Recensione - Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection
Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection ci mostra quanto sia difficile il lavoro della idol giapponese
[caption id="attachment_130154" align="aligncenter" width="600"] Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection[/caption]
Producing Perfection, come gli altri episodi di Hyperdimension Neptunia, si svolge nel mondo fittizio di Gameindustri, una realtà parallela nella quale console e videogiochi hanno assunto una forma umana. a Gameindustri regnano quattro sovrane, Neptune, Noire, Blanc e Vert, ognuna riconducibile alle console delle principali case produttrici di hardware ovvero Sega, Sony, Nintendo e Microsoft. Queste ragazze, chiamate nel gioco CPU, si stanno scontrando con un grave problema: la loro popolarità è scesa ai minimi storici, rubata da un gruppo di misteriose idol, le MOB48, che di settimana in settimana si sono pericolosamente guadagnate il consenso e la simpatia di gran parte della popolazione. Per combattere questo fenomeno le CPU decidono di scendere a loro volta nel mondo delle idol e per riuscire nella missione evocano un produttore da un’altra dimensione. Questo magico produttore non è altri che il giocatore stesso, al quale sarà affibiato l’ingrato combito di gestire in tutto e per tutto la carriera delle quattro CPU per riportarle sulla cresta dell’onda. Si, una trama decisamente fuori di testa, dobbiamo però ammettere che i siparietti e le situazioni che si vengono a creare tra le quattro CPU sono molto simpatici in quanto vanno ad attingere a piene mani dal mondo videoludico, con oltretutto sottili riferimenti allo scottante tema della console war. Questo aspetto del gioco è forse quello più riuscito, quello che maggiormente riesce a coinvolgere il giocatore in quanto, purtroppo, gli altri comparti del gioco sono ben lontani dall’essere divertenti o intriganti.
Il gameplay di Producing Perfection, come già accennato, è improntato sostanzialmente sul gestire la carriera delle quattro CPU, in modo da portarle nel giro di 180 giorni in testa alle classifiche di Gameindustri. Al giocatore verrà data la possibilità di far compiere alle idol varie azioni legate a quattro principali macro aree ovvero lavorare, prendere lezioni, rilassarsi ed effettuare concerti. Quando le ragazze lavoreranno o prenderanno lezioni aumenteranno di conseguenza le loro statistiche così da poter ottenere punteggi migliori durante le esibizioni. Tutto ciò comporta però un aumento dello stress, che potrà essere abbassato soltanto attraverso attività ludiche come chiacchierate, passeggiate romantiche, appuntamenti o interazioni con le altre CPU. Sia chiaro, ognuna di queste azioni si risolve con una manciata di righe di testo e nulla più e purtroppo la loro esecuzione in sequenza diventerà presto ripetitiva e noiosa.
Il lavoro giornaliero di allenamento culmina, come è logico aspettarsi, con un concerto, che potrà essere eseguito soltanto quando la nostra beniamina avrà raggiunto un certo livello di gust. Questa fase, che dovrebbe essere il fulcro vero e proprio di ogni idol master che si rispetti, purtroppo non funziona affatto bene nel titolo Nis. Essa si divide in due parti: la prima di pianificazione, dove dovremo sistemare il palco, vestire la nostra idol e scegliere effetti speciali e canzone da eseguire, la seconda di direzione vera e propria della regia del concerto. Se la prima parte è tutto sommato buona, con un discreto numero di opzioni tra cui scegliere, è nella seconda che risiedono i maggiori problemi. La gestione del concerto è infatti molto limitata e noiosa, tanto che al giocatore sarà affidato giusto il compito di manovrare la telecamera ed azionare qualche effetto scenico. Il criterio con cui vengono assegnati i punti al termine dell’esibizione è oltretutto poco chiaro: teoricamente si dovrebbe accontentare il pubblico inquadrando in maniera accattivante la idol o azionando gli effetti al momento giusto, nella pratica però non viene minimamente indicato come svolgere correttamente queste azioni.
[caption id="attachment_130156" align="aligncenter" width="600"] Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection - screenshot[/caption]
La povertà del gameplay è seconda solo alla povertà del comparto tecnico: la maggior parte del gioco è composta infatti da schermate statiche tutte uguali tra loro, che si differenziano giusto per qualche sfondo e nulla più. Tutti i dialoghi, le azioni e gli eventi si risolvono con l’artwork di quella o quell’altra idol e qualche linea di testo, mettendo quindi in evidenza la natura low budget del titolo. Ciò che rimane, ovvero i concerti, è fortunatamente realizzato molto meglio: questi utilizzano una grafica completamente 3D, con modelli poligonali delle varie CPU ben realizzati ed animati. Una delle poche parti che si salva ci verrebbe da dire. Parlando infine del comparto sonoro abbiamo che accanto ad un doppiaggio di buonissima fattura vi è una colonna sonora povera di brani, tanto che addirittura i pezzi che le nostre idol potranno cantare durante la loro carriera sono ridotti all’osso.