotitoli: Inglese Italiano Tedesco Spagnolo Olandese Svedese Danese Finlandese Norvegese Polacco Rumeno Ceco Slovacco Portoghese Cantonese Indiano Coreano Mandarino Francese Tailandese Turco

  • 4 dischi 50gb

  • Region free

  • Amaray, Cofanetto

  • Prodotto da Paramount, distribuito da Universal.

  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT

Film

Da tempo la letteratura ha compreso come il mondo dello spionaggio bellico abbia il potere di attrarre un gran numero di lettori, che le avventure segrete di improbabili agenti governativi abbia un fascino esotico capace di far sognare e di alimentare l'immaginazione di chi le legge. I produttori cinematografici e televisivi hanno colto subito l'occasione e il genere spionistico, con tutte le sue varianti possibili, è diventato uno dei generi di punta delle grandi produzioni di massa, in particolare con il franchise simbolo, col quale, in un modo o nell'altro, tutti devono confrontarsi: 007. Ma l'immagine che questo franchise ha dato del mondo dello spionaggio, almeno al cinema, è una visione estremamente romantica, votata all'avventura e al farsesco come nella maggioranza dei fumetti supereroistici, conferendo quindi a questo mondo un appiattimento, una semplificazione votata al puro intrattenimento leggero, con armi improbabili, un eroe indistruttibile e nemici megalomani con piani di conquista del mondo. Insomma, per molto tempo gli spy movie hanno conosciuto un'incarnazione che seppur appagante da un punto di vista ludico, non dava giustizia a un mondo che realmente esiste e che spesso è più incredibile della fantasia.

Tom Clancy, uno dei più acclamati autori di best seller, è stato uno dei primi che ha rivoluzionato completamente il genere reinventandolo e promosso sotto l'etichetta del “techno-thriller”. I romanzi di Clancy promuovevano una visione assolutamente realistica e credibile del mondo dello spionaggio militare e dell'antiterrorismo, con una profonda ricercatezza nel tecnicismo, tra i metodi, le attrezzature e la gestione politica, proponendo storie dall'alto tasso adrenalinico, ma fondando le sue radici nella realtà e nella credibilità. Clancy ha portato, inoltre, l'attenzione sulla figura del tutto inedita del funzionario governativo, dell'agente dei servizi segreti, con il personaggio di Jack Ryan, il più famoso tra quelli da lui ideati. Probabilmente il nome a molti non dirà niente ma, con il personaggio di Ryan, Clancy ha potuto raccontare la vita di quegli agenti che si posizionano mezzani tra l'operativo sul campo, che compie materialmente la missione e i capi di governo che decidono il da farsi in una stanzetta buia. La figura di Ryan è quella di un analista, che raccoglie le informazioni, che indaga sulle prove e ricostruisce i fatti, partecipando talvolta anche all'esecuzione materiale. Questa è una visione del tutto inedita di agente governativo, del tutto realistica e credibile e con molta più profondità di quanta non ce ne sia in un affascinante supereroe in smoking.

Non c'è voluto quindi molto affinché anche il mondo del cinema si accorgesse dell'enorme potenziale che i racconti di Clancy su Jack Ryan potevano avere.

Così, grazie al produttore Mace Neufeld, è nata la prima delle avventure cinematografiche di Jack Ryan con il film Caccia a Ottobre Rosso, tratto dal romanzo La Grande fuga dell'Ottobre Rosso, ad oggi uno dei migliori thriller spionistici mai realizzati. Diretto da John McTiernan in quello che è il suo capolavoro, il film narra del comandante sovietico Ramius, alla guida dell'Ottobre Rosso, un nuovo sottomarino capace di una propulsione che non può essere rilevata dai radar nemici, che intende disertare e consegnare la potente arma agli americani. Questo scatena l'offensiva dei russi che intendono abbatterlo prima che possa raggiungere gli americani, che sono intenti a stabilire un contatto con Ramius, trasformando il tutto in una caccia senza tregua. Questo film rimane a tutt'oggi uno dei migliori, se non il migliore in assoluto, connubi tra intrattenimento intelligente e ricostruzione storico-tecnica. Montaggio perfetto, regia magistrale, scenografie eccellenti, una sceneggiatura impeccabile con dialoghi intelligenti e personaggi squisitamente caratterizzati e interpretati da attori immensi, tutti protagonisti, tra cui Sean Connery nel ruolo di Ramius, James Earl Jones nel ruolo dell'ammiraglio Greer, mentore e amico di Ryan e Alec Baldwin nel ruolo di Jack Ryan, qui tra le sue prime esperienze importanti, che rimane la miglior rappresentazione di questo personaggio: preciso nel lavoro, ancora ingenuo sulla politica militare, molto acuto e profondamente umano, con paure e ansie tali da renderlo un'assoluta novità in un genere che prima di allora aveva conosciuto solo eroi infallibili. Tutte queste caratteristiche, unite al gusto tipico di McTiernan per l'azione e la tensione, lo rendono un film assolutamente perfetto nel genere, capace di catalizzare l'attenzione con dialoghi tecnici ma mai noiosi e una progressione degli eventi incalzante, mai prevedibile. Ancora oggi uno dei massimi esponenti del genere.

