Recensione - Guild of Dungeoneering
Un dungeon crawler nel quale non si controlla un eroe, ma si modifica il sotterraneo che attraversa; la recensione di Guild of Dungeoneering
Il primo impatto con il titolo è assolutamente convincente, soprattutto in virtù del delizioso stile grafico che accompagna la produzione; tutto, in Guild of Dungeoneering, dalle ambientazioni agli avventurieri che gestiremo, è rappresentato come se fosse un disegno a matita su un foglio di carta. L’aspetto globale finale è quello di un bozzetto divinamente animato, e sebbene la varietà non sia il punto forte della grafica lo stile e l’impressione generale sono talmente convincenti da meritare la promozione a pieni voti. Non meno convincente è il comparto sonoro, che vanta una serie di accompagnamenti barocchi e medievaleggianti e soprattutto una voce fuori campo che (come se si trattasse dello stornello di un bardo) accompagna ogni passaggio della nostra avventura, sottolineando successi e sconfitte.
Mouse alla mano, il titolo Gambrinous mostra subito la sua natura senza troppo fronzoli. Il tutto inizia in una gilda di avventurieri da noi fondata e relativamente misera, costituita com’è da un solo buffo avventuriero, e con pochissime stanze. Per migliorare la situazione e conferire alla gilda il massimo lustro dovremo gettarci all’avventura, scegliendo di volta in volta i vari dungeon da esplorare, e proprio quando si entra nel vivo dell’azione Guild of Dungeoneering esprime tutta la sua unicità. Scelto un dungeon, infatti, dovremo completarlo soddisfacendo l’obiettivo iniziale, sia esso uccidere un boss, un certo numero di nemici o recuperare un numero prestabilito di scrigni; per farlo non dovremo muovere il nostro avventuriero, ma giocare una serie di carte che possono modificare la conformazione del dungeon, aggiungendo stanze e corridoi, nemici da sconfiggere o tesori extra da recuperare.
[caption id="attachment_145376" align="aligncenter" width="600"] Guild of Dungeoneering - screenshot[/caption]
I combattimenti costituiscono la sezione centrale e più divertente e appagante del gioco, ma anche la più frustrante. Ogni volta che ci si imbatte in un nemico inizia infatti uno scontro a turni a colpi di carte; disporremo di tre carte, che possono essere di attacco magico e fisico, di difesa, e di controllo del campo di battaglia, capaci di diminuire il numero di carte del mazzo avversario intervenendo sul potenziale bellico del nemico in modo indiretto. Prima di giocare la nostra mano avremo a disposizione la possibilità di vedere la carta in procinto di essere giocata dall’avversario, regolandoci di conseguenza e controllando al meglio delle nostre possibilità il fluire della partita. Per ogni nemico abbattuto acquisiremo punti esperienza, e ad ogni level up otterremo nuovi oggetti da equipaggiare, in grado di potenziare le nostre caratteristiche e punti vita e di ampliare il numero di carte del nostro mazzo, rendendoci più competitivi e letali almeno fino alla fine del dungeon, dato che la progressione avviene unicamente all’interno del singolo raid e si riparte dal primo livello ogni volta che ci si imbarca in una nuova missione.
"proprio quando si entra nel vivo dell’azione Guild of Dungeoneering esprime tutta la sua unicità"Il meccanismo è nella sua semplicità incredibilmente divertente, impone sin da subito una soglia di attenzione molto alta affinché lo scontro deponga a nostro favore, visto che una carta mal giocata può significare la sconfitta in battaglia, e regala in definitiva tante soddisfazioni. Peccato che il tutto manchi di varietà sul lungo termine, e soprattutto che la fortuna giochi un ruolo sin troppo decisivo. Più volte di quante non lo si desideri è infatti impossibile vincere, proprio perché il gioco ci riserva una mano sfortunata e non si possiedono le carte necessarie a piegare il match a nostro favore. Il tutto è molto frustrante, tanto più che, come in ogni roguelike che si rispetti, la morte del nostro avventuriero non solo impone di ricominciare il dungeon, ma anche la perdita irreversibile del personaggio, destinato al cimitero della nostra gilda e prontamente rimpiazzato da un avventuriero della stessa classe.
[caption id="attachment_145377" align="aligncenter" width="600"] Guild of Dungeoneering - screenshot[/caption]
A proposito della gilda, scopo dell’intera avventura è, come detto, quello di renderla più grande e potente che mai; per ogni dungeon completato con successo (ma anche quando si muore, in realtà) riceveremo un premio in denaro commisurato alla nostra perfomance, attraverso il quale potremo costruire nuove stanze, reclutare nuovi avventurieri e sbloccare oggetti e nuove carte in game, ottenibili equipaggiando gli oggetti che si ottengono livellando e scassinando gli scrigni del tesoro. Scegliere una classe di avventuriero piuttosto che un’altra non è un aspetto indifferente, visto che ciascuna dispone di carte e privilegi di classe (come la mimesi delle carte avversarie o una particolare pericolosità degli attacchi fisici), che la differenziano dalle altre rendendola più adatta a determinati dungeon e stili di gioco.
Il gioco scorre così piacevolmente, di dungeon in dungeon la nostra gilda cresce e cosi il numero di avventurieri. Peccato che, pur in un titolo gradevolissimo, ben presto venga a galla una certa ripetitività di fondo, che pur non avendo afflitto più di tanto chi scrive, potrebbe annoiare i più; Guild of Dungeoneering ce la mette davvero tutta per variare, con dungeon che cercano di diversificarsi negli obiettivi e nelle loro dinamiche interne, con una pletora di avventurieri e classi, carte dedicate ed elementi compositivi della gilda davvero numerosi, ma le meccaniche di fondo non variano molto, e in definitiva dopo poche ore è quasi come se si fosse vissuto già tutto quello che il gioco ha da offrire. Non si venga però tratti in inganno, il titolo Gambrinous e resta un prodotto validissimo, adatto soprattutto a chi è in vena di provare qualcosa di diverso e a chi ama gli RPG ed i dungeon crawler in tutte le salse.