Recensione - inFamous: Second Son - Cortina Fumogena
Deslin è una sorta di misto fra Peter Parker, dal lato della personalità, e Rogue degli X - Men per quanto riguarda i poteri
inFamous arriva su Playstation 4 e diventa la prima vera killer application della nuova macchina Sony...
Sono passati sette anni dagli eventi di inFamous 2 e, per evitare nuovi casi come quelli di Empire City e New Marais, il governo americano ha creato un'agenzia governativa atta al contenimento dei conduit, ovvero delle persone che manifestano poteri fuori dalla norma. In pochissimo tempo il Department of Unified Protection ha, de facto, imposto la legge marziale nelle maggiori città degli Stati Uniti e studia un piano per eradicare gli ultimi scampoli di democrazia utilizzando i poteri "rubati" ai conduit, ribattezzati bioterroristi. Nei panni di Delsin Rowe, un ragazzo di ventiquattro anni in grado di assorbire i poteri degli altri mutanti, dovremo esplorare Seattle, nuovo quartier generale del DUP, e trovare un modo per mettere fine al regno di terrore creato dai nostri antagonisti. Leggendo questa piccola sintesi delle vicende narrate in Second Son si nota subito come i ragazzi di Sucker Punch abbiano pescato a piene mani alcune delle suggestioni più classiche dei fumetti supereroistici, soprattutto quelli dedicati agli X - Men. Impossibile non notare i riferimenti a Giorni di un Futuro Passato. La narrazione, in ogni caso, pur procedendo in maniera piuttosto innocua non ha grandi guizzi di sceneggiatura e sconta un po' l'eccessiva gigioneria del protagonista: Deslin è una sorta di misto fra Peter Parker, dal lato della personalità, e Rogue degli X - Men per quanto riguarda i poteri, per questo motivo durante il gioco si susseguono battute, frasi a effetto e momenti più o meno comici che, pur risultando riusciti a tratti, stridono con la cupezza generale dell'ambientazione.
Dal lato del gameplay Second Son non si discosta troppo dai due giochi precedenti ma sfrutta la maggior potenza bruta di Playstation 4 per trasformare Seattle in un enorme parco giochi a disposizione del giocatore. La città è stata ricostruita fin nei più piccoli dettagli e nei panni di Delsin potremo esplorarla nella sua interezza, dagli slum fino alle cime dei grattaceli. Grazie al principale potere del nostro protagonista, la capacità di trasformarsi in fumo, avremo la possibilità di sfruttare i condotti di areazione e di attraversare come se nulla fosse i muri e i cancelli meno spessi. Inutile dire che pure nei combattimenti potremo usare le nostre abilità, creando potentissimi missili di fumo oppure lanciando dei fumogeni per distrarre i nemici o, ancora, evitando i proiettili cambiando la composizione fisica del nostro corpo. Per non rimanere mai indifesi, però, dovremo continuamente assorbire nuovo fumo e, per questo motivo auto in fiamme, comignoli e incendi diventeranno i nostri migliori amici. Una volta esaurita la barra del fumo, infatti, Delsin sarà pressoché indifeso di fronte ai soldati del DUP e uno scontro a viso aperto ci condurrebbe a morte certa. Come i due capitoli precedenti, anche Second Son basa buona parte del gameplay sulla dicotomia fra eroe e nemico pubblico facendo pesare ogni nostra azione in termini di karma positivo o negativo. Risparmiare un nemici inerme ci renderà più amati, mentre sacrificare civili innocenti ci spingerà verso il "lato oscuro". Abbiamo fatto un esempio piuttosto manicheo perché, purtroppo, anche questo nuovo inFamous non riesce a rendere il sistema delle scelte morali più sottile, meno sbattuto in faccia al giocatore; si passa dal bianco al nero senza nessun tono di grigio. Il peso delle scelte, di fatto, non esiste e, comunque, siamo sempre in grado di correggere il tiro magari evitando il finale "cattivo" pur avendo passato due terzi del gioco ad ammazzare civili e facendo esplodere auto.
Tecnicamente inFamous: Second Son si attesta su altissimi livelli, alcuni scorci di Seattle fanno mancare il fiato (soprattutto quando ci si arrampica in cima agli edifici più alti) mentre la gestione degli effetti particellari, fondamentale dato che l'intero gameplay del gioco si basa sul fumo, è pressoché perfetta. Sucker Punch, inoltre, ha fatto un grande lavoro di motion capture, coinvolgendo due attori storici della scena videoludica ovvero Troy Baker (doppiatore, fra gli altri di DeWitt in Bioshock Infinte e Joel in The Last of Us) e Laura Bailey, interprete di molti ruoli nei vari Elder Scrolls e in Final Fantasy. Il risultato finale è un prodotto che mostra chiaramente l'impegno di Sony e la volontà di continuare a migliorare il franchise di inFamous rendendolo uno dei titoli di punta della softeca di Playstation 4. Second Son rappresenta un ulteriore passo in questa direzione e si conferma un titolo solido anche se non perfetto come qualcuno aveva sperato.
Tipologia di Gioco:inFamous Second Son è un action free roaming in cui, nei panni di un mutante, dovremo sconfiggere una malvagia agenzia del governo americano che sta architettando un colpo di stato. Come i due capitoli precedenti anche Second Son fa largo uso di un sistema di ricompense basato sul karma, ovvero sull'allineamento morale delle nostre azioni. Comportandoci bene avremo un finale da eroe, mentre comportandoci male dovremo prenderci la responsabilità delle nostre azioni.
Come è Stato Giocato:Abbiamo testato inFamous: Second Son grazie a una copia di review gentilmente fornitaci da Sony, per scrivere questo pezzo abbiamo completato il gioco.