Dopo il successo di Caccia a Ottobre Rosso, Mace Neufeld opziona i diritti di altri romanzi di Clancy con protagonista Jack Ryan. Per il secondo film, la scelta ricade su un adattamento di Attentato alla corte d'Inghilterra nel film Giochi di Potere. Diretto da Phillip Noyce e interpretato da Harrison Ford, che subentra al posto di Alec Baldwin, Giochi di Potere a differenza del film precedente si focalizza interamente sulla figura di Jack Ryan nelle vesti di uomo, marito, padre e infine agente governativo. Jack Ryan sventa involontariamente un nuovo attentato dell'IRA ai danni di un reale inglese. Nella colluttazione rimane ucciso il fratello minore di uno degli attentatori. Questo scatenerà la vendetta del fratello maggiore su Ryan e tutta la sua famiglia. In questo film, viene da se che l'elemento spionistico, in questo caso riguardante le operazioni di antiterrorismo inglese nei confronti dell'IRA, assuma un aspetto più circostanziale, lasciando tutto il resto a una vendetta privata violenta e alle sensazioni di Jack Ryan. L'interpretazione di Ford mostra un Ryan ormai avanti nella carriera, con il lavoro alla CIA ormai alle spalle, e che si dedica ad insegnare storia ad Annapolis. Un uomo onesto che rifugge la violenza. Ma i continui attentati di Sean Miller, l'attentatore in cerca di vendetta interpretato da un giovane Sean Bean, costringono Ryan a ritornare alla CIA e a una vita che non voleva più intraprendere, per poter sfruttare le loro risorse per la salvezza della sua famiglia. In questo senso, la migliore scena rimane quella dell'operazione americana per sgominare i campi della fazione di Miller nascosti in Nord Africa, visti attraverso il satellite. Ryan vede quindi l'operazione di assassinio, ricavata dalle sue informazioni e ne rimane sconvolto: Ford ne ricava un eccellente lavoro di espressioni senza dire una sola parola, colpendo lo spettatore per la sua umanità. Giochi di Potere è quindi un episodio di approfondimento sul personaggio di Ryan, piuttosto che un altro perfetto thriller sullo spionaggio come fu il precedente.

Il nuovo successo diede subito il via al terzo capitolo su Jack Ryan, con la riconferma di tutto il cast tecnico e artistico del precedente film, in Sotto il Segno del Pericolo, tratto dal romanzo di Clancy Pericolo Imminente. In questo film il thriller spionistico ritorna al centro della vicenda. La guardia costiera cattura una nave lungo il confine. A bordo trovano una famiglia uccisa da un gruppo di narcotrafficanti legati a un cartello in sud America. La famiglia in questione era vicina al presidente degli Stati Uniti, che darà il via a un’operazione clandestina contro i cartelli di droga. Il film trae spunto dallo scandalo politico Irangate durante la presidenza Reagan, concentrandosi sulle macchinazioni della politica statunitense, sull'uso e abuso del potere esecutivo. La complessità di un tema del genere è delineato con un occhio attento ai dettagli e allo scandire di una prosecuzione degli eventi assolutamente credibile, come negli episodi precedenti, dove eventi apparentemente separati si congiungono per delineare un disegno chiaro. Jack Ryan, nella narrazione filmica, dopo aver ripreso il suo ruolo, viene chiamato a diventare di fatto il vicecapo dei servizi d'informazione, sostituendo il suo mentore, l'ammiraglio Greer. Ben presto si renderà conto che la politica a Washington è un groviglio di sfumature di grigio, di compromessi sempre più azzardati, di decisioni sconsiderate prese da uomini che fanno i propri interessi. Tutto il film si basa sull’idea di mostrare i retroscena più bui della politica militare, dietro una maschera di thriller ricco di colpi di scena, storie intrecciate, tanti protagonisti e sequenze memorabili. Harrison Ford incarna ancora perfettamente l'uomo onesto e integro quale è Jack Ryan, che verrà messo a dura prova da un'istituzione che credeva candida. Il resto del cast annovera i nomi di James Earl Jones, l'unico ad essere apparso in tutti e tre i film nel ruolo di Greer, Donald Moffat, Willem Dafoe, Joaquim de Almeida e Henry Czerny. Memorabile la sequenza dell'attentato alla scorta del direttore della CIA, dall'alto tasso adrenalinico, come il finale con il salvataggio della squadra che aveva il compito di sgominare i cartelli della droga. Innovativo il duello informatico tra Ryan e Ritter, mentre il primo cerca di trovare i dati nel computer del secondo, in una sequenza raramente tanto realistica e ben diretta. Questo film chiude quindi con il botto quella che è stata una trilogia non programmata sulle avventure di Jack Ryan e una visione totalmente nuova, credibile e appagante del mondo dello spionaggio.

