Recensione - Forza Horizon - Nuovi orizzonti

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Il mix può dirsi perlopiù riuscito, sebbene rischi di non soddisfare completamente i fan delle rispettive correnti

Recensito il racing arcade ambientato in Colorado

Se amate la saga di Forza Motorsport, ci sono buone probabilità che Forza Horizon non rappresenti per voi un acquisto da farsi a scatola chiusa. Complice lo sviluppo da parte di un team satellite noto come Playground Games (tra le cui fila militano diversi ex di Bizarre Creations), il racing annuale pubblicato da Microsoft si allontana nettamente dal rigore simulativo che ha finora caratterizzato il brand, proponendo una formula a metà tra Test Drive Unlimited e Project Gotham, e unendovi la grande esperienza del team Turn 10 (che si è limitato a supervisionare il progetto) in fatto di quattro ruote.

Il mix risultante può dirsi perlopiù riuscito, sebbene rischi di non soddisfare completamente i fan delle rispettive correnti.

Con una sequenza iniziale che non può non ricordare l’incipit del primo Grid, Forza Horizon mette subito il giocatore in competizione nel tentativo di guadagnarsi l’accesso nel bizzarro e incredibile festival automobilistico che sta avendo luogo in Colorado. Tra le Route del meraviglioso e variopinto stato, liberamente esplorabili e raccolte in una mappa ben dettagliata, si troveranno una moltitudine di eventi da completare, divisi sostanzialmente tra gare tradizionali, testa a testa e eventi speciali, questi ultimi dedicati a folli competizioni tra la vostra macchina e i mezzi più disparati, dagli elicotteri alle mongolfiere.

Importante ai fini della particolare atmosfera che permea l’esperienza corsistica è lo spirito molto tamarro che caratterizza ogni aspetto del festival, dagli speaker alla radio (ben doppiati in italiano), alle musiche di sottofondo (tutte su licenza), all’orologio sponsorizzato ben visibile al polso del vostro alter ego. Un’atmosfera che ricorda in parte quella di Test Drive Unlimited 2, sebbene Horizon non si conceda le divagazioni in salsa social proposte da quest’ultimo.

La totalità dell’azione si svolgerà infatti in macchina, con un sistema di sblocco di nuovi eventi basato semplicemente sull’accumulo di punti. Una volta raggiunto un nuovo scalino, potete sfoggiare al polso un nuovo braccialetto colorato, che vi darà accesso a gare più complesse e remunerative.

Se dunque la partecipazione alle gare è fondamentale per avanzare, anche il free roaming ha ricevuto alcune attenzioni. Vi sarà innanzitutto un sistema di ricompense in tempo reale su strada, che terrà conto di tutte le manovre spericolate che compierete (sorpassi, schivate all’ultimo momento, salti, derapate e via discorrendo), assegnandovi per ognuna dei punti, moltiplicati in caso riusciate a concatenarne diverse senza andare a sbattere. L’accumulo di questi punteggi assegnati in tempo reale vi permetterà di salire di livello in una classifica di Fama da 150 posizioni. Purtroppo, arrivare in cima non fornirà particolari benefici, se non lo sblocco di una manciata di gare aggiuntive. Altri sbloccabili compaiono sotto forma di cartelloni da fare a pezzi colpendoli durante la guida, i quali forniranno sconti nell’officina dei potenziamenti, e di 9 auto classiche da trovare in punti nascosti della mappa.

Questa gestione a compartimenti stagni degli sbloccabili tende a far scendere l’interesse del giocatore nei confronti del loro accumulo, soprattutto nella seconda metà dell’esperienza. Una soluzione molto semplice sarebbe stata integrarli, permettendo al giocatore di acquistare (o sbloccare) i potenziamenti solo previo accumulo di punti Fama in strada.

