Recensione - Fairy Fencer F

La nostra prova di Fairy Fencer F

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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I giochi di ruolo giapponesi di Compile Heart sono molto facili da riconoscere: trame e personaggi stereotipati, una discreta dose di fan service, sistemi di gioco spesso ben più complessi della media delle produzioni del genere, molte volte in maniera inutile. Eppurele produzioni di questo team di sviluppo così peculiare riescono sempre a mostrare del buono, forse proprio per la stramba, spesso mal misurata commistione di questi elementi. Fairy Fencer F non smentisce questo assunto, anzi probabilmente è uno dei migliori titoli che la compagnia abbia mai sfornato, pur non attestandosi su livelli di particolare bontà.

Il tono della produzione è evidente fin dall'inizio, quando si fa la conoscenza del protagonista maschile del gioco, Fang, un perfetto imbecille, che sarà anche stucchevole nel suo essere pigro, costantemente affamato, fanfarone, ma strappa più e più volte nell'avventura grosse risate, tormentato dalla sua compagna spiritica, la fata Eryn, che tenta sempre di tirarne fuori qualcosa di buono. Il loro è il rapporto tra fencer e fairy, ovvero spadaccino e qualcosa che andrebbe tradotto come fata, termine che eviteremo di utilizzare, a meno che non consideriate fate cagnolini petulanti, omoni calvi e pieni di muscoli, mostri per niente belli da vedere e persino robot. Ci proverebbe pure ad avere una storia un minimo intrigante Fairy Fencer F, che parte dalla necessità di risvegliare una dea dormiente, ma i suoi toni leggeri e lo svolgimento lineare della trama ne affossano subito ogni pretesa narrativa, lasciando spazio a qualche rimpianto, visto che il gioco non vuole essere solo idiota, seppur in senso buono, come Mugen Souls Z, che paradossalmente è molto più strambo, eppure più coerente.

[caption id="attachment_132008" align="aligncenter" width="600"]Fairy Fencer F - screenshot Fairy Fencer F - screenshot[/caption]

L'impostazione del gioco è diversa da quella dei classici del genere, visto che manca una mappa da attraversare liberamente e dalla quale accedere poi alle varie zone. Tutto è gestito da menu, sia nell'unica città, si al di fuori, con i dungeon che si aprono all'esplorazione semplicemente selezionandoli dalla schermata che mostra il piccolo mondo di gioco. In realtà è necessario anche fare qualcosa prima, ovvero “scoprire” la posizione del luogo infilando nel terreno una delle lame che si recuperano nel corso del gioco, chiamate furies, ma questo è solo uno degli orpelli che appesantiscono la struttura della produzione senza avere reali conseguenze sul gameplay, salvo la modifica di alcune condizioni all'interno del dungeon. Subito si ha quindi la sensazione che Compile Heart sia ricaduta nel suo solito errore, quello di riempire all'inverosimile di meccaniche non riuscitissime le sue produzioni, ma in realtà il piatto pende stavolta dal lato buono, quello delle implementazioni gradevoli, che rendono più ricca, non più pesante, l'impalcatura ludica, altrimenti molto esile.

Il meglio Fairy Fencer F lo esibisce infatti nella personalizzazione dei personaggi e nel sistema di combattimento. Ognuno ha le proprie statistiche di partenza ed un elemento di riferimento, ma la possibilità di potenziare nello specifico particolari parametri, come l'attacco fisico o quello magico, la difesa o il raggio d'azione, ottenere questa o quella abilità, accedere ad incantesimi e persino costruire le proprie combo di colpi concede al giocatore un grande margine d'azione tramite il quale calibrare bene il proprio party. Ovviamente queste possibilità d'azione e personalizzazione vengono fuori quando ci si trova in battaglia e si deve sfruttare quanto ottenuto e organizzato con tanta attenzione, grazie ad un sistema di combattimento a turni che molto concede all'azione, invogliando sempre a sperimentare nuove soluzioni. Anche quando si tratta di menare le mani il gioco tira fuori qualcosa di particolare, ovvero la possibilità, previo riempimento di un'apposita barra della tensione, tramite attacchi costanti, di utilizzare la modalità fairize, nella quale personaggio e spirito accompagnatore si uniscono, aumentando il potenziale di combattimento del party, ma non garantendo una supremazia clamorosa, risultando così ottimamente bilanciata.

[caption id="attachment_137291" align="aligncenter" width="600"]Fairy Fencer F screenshot Fairy Fencer F - screenshot[/caption]

Nonostante le sue ingenuità quindi Fairy Fencer F riesce quasi subito a catturare il giocatore e a non rendergli per niente pesanti le circa trenta ore necessarie per il suo completamento, che passano magari senza particolari emozioni o spunti particolari, ma vengono ravvivate da un sistema di combattimento godibilissimo e da qualche momento in cui i personaggi del cast, invero piuttosto piatti, se non per il buon Fang, danno vita a gustose scenette. Certo chi è abituato a produzioni più profonde potrebbe non sentirsi a proprio agio, così come chi ha un occhio attento alla tecnica, qui tutto sommato accettabile e nulla più, ma almeno una volta un titolo di Compile Heart andrebbe provato, e Fairy Fencer F è probabilmente tra i più digeribili.

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