A circa otto anni dall'eccezionale Sotto il segno del pericolo, la Paramount ripropone la figura di Jack Ryan e il suo mondo nel film Al Vertice della Tensione, tratto dal romanzo di Clancy Paura senza limite. Diretto da Phil Alden Robinson e prodotto ancora una volta da Mace Neufeld e da Tom Clancy stesso, questo film non è da considerarsi come un quarto capitolo della serie, ma una rappresentazione del tutto nuova di Jack Ryan, appena agli inizi della sua carriera, ancora giovane, interpretato da Ben Affleck, che per la prima volta sperimenta le reali responsabilità che un analista della CIA è chiamato a prendersi. Nel film un neonazista compra una bomba a fissione inesplosa durante la guerra del Kippur, con l'intenzione di usarla per far scatenare una guerra tra gli Stati Uniti e la Russia. Fin dalla premessa ci si accorge che qualcosa non quadra. Questo film tradisce il fondamento base di tutte le precedenti incarnazione: il realismo. I film di Jack Ryan erano all'insegna del realismo e della credibilità, dando la sensazione che si stesse guardando fatti realmente accaduti, che fosse una ricostruzione storica sui retroscena dietro alla notizia appresa da un telegiornale. Qui la plausibilità viene messa a dura prova trasformando il film in una sorta di episodio di 007 all'epoca della paranoia della guerra fredda, tanto da sembrare un film del tutto anacronistico. La presenza di un cattivo tanto dichiarato, che si arriccia i baffi e che ha una cerchia di altri supercattivi, annienta qualsiasi pretesa di credibilità e serietà, trasformando il film in un grosso fumettone senza pretese. Nonostante ciò, il film in se funziona, mantiene alta la tensione e l'interesse per le vicende. I personaggi sono delineati, grazie a un cast di alto livello che annovera nomi come Morgan Freeman, James Cromwell, Ciaràn Hinds, Liev Schreiber e Colm Feore, che generalmente funzionano tra di loro. Vengono a mancare però i dialoghi brillanti e l'atmosfera (che vorrebbe essere seria) e sembra di assistere più a una rappresentazione televisiva di basso livello. Insomma, il rilancio di Jack Ryan, che cerca di colpire i giovani con la spettacolarizzazione, finisce per essere un vero tonfo che non soddisfa nessuno, specie chi cercava una variante valida ai vari Mission Impossible e 007.

In ogni caso è un fatto che le avventure di Jack Ryan abbiano portato una ventata di aria fresca e una nuova concezione seria e appagante al genere spionistico, rappresentando una delle più alte vette mai realizzate.

Video

In concomitanza con l'imminente uscita cinematografica del film Jack Ryan: L'Iniziazione, di Kenneth Branagh, la Paramount ripropone tutto il franchise di Jack Ryan in una raccolta antologica delle sue avventure in alta definizione Blu Ray.

A scanso di equivoci, questo cofanetto non presenta nessuna nuova edizione dei quattro film su Jack Ryan, ma raccoglie semplicemente le edizioni già uscite sul mercato da diverso tempo, senza presentare nessuna novità, nemmeno in termini di contenuti speciali, cosa che, come vedremo, porterà non pochi problemi nella valutazione tecnica.