Come accennato in apertura, la guidabilità rappresenta un mix tra la tradizione simulativa della saga di Forza e una vena nettamente arcade. La formula risultante è perlopiù piacevole, soprattutto nella differenziazione dei mezzi, con alcune riserve. I danni alle auto sono praticamente solo estetici, il che porta il giocatore a fare largo uso delle “sponde” contro i concorrenti, un qualcosa che a molti appassionati di racing potrebbe non piacere. Peraltro, la scuderia di macchine utilizzabili è vastissima, e su quasi tutte è possibile effettuare modifiche prestazionali. Inoltre, il gioco obbliga a non rimanere troppo attaccati ad un solo modello di auto, permettendo l’accesso a molte gare solo da parte di mezzi appartenenti a specifiche categorie.

Così come la guidabilità, l’intelligenza artificiale dei concorrenti non è certo delle più raffinate. In alcuni casi risulterà molto evidente è l’effetto elastico, che tende a riavvicinare o ad allontanare il “gruppo” di avversari nel caso ci si trovi nettamente in testa alla gara o nelle retrovie, con un effetto non sempre gradevole.

Peraltro, capiterà a volte di essere costretti a ripetere una gara dopo poche curve, a causa di un errore iniziale al quale non sarà più possibile riparare, fattore che testimonia un bilanciamento complessivo non perfetto. Per ovviare a questo inconveniente, gli sviluppatori hanno integrato una funzione già comune in Forza Motorsport, ossia il riavvolgimento, che permette di tornare indietro nel tempo di svariati secondi e ripetere il tratto appena percorso. Si tratta tuttavia di una soluzione a metà, dato che il frequente accesso a questa funzione, sebbene non penalizzante, rovina il ritmo delle gare.

Una volta completate tutte le gare della modalità singolo giocatore (il che richiederà 13/15 ore complessive), si continuare l’esperienza online, sebbene in questo campo l’offerta sia piuttosto scarna. Sarà possibile aggirarsi liberamente per la mappa in compagnia di altri 7 amici, oppure prendere parte a gare organizzate, scegliendo tracciato e limitazioni. Data la natura arcade e “libera” del gioco, avremmo particolarmente gradito un online più approfondito, con un maggiore numero di auto supportate nella libera esplorazione e opzioni più estese, che avrebbero potuto conferire una faccia diversa, e potenzialmente molto interessante, al gameplay.

Dal punto di vista grafico, Horizon rappresenta un passo indietro rispetto all’ultimo capitolo di Motorsport. Nonostante il buon design e l’estensione della mappa, i dettagli, sia sulle auto sia ai lati delle strade, non sono troppo curati. Anche la simulazione della fisica non è eccezionale, con urti tra i mezzi perlopiù poco credibili. Anche il comparto audio rientra nella media, senza brillare: le tracce su licenza sono piacevoli ma non molte, e gli effetti audio dei motori lasciano spesso a desiderare.

Forza Horizon è un racing game colorato e divertente, molto ricco di sfide da completare e graziato da un contesto molto ben caratterizzato. I difetti di realizzazione non mancano, su tutti concessioni eccessive alle “sponde” in curva e un bilanciamento approssimativo del livello di difficoltà, oltre ad un generale calo di motivazioni dopo qualche ora di gioco. Vi piacerà se saprete apprezzarne la deriva puramente arcade, seppure unita a una guidabilità non troppo “leggera”, e se la musica elettronica e l’atmosfera vacanziera non dovessero urtarvi particolarmente. Peccato per il mancato sfruttamento della componente multigiocatore, che avrebbe potuto rappresentare un notevole valore aggiunto per la produzione, aumentandone la presa a lungo termine sul giocatore.

Tipologia di Gioco:

Forza Horizon è un gioco corsistico puramente arcade, sebbene vi sia una cura nella riproduzione dei veicoli e alcuni aspetti della loro guidabilità che conferma il pedigree simulativo della serie. L'esperienza di guida avviene sia in libera esplorazione della vasta mappa, sia completando classiche gare o eventi speciali. La modalità multigiocatore è invece molto più classica e meno vasta quanto a offerta.

Come è Stato Giocato:

Grazie ad una copia promozionale gentilmente concessaci da Microsoft, abbiamo completato la quasi totalità delle gare presenti sulla mappa e provato le modalità online, per un totale di circa 20 ore di gioco.

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