Recensione: I Bambini di Cold Rock in Blu-Ray Disc

Anche nel caso di I Bambini di Cold Rock i problemi di authoring affliggono l'edizione home video in Blu-Ray...

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Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p, 2.40:1

  • Audio: 5.1 DTS HD Master Audio: Italiano Inglese

  • Sottotitoli: Italiano NU

  • 1 disco 25 gb

  • Region B

  • Amaray

  • Prodotto da Moviemax, distribuito da Universal.

  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT.

Film

Cold Rock è una città sul viale del tramonto a causa della mancanza di lavoro dopo la chiusura della miniera, i suoi cittadini vivono di stenti. Ma un fatto, assai più inquietante, da un po' di tempo sta allarmando la piccola comunità: molti bambini stanno sparendo nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. I cittadini del luogo, con il susseguirsi di dicerie e superstizioni, hanno dato delle fattezze a colui, secondo loro, sta rapendo i loro bambini: l'Uomo Alto. Julia, un'infermiera vedova, sembra essere l'ultima vittima della creatura, rapendo il suo bambino. Ma forse, dietro tanta superstizione, si nasconde una realtà ben diversa.

Pascal Laugier deve la sua attuale fama al film Martyrs, un horror francese che ha conquistato la comunità di fanatici del cinema dell'orrore, rivitalizzando l'industria francese in tal senso. Martyrs, per usare un eufemismo, era un film controverso, sia per il tema trattato, che per la messa in scena che ne deriva, carico di quanto mai eccessiva pretenziosità. I fan dell'orrore l'hanno adorato per le visioni estreme e sanguinolente che mostrava, intrise di un'aurea di malato misticismo, mentre un'altra fetta di pubblico ha etichettato il tutto come “degno della peggiore macelleria senza controllo delle norme igieniche”. Quale sia l'opinione di quel film, non c'è dubbio che meriti l'appellativo di cult e che ha fatto discutere, in un modo o nell'altro.

I Bambini di Cold Rock è il suo primo film in lingua inglese, produzione franco-canadese, girato in Canada. Chi si aspettava un “Martyrs 2”, ne rimarrà profondamente deluso. Qui non ci sono ragazze scarnificate, ne vecchie pazze che voglio mistiche rivelazioni sull'aldilà. Il film ruota attorno a una donna, l'eterna sottovalutata Jessica Biel, che cerca di riavere il figlio rapito da questa misteriosa entità, l'uomo alto, attraverso un lungo inseguimento in una cittadina di frontiera. Il problema del film, che poi era uno dei tanti problemi di Martyrs, è questo suo continuo cambiare le carte in tavole, facendo cambiare repentinamente genere al film, che passa dall'horror, al thriller fino allo sfociare nel drammatico più pomposo e pretenzioso possibile. Questo continuo volta faccia, presto conduce a un totale disinteressamento delle vicende, compreso il suo assurdo finale, lasciando molto poco nello spettatore. Il rammarico è doppio, dato che l'autore in questione conosce molto bene l'horror americano e i suoi archetipi e, per la prima metà del film, riesce nell'incredibile compito di portare tensione e dei sani e genuini spaventi. Un solido prodotto di genere, almeno questo poteva essere, perché l'ultima parte, quando si svela la verità lascia un senso di vuoto e di fastidio, specie quando viene chiesto allo spettatore di prendere sul serio il tema di fondo e i suoi risvolti sociali nella realtà, scadendo nel patetico. Ciò che fa funzionare parte del prodotto è proprio l'energica interpretazione della Biel, dove probabilmente mostra la sua migliore prova in tal senso: autentica nel trasmettere tutto quel vortice di emozioni e sofferenza che la protagonista prova.

Insomma, I Bambini di Cold Rock probabilmente sarà destinato a finire nel dimenticatoio, non avendo alcuna attrattiva per i fan di Martyrs ne interesse per tutti gli altri spettatori, lasciando la prova di Jessica Biel come unico motivo per vedere questo film. Troppo poco purtroppo.

Video

Approda nel mercato home video in alta definizione Blu-Ray, l'ultima fatica di Pascal Laugier sotto l'etichetta italiana Moviemax, su distribuzione Universal.

L'edizione si presenta senza alcun fronzolo di sorta con una semplice confezione in amaray, al cui interno troviamo solo il disco contenente il film in HD e qualche extra. Nessuna copia DVD o quant'altro.

Spesso è stato stabilita l'importanza della compressione video, dell'authoring, all'interno di una edizione Home Video di un film. La compressione determina, alla fin fine, la qualità finale di un video, indipendentemente dalla bontà del materiale compresso. Se la compressione è inefficiente, non importa se il materiale proviene da una scansione a 16K di una pellicola da 120 mm, il risultato non riuscirà a riprodurre fedelmente il girato. Purtroppo, gli appassionati di home video, hanno fatto presto i conti con questo problema che è uno spauracchio ogni volta che, a far uscire un nuovo film in Blu Ray, è una casa di produzione italiana o comunque non una major americana. Si potrà dire tutto delle major americane, ma sui concetti base di come si deve fare un Blu Ray, non c'è mai stato niente da dire, se non nei primissimi anni del formato, ma ormai si parla di tantissimo tempo fa. In Italia, purtroppo, questo problema non è mai stato completamente risolto e spuntano sempre tantissimi titoli che portano con sé infelici conseguenze di una mala gestione dell'authoring video.