L'edizione si presenta su quattro dischi, uno per film, contenuti nei loro rispettivi amaray e il tutto racchiuso in un contenitore di cartone rigido e stampa enbossed. Nessuna copia DVD o codici per la digital copy.

Tutti e quattro i film sono stati girati in 35mm Panavision anamorfico, tuttavia i risultati qualitativi sono assai differenti con una curva discendente a causa di una metodologia disgraziatamente piuttosto tipica per la Paramount.

Caccia a Ottobre Rosso è l'unico del lotto da assolvere completamente e che regala le maggiori soddisfazioni. Il master è un vecchio telecine di un interpositivo, ma di buona fattura tale da regalare una resa filmica da proiezione discretamente appagante. La scansione è riuscita a catturare tutti i dettagli fini del master a disposizione, in particolare la struttura della grana, che si presenta di dimensioni abbastanza generose e tendenzialmente fitta. Il master presenta diversi segni di usura, come sporadiche spuntinature nere, peli o graffi, inoltre il quadro non è sempre stabile, qualche lieve sfarfallio ed oscillazione possono fare capolino. A questo si aggiungono le solite caratteristiche dell'anamorfico, con deflessioni ai vertici e qualche sfocatura. La texturizzazione è di buon livello, gli incarnati dei primi piani appaiono realistici e sufficientemente microdettagliati, ma la definizione cala sensibilmente nei campi medi e lunghi, con elementi che si fanno sfumati e fusi sullo sfondo. Cali ulteriori si verificano nelle sequenze con gli effetti ottici, ma non tali da essere problematici. Si può notare un lieve uso di Edge Enhancement in particolare nei campi lunghi, ma questo non arreca particolare disturbo. Il croma presenta le tipiche limitazioni di queste vecchie scansioni, con i soliti limiti, molto tenui e con dominanti sospette, ma non tali da alterare completamente la fotografia. Nel complesso la visione è assai piacevole e naturale, dando una piacevole sensazione di proiezione, ma è indubbio che un nuovo master partendo dall'interpositivo originale avrebbe migliorato di molto il risultato finale.

La parabola discendente inizia con Giochi di Potere. Anche in questo caso, il master usato è un vecchio telecine di un interpositivo e presenta di base i medesimi problemi del precedente titolo, come l'usura del master e il limitato campionamento della colorimetria. A peggiorare la situazione ci pensa il solito modus operandi della Paramount, che pensa di rendere più attraenti vecchi master “migliorandoli” con un uso più o meno intensivo di filtri Edge Enhancement e DNR. Come è ben noto, la funzione di questi filtri è quella di esaltare i bordi e ridurre il rumore. Ciò che fanno realmente è quello di distruggere il quadro di partenza eliminando strati di dettaglio, trasformando il quadro in un dipinto a olio in movimento. In questo caso i danni non sono gravi, ma risultano evidenti in particolare per chi ha occhio: la grana subisce dei congelamenti anomali sullo sfondo per poi liquefarsi durante i movimenti. I dettagli fini sono spariti e quelli medio grossi appaiono grossolani e sformati. Gli incarnati sono innaturalmente gonfi e risaltati e fa capolino qualche lieve effetto moiré. I campi lunghi sono maggiormente colpiti da questi effetti. Nel complesso, tuttavia, il risultato può ancora essere definito discreto, ma è evidente che poteva quantomeno stagliarsi sul livello qualitativo del primo film se questa generosa mano di filtri non fosse stata apportata.

La situazione diventa critica con Sotto il segno del pericolo, che disgraziatamente ha subito lo stesso destino del suo predecessore, ma in maniera molto più intensificata. Si tratta sempre di un telecine di un interpositivo, con tutti i limiti già ampiamente segnalati. L'effetto dei filtri qui arriva a livelli non più ammissibili, il DNR ha totalmente annientato non solo il microdettaglio, ma anche quello più grande e grezzo. I primi piani sugli attori sembrano quelli su una statua di cera, talmente appaiono lisci e irrealistici, con un effetto totalmente glossy che nulla a che vedere con una rappresentazione fedele di una pellicola. Edge Enhancement da il colpo di grazia, gonfiando a dismisura i bordi, aumentando quindi quell'effetto plastico che fa sembrare il film più un componimento digitale da Uncanny valley. Sorprendentemente è migliore il profilo cromatico, con colori più brillanti e vivi, ma non basta certo questo a salvare il risultato complessivo.

