Recensione - Frozen Synapse Prime

La nostra prova di Frozen Synapse Prime, strategico di Double Eleven

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Pur non settando nuovi standard nel suo genere, Frozen Synapse Prime è l’ennesima, lampante dimostrazione dell’esistenza di porting degni di lode e considerazione. La definizione tuttavia è piuttosto riduttiva. Si farebbe meglio a parlare di remake: il titolo è all’esordio su Steam e PS Vita, forte di un comparto grafico rinnovato, di una lunga serie di missioni aggiuntive e di un’interfaccia riadattata sia ai PC meno indicati al gaming, sia al piccolo display del portatile Sony.

L’ambientazione di questo intrigante strategico a turni rimanda alla Parigi di Remember Me, all’asfissiante perfezione asettica contro cui si scagliava Faith, indimenticabile eroina di Mirror’s Edge, e ai colori al neon dei due lungometraggi di Tron. Siamo nel futuro, immersi nell’ennesima follia distopica che qui prende le sembianze di una realtà virtuale imperante e persistente. Tutto è controllato e scandito in ogni dettaglio e il nemico da combattere e abbattere è la Enyo Nomad: colosso industriale, nonché eminenza tecno-politica che ha imbrigliato nella sua tela di fibre ottiche e onde elettromagnetiche l’intera popolazione. Contro la tirannia si ergono numerosi gruppi di protesta, dislocati in tutta la città, composti da hacker informatici, intelligenze artificiali ribelli e avatar-soldato pronti a sacrificarsi, in prima linea, contro le sub-routine difensive che tentano di sedare i fuochi della rivolta.

[caption id="attachment_137790" align="aligncenter" width="600"]Frozen Synpase Prime screenshot Frozen Synapse Prime - screenshot[/caption]

Premesse degne dei migliori film di fantascienza degli anni 90, come Il Tagliaerbe o Johnny Mnemonic, che purtroppo, dopo un inizio promettente, sfumano progressivamente e si spengono in un arco narrativo fin troppo vago, approssimativo e per nulla sostenuto da figuranti sufficientemente carismatici. L’assenza di scene d’intermezzo non aiuta l’immedesimazione, nonostante il problema principale sia da ricercarsi in una sceneggiatura criptica e compressa in dialoghi che raramente hanno la capacità di spiegare efficacemente ciò che sta realmente accadendo. La situazione è tanto più complessa dal momento in cui la realtà fisica e quella virtuale si mescolano di continuo, rendendo poco chiaro persino il ruolo ricoperto dall’utente.

" La particolarità del gameplay consiste nella simultaneità delle azioni: alleati e nemici si muoveranno e attaccheranno all’unisono, con tutte le conseguenze del caso"

Il cuore pulsante di Frozen Synapse Prime, fortunatamente, è altrove. Se l’ambientazione risulta comunque affascinante nel suo complesso, non è per scoprire come andrà a finire che affronterete la cinquantina di missioni che costituiscono l’ossatura della Campagna. Double Eleven ha architettato un gameplay che, pur restando ancorato e fedele ai precetti degli strategici a turni, introduce una feature intrigante e per certi versi innovativa. La fase prettamente strategica è piuttosto canonica. La mappa, ripresa da una telecamera isometrica, mostra truppe alleate e nemiche. Con pochi click (o tocchi sul touch-screen della PS Vita) potete ordinare gli spostamenti delle unità e, all’occorrenza, impartire ordini specifici: tenere sotto tiro una specifica zona, effettuare uno scatto per coprire una distanza maggiore, accovacciarsi per trovare copertura dietro a un muro. Effettuate tutte le scelte tattiche, si entra nel vivo del turno dalla durata tassativa di cinque secondi. La particolarità del gameplay consiste nella simultaneità delle azioni: alleati e nemici si muoveranno e attaccheranno all’unisono, con tutte le conseguenze del caso, coerentemente con gli ordini impartitigli. Una strategia finemente amalgamata può andare in fumo se gli avversari sotto tiro effettuano una manovra imprevista, un fuciliere che corre verso la sua destinazione verrà crudelmente trivellato dai proiettili nemici se individuato. Il software, per venire incontro ai giocatori più inesperti, fornisce una “simulazione di turno”, per prevedere eventuali errori e correggerli prima di avviare il turno vero e proprio, ma si tratta pur sempre di un sistema, per quanto utile, fallibile.

[caption id="attachment_137789" align="aligncenter" width="600"]Frozen Synpase Prime screenshot Frozen Synapse Prime - screenshot[/caption]

La sensazione che si ha è quella di uno strategico classico, con un tenue retrogusto action ulteriormente potenziato dall’apprezzabile kill cam che, oltre a rendere ancora più evidenti i meriti e le lacune della propria strategia, aggiunge un pizzico di spettacolarità al tutto. Inoltre, l’imprevedibilità sull’esito di ogni turno, regala un brivido generalmente sconosciuto a produzioni dello stesso genere. Proprio per questa sua particolarità Frozen Synapse Prime è indicato sia agli appassionati di strategici, che potranno confrontarsi con nuove difficoltà, sia ai neofiti, potenzialmente attratti da uno stile di gioco più frizzante.

Se le cinquanta missioni della Campagna non dovessero bastare, Double Eleven ha confezionato per i suoi utenti due ulteriori modalità. Schermaglia è la classica partita contro la CPU in cui è eventualmente possibile settare ogni parametro: dal tipo di unità che scenderanno in campo, divisi nei classici mitraglieri, fucilieri, cecchini e granatieri, numero di turni e così via. Multigiocatore invece, vi contrapporrà ad un altro utente umano pescato dalla rete. Il matchmaking è generalmente rapido e trattandosi di multiplayer asincrono non sussiste nessun problema con il netcode.

Frozen Synapse Prime non ha la forza, né le ambizioni di gareggiare ad armi pari con i mostri sacri del genere. Pecca di profondità per il ristretto ventaglio di azioni eseguibili e le poche tipologie di unità schierabili in campo. Anche il level design è carente: la varietà delle missioni è accettabile, ma le arene finiscono per assomigliarsi, complici le dimensioni ristrette. Nonostante le evidenti pecche, resta un gioco consigliato ad un pubblico eterogeneo. Il ritmo insolitamente incalzante attrarrà sia chi non si è mai avvicinato agli strategici, sia chi è solito testare le proprie capacità militari con prodotti simili. Solo se avete già avuto il piacere di giocare alla vecchia edizione del titolo potete evitarvi l’acquisto: le aggiunte ci sono e hanno il loro peso in ogni ambito, ma non stravolgono l’offerta.

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