Come ormai avrete capito, I Bambini di Cold Rock si aggiunge alla lunga lista di questi titoli maltrattati.

I Bambini di Cold Rock è stato girato interamente in digitale in Red One MX a 4.5K di risoluzione per un master digitale finale a 2K (digital intermediate).

E' difficile riuscire a separare i pregi e i difetti del video dai problemi dell'authoring, quindi, in un modo o nell'altro si parlerà di entrambi gli aspetti, legati intrinsecamente.

Il quadro video è fortemente limitato dalle scelte cromatiche usate, infatti il titolo ha una predominanza assoluta di variazioni di grigi e i pochi altri colori appaiono fortemente desaturati. Ciò serve a caratterizzare il tono del film e dello stato di degrado dell'ambiente, chiaramente una scelta artistica. L'edizione italiana ha localizzato interamente il video e, come accade in questi casi, legato appunto all'authoring finale, la gamma risulta abbastanza alterata verso l'alto, rendendo il tutto più luminoso del previsto. Il livello del nero infatti è molto piatto, un grigio chiaro fangoso praticamente, tendendo ad ingoiare elementi della scena presenti nelle basse luci. Qui poi viene il problema principale: il video presenta ovunque problemi marcatissimi di color banding. Lo si nota principalmente con i cambi graduali di esposizione dove le sfumature assumono diversi strati netti di colore. Ma non solo, nelle basse luci sono presenti evidenti artefatti di compressione, dove l'esempio più clamoroso è quando Julia si mette a leggere un libro dopo essersi ubriacata. L'alterazione della gamma e i problemi di banding associati, portano anche a altri fenomeni. Verso la fine del film, quando l'uomo alto porta Jenny dalla sua nuova madre, il suo volto, nella penombra sembra inglobato in un buco nero innaturale e il banding intorno alla sua fisionomia, fa sembrare il viso dipinto. Altri effetti di questo connubio porta alla fusione di elementi su due piani distinti: venendo a mancare uno step di gradazione inferiore, più elementi si ritrovano ad avere la stessa gradazione del livello del nero, finendo con il fondersi tra di loro. Il dettaglio generale non è particolarmente ricco, ma alcuni primi piani non sono affatto male, benché gli incarnati non appaiono molto solidi. Le cose sono identiche anche nei vari panning sulla città, benché gli elementi sono indubbiamente distinguibili. Nessuna forma di rumore, ma va detto che questo elemento è sicuramente stato mutato in artefatti della compressione.

Insomma, ovunque ci si rigiri, il video non funziona, l'operazione appare dilettantesca e i problemi sono fin troppo evidenti per essere ignorati, benché comunque siamo sopra la sufficienza in generale. Essendo Moviemax uno dei maggiori produttori cinematografici del nostro paese, sarebbe richiesto un maggiore impegno in tal senso.

Audio

Le cose cambiano diametralmente nell'apparato audio, che si pone come incredibilmente solido e performante. Entrambe le tracce, l'italiano e l'inglese originale, sono encodate in DTS HD Master Audio e mixate in 5.1 canali.

Che si scelga di ascoltarlo in inglese o in italiano, il risultato non cambia, siamo di fronde a un mix eccezionale, con dialoghi solidi e possenti, perfettamente chiari all'ascolto in ogni circostanza. Gli effetti sonori sfruttano perfettamente il dominio della dinamica, con bassi ricchi e potenti, senza mai effetti di distorsione. Anche la musica, che si pone con un perfetto tappeto per tutti gli altri suoni, avvolge le scene e coinvolge lo spettatore nelle sequenze più concitate. Impossibile riuscire a trovare un difetto, di tratta di un mix che restituisce totalmente ciò che è stato inciso per il film.

Extra

Il punto più basso di questa edizione è sicuramente raggiunto dal mortifero comparto extra, il cui unico contenuto è la presenza di tre intervista, Jessica Biel, Stephen McHattie, Clement Miserez e Pascal Laugier, che discutono del film, senza però rivelare niente di approfondito sulla lavorazione dello stesso. Nessun dietro le quinte o altro. Purtroppo questo è un problema generale delle edizioni italiane, come per l'assenza di sottotitoli in inglese, che non può essere risolto. L'offerta sarà sempre molto limitata in tal senso.

  • Trailer Originale

  • Trailer Italiano

  • Interviste a Jessica Biel, Stephen McHattie, Clement Miserez e Pascal Laugier

Conclusioni

I Bambini di Cold Rock è un film che trova difficile la sua collocazione verso il pubblico, non riuscendo ad offrire niente ai fan di Martyrs, ne al pubblico generalista. Consigliare questa edizione in Blu-Ray, con tutti i suoi problemi di authoring, è un problema ancora più complesso...

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