Recensione - How to Survive - Isole di morte

EKO Software ci porta in un arcipelago pieno di zombi, con How to Survive

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Già disponibile per PC, PlayStation 3 e Xbox 360, arriva anche su Wii U How to Survive, titolo a base di zombi di EKO Software, grazie al publisher 505 Games. Evidentemente il filone non morto, nonostante uno sfruttamento eccessivo, è ben lungi dall'esaurirsi, ed è una fortuna, perché comunque il gioco riesce a proporre qualcosa di interessante e, lo andremo a vedere, si allontana comunque gradualmente dalla classica esperienza nella quale sopravvivere alle orde di morti viventi.

Teatro di How to Survive è un arcipelago, sul quale ci si ritrova in seguito ad un naufragio. Il giocatore è chiamato subito ad una scelta, quella tra tre personaggi, di diverse caratteristiche e con peculiarità uniche. Kenji è il classico personaggio equilibrato, Abby è una ragazza dallo scatto veloce e dall'ottima mira, Jack un colosso dalle mani pesanti e con la passione per le armi. Tutti i personaggi condividono un albero di abilità, sbloccabili aumentando il proprio livello, ma alcune di queste sono esclusive, come la capacità di guadagnare maggior esperienza dalle uccisioni durante la notte di Abby o quella di costruire mirini di Jack, ed ecco come che l'approccio al gioco, a seconda della scelta, si fa diverso, e varia magari non sensibilmente, ma in maniera riconoscibile, l'esperienza di gioco.

[caption id="attachment_132019" align="aligncenter" width="600"]How to Survive - screenshot How to Survive - screenshot[/caption]

All'inizio How to Survive sembra un titolo come molti altri del genere. Si è in possesso di armi ridicole, ogni singolo incontro con uno zombi può essere fatale, ci si sente costantemente in pericolo. Si vaga, seguendo lo svolgimento di una trama tutto sommato piacevole, accompagnati dalla sensazione di essere sempre ad un passo dalla tomba, attraverso isole popolate non solo da non morti, ma anche da creature che attendono la notte per venir fuori, molto più pericolose. Gradualmente vengono poi introdotte componenti del gameplay che ne rimpolpano la sostanza. Scopriamo, quasi subito, che è possibile combinare armi ed oggetti per averne di migliori, e siamo così invogliati a raccogliere tutto quello che troviamo per strada. Ci troviamo a dover far fronte alle necessità primarie dell'uomo, ovvero mangiare, bere e riposare, pertanto, mentre frantumiamo zucche decomposte, tocca sempre provvedere a questi bisogni, andando a caccia, trovando piante e frutti selvatici, abbeverandoci presso i pozzi, dormendo in rifugi che vanno prima liberati e messi in sicurezza.

Gli elementi relativi ai bisogni naturali son ben dosati all'interno dell'esperienza di gioco, pertanto non saranno mai una scocciatura, ed aggiungeranno comunque qualcosa in più alla sostanza ludica. Quanto è più soddisfacente in How to Survive, però, è la combinazione degli oggetti dell'inventario, che permette di creare armi ed equipaggiamento sempre migliori. Non solo semplici armi da mischia, ma anche fucili a pompa, archi con carrucole, persino motoseghe; tutto è possibile, mettendo insieme i giusti oggetti. Da circa la metà dell'avventura, è possibile avere in mano macchine di morte clamorose, e non è una caso, perché cambia in effetti anche la sostanza dell'esperienza ludica.

[caption id="attachment_132018" align="aligncenter" width="600"]How to Survive - screenshot How to Survive - screenshot[/caption]

Se all'inizio la produzione di EKO Software è un titolo survival a tutti gli effetti, mano a mano che si va avanti, in maniera graduale ma sensibile, le isole si affollano ancora di più di zombi, le armi diventano sempre più potenti, i nemici coriacei, e si sfocia nell'action. Un esito che non è necessariamente un male, perché il gioco così si fa più intenso e divertente, ma che ad alcuni potrebbe far storcere il naso, visto che si perdono le atmosfere ed i ritmi tipici del genere, proposti nel principio dell'avventura. Nel finale ci si trova di fronte a vere e proprie orde di zombi, ma al contempo si ha in mano un arsenale tale da poter far saltare in aria l'intero arcipelago; ogni singolo giocatore valuterà se questo sia un bene, o un male; certamente, nell'ultima parte il gioco si ritrova con il fiato un po' corto, ed inizia a soffrire di ripetitività.

Dal punto di vista tecnico il titolo non propone niente di eccezionale, i modelli dei personaggi non sono molto dettagliati né l'isola pare molto curata, ci si attesta su livelli discreti, pienamente accettabili visto che si parla di una produzione di budget ridotto. Di certo il gioco è più bello da giocare, che da vedere, o da sentire, e per chi ha voglia di un po' d'azione senza pretese può essere una buona scelta: How to Survive non ha particolari picchi di qualità, ma nemmeno crolli, e per quanto mostri il fianco a diverse critiche, come la poca varietà di nemici e la inaspettata svolta action, fa alcune cose bene, su tutte dare al giocatore la possibilità di creare armi folli e letali. Per sterminare senza pensieri centinaia di zombi, a badilate così come con frecce esplosive, può anche andare bene.

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