Recensione: Il Maratoneta, il Blu-Ray

Esordio in alta definizione per Il Maratoneta, ma si tratta più di un'uscita tecnica di basso profilo, totalmente priva di contenuti speciali e con un comparto tecnico modesto...

Condividi

Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p, 1.78:1

  • Audio:

  • 2.0 Mono Dolby Digital: Italiano Spagnolo Tedesco Portoghese Francese

  • 5.1 DTS HD Master Audio: Inglese

  • Sottotitoli: Inglese NU Giapponese Spagnolo Francese Italiano Tedesco Svedese Finlandese Norvegese Danese Olandese Portoghese

  • 1 disco 50gb

  • Region free

  • Amaray

  • Prodotto da Paramount, distribuito da Universal.

  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT, UK, DE, FR, ES.

Film

Thomas Babington "Babe" Levy è uno studente universitario di storia in procinto di laurearsi, dal carattere timido e introverso, con la passione per la maratona. Quando suo fratello maggiore gli fa visita in città, rimane invischiato in fatti molto più grandi e complessi di lui che cambieranno per sempre la sua esistenza.
Tratto dal romanzo di William Goldman, che ne curò anche la sceneggiatura, Il Maratoneta è un capolavoro cinematografico firmato John Schlesinger, diventato un classico americano immortale.

Un thriller emozionante ed inquietante, tanto quanto i temi da cui trae origine, come il nazismo, il maccartismo e la tirannia. Un racconto duro e crudo, che lascia svuotati per la crudele realtà che vuole raffigurare. Una storia di spionaggio distorta che trasuda tutti i mali della società moderna, con un governo ipocrita (rappresentato dal ghigno falso di William Devane), che non si fa scrupoli a compiacere e a stringere la mano ad un efferato assassino nazista, (un male seminale incarnato dall'agghiacciante interpretazione di Laurence Oliver), tradendo i suoi stessi uomini e l'America dell'uomo comune (un umanissimo Dustin Hoffman), che rimane accecato dall'orribile verità.

Immortale la sequenza della tortura odontoiatrica attuata da Oliver ai danni di Hoffman, in cui la battuta “E' sicuro?” è scolpita nella mente dello spettatore come un presagio di qualcosa di orribile. E sicuramente memorabile Oliver che passeggia nel quartiere ebraico, in cui subisce il terrore e l'angoscia che ha fatto provare a un intero popolo, nella classica legge del contrappasso.

Un titolo non certo facile da digerire, che non offre risposte, ne una morale, ma un vortice di emozioni che esplodono come un'eruzione vulcanica, che segnano la visione di un'opera d'arte di rara fattura.

Video

Evitando, almeno per il momento, il mercato statunitense, Il Maratoneta approda nello scenario europeo ed italiano in alta definizione Blu Ray, in una edizione a disco singolo e confezionata in amaray. Il capolavoro di Schlensinger esce quindi senza clamori, in una edizione semplice, senza alcuna formula triple play o altre amenità di sorta. Si tratta di un'uscita tecnica, ne più ne meno e come tale è presentata.

Il Blu Ray in questione gode di un vecchio trasferimento del girato originale in 35 mm sferico, in buone condizioni fisiche, senza graffi o strappi, ne bruciature, ma si possono notare spuntinature sporadiche. Il quadro tuttavia è ben lungi dall'essere memorabile: da una discreta texturizzazione, i primi piani appaiono discreti, assenti dal microdettaglio a cui siamo abituati e quindi con incarnati non proprio realistici, afflitti da una struttura granitica abbastanza spessa e pastosa, bene evidente nelle sequenze più scure. Le cose non migliorano nei campi lunghi, con elementi appena distinguibili, fusi con lo sfondo e assenti di particolari.

Cromaticamente il risultato è povero, con una palette di colori monotoni, dominati grigi, spenti e nessuna brillantezza, con bianchi leggermente bruciati, ma che non si mangiano i toni più alti come il pallido azzurro del cielo, grazie a un contrasto ben bilanciato che non inghiotte le sequenze scure, nonostante un nero tutt'altro che ricco. La tridimensionalità è del tutto inesistente, i campi lunghi o i primi piani non offrono nessuna profondità o volume di sorta. Nelle sequenze scure è possibile scorgere un persistente sfarfallio dell'emulsione della grana, non tanto per colpa del girato quanto piuttosto del trasferimento. Benché il quadro non raggiunga i vertici di alto standard a cui siamo abituati, anche con film coetanei come Lo Squalo, ha il pregio di non essere stato distrutto dall'uso dei filtri e che quindi conserva tutte le caratteristiche del master, seppur modesto.

Audio

Nel set audio presentato, solo l'originale inglese gode di una nuova pista a 5.1 canali in DTS HD MASTER AUDIO, mentre tutti i doppiaggi, italiano incluso, sono relegati nella loro forma originale monofonica in Dolby Digital.

A dispetto delle aspettative, l'italiano suona meglio del previsto, con dialoghi abbastanza chiari e senza problemi di intelligibilità, benché lievemente scollati dal resto dell'audio. Le musiche riempiono il canale, ma non godono di molta pulizia, come tutta la traccia che mostra un lieve fruscio di fondo. Qualche lieve problema di saturazione nei picchi, ma senza che questo intacchi la, generalmente, buona qualità del sonoro. Gli effetti come gli spari sono totalmente tipici e non propriamente realistici, ma anche in questo caso non sono un problema particolare. La traccia inglese, benché offra un sound di livello superiore, non nasconde minimamente le sue origini monofoniche, presentando una traccia tutt'altro che ricca e con una direzionalità e separazione dei canali assai limitata, con posteriori non pervenuti e un sub a riposo. Chiaramente è più un problema del film in se che del mix adottato.

Extra

Nessun contenuto speciale è stato inserito in questa edizione, cosa assai grave considerando la portata del film e le influenze che ha avuto sul cinema americano.

Conclusioni

Il Maratoneta esordisce in alta definizione con una uscita tecnica di basso profilo, totalmente priva di contenuti speciali e con un comparto tecnico di modesto valore. Nonostante tutto l'acquisto è consigliato, benché con riserva e a un prezzo concorrenziale, non solo agli appassionati del film in se, ma anche agli appassionati di cinema. In ogni caso, un titolo come questo, avrebbe meritato qualcosa di più.

Continua a leggere su BadTaste