Lascia invece interdetti Al Vertice della Tensione, il cui master proviene sempre da un telecine di un interpositivo. Se apparentemente l'immagine appare come granitica e solida, ricca di dettagli, la realtà è che l'uso di filtri anche in questo caso è implacabile e lascia tutti i segni tipici di appiattimento e sparizione del dettaglio generale, con una sensazione di plasticità nella resa generale. L'illusione è data dalla percezione di una grana fine per tutto il quadro, che in realtà sembra più un rumore digitale aggiunto, come a voler coprire i danni effettuati, ma che subisce la stessa manipolazione della vera grana con i filtri digitali. Non convince nemmeno il contrasto, che appare assai spinto, con bianchi bruciati e neri fin troppo affogati, influenzando anche il resto della colorimetria con tonalità troppo accese.

Insomma, è evidente che tutti e quattro i film hanno subito edizioni realizzate al risparmio e senza cura, di cui si salva soltanto Caccia a Ottobre Rosso per la semplice onestà di non essere stato massacrato da un uso smodato di filtri digitali. Un gran peccato per dei film che sono tra i migliori esponenti di un genere.

Audio

Il set audio proposto da Paramount per i quattro film di Jack Ryan è il medesimo e non si discosta dai precedenti titoli della major: il doppiaggio italiano presenta un mix 5.1 per tutti i film in Dolby Digital a 640 kbps, mentre l'inglese originale gode della codifica lossless Dolby TrueHD, sempre a 5.1 canali.

I mix italiani rispondono molto meglio del previsto. I dialoghi sono chiari e totalmente integrati nella scena, forse solo leggermente scollati in Caccia a Ottobre Rosso. La separazione e direzionalità è esemplare, gli effetti sono potenti e senza picchi di saturazione. Nei missaggi italiani si perde un po' di ricchezza nelle frequenze, ma senza danni gravi. Al Vertice della Tensione è quello realizzato con più cura e la differenza con l'audio inglese è minima. I posteriori lavorano bene e sono presenti durante le varie scene d'azione. Decisamente nel pieno e a volte oltre gli standard minimi, anche delle produzioni odierne, rendendola di fatto la migliore offerta di queste edizioni, almeno dal lato tecnico.

Extra

A deludere maggiormente edizioni che sono tutt'altro che appaganti, ci pensa un debole e addirittura ridotto per l'Europa bagaglio di contenuti speciali. Solo per i primi tre film sono presenti degli extra che si limitano a dei brevi e concisi dietro le quinte dei vari film, con interviste varie e qualche incursione sui set. Per un totale di una mezzora circa. Caccia a Ottobre Rosso è supportato dal commento audio del regista, che però non è sufficiente a salvare un comparto nel complesso deludente. Al Vertice della Tensione perde addirittura i pochi extra che conservava nella corrispettiva edizione americana, ossia i due commenti audio da parte del regista e dell'autore del romanzo originale e i due dietro le quinte con uno sguardo sugli effetti speciali. Un ulteriore smacco sempre ai danni dell'utenza europea. Troppo poco.

  • Caccia a Ottobre Rosso

    • Commento del regista John McTiernan

    • Sotto la superficie: interviste al cast e alla troupe

    • Trailer cinematografico

  • Giochi di Potere

    • Giochi di potere visti da vicino

    • Trailer cinematografico

  • Sotto il segno del pericolo

    • Dietro il pericolo: interviste al cast e alla troupe

    • Trailer cinematografico

Conclusioni

Il cofanetto antologico sulle avventure di Jack Ryan si rivela solo un'uscita tecnica senza la minima cura o voglia di stupire l'appassionato dell'agente federale. I film sono presentati nelle medesime condizioni di quando uscirono sul mercato diverso tempo fa, portandosi dietro tutti i gravi difetti e la scarsità di contenuti che li avevano contraddistinti. Tuttavia sarebbe impossibile sconsigliarne l'acquisto considerando i film che rappresentano, ma va tenuto conto che il mercato ha innumerevoli esempi di come dovrebbero essere tratti i film in alta definizione e che simili edizioni andrebbero quanto meno fortemente criticate. Un vero peccato.

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