Recensione - Evolve

Evolve diverte e intrattiene degnamente, ma senza stupire: ecco la nostra recensione

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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L’essere umano, nonostante lo spiccato spirito d’iniziativa, le conquiste in campo aerospaziale e l’avveniristica tecnologia in suo possesso, da tempo non fa sfoggio della sua rinomata spavalderia. Nell’universo finzionale di Evolve, lungi dall’occupare l’apice della catena alimentare, minacciato e braccato da predatori ben più astuti e mortali, non può fare altro che limitare i danni e abbandonare il ricco ma inospitale pianeta Shear e cercarsi un altro sasso da colonizzare. Ad impersonare lo spietato spirito della selezione naturale, questa volta, non ci sono orde fameliche di zombie pronte a scagliare la loro irrazionale violenza su un temerario quartetto di sopravvissuti. Left 4 Dead, con il suo multiplayer esclusivamente cooperativo e limitato a quattro giocatori, ha fatto il suo tempo, fagocitato da un cacciatore da più parti definito “next-gen”. L’ultimo prodotto di Turtle Rock Studios, del resto, è stato prolungatamente incensato (dal reparto marketing di 2K Games e non solo), lodato e additato come uno dei primi figli legittimi di questa nuova generazioni di console, un campione della sua razza capace di far “evolvere” gli sparatutto multiplayer, cambiando per sempre percezione e concezione delle parole cooperazione e competizione.

La base di partenza, bisogna darne atto agli sviluppatori, è affascinante, intrigante, coraggiosa. Non c’è solo un gruppo di quattro giocatori che deve collaborare per la propria sopravvivenza e per permettere la ritirata del genere umano. C’è un nemico, anch’esso controllato da un utente in carne ed ossa, da braccare e sgominare a discapito di stazza titanica e forza prevaricante. Evolve, in questo senso, è quasi filosofico: i cacciatori, dalla loro, hanno armamenti e tecnologie per rivendicare il primato dell’umanità sulle altre specie viventi; la bestia risponde con violenza e capacità sufficienti per annullare l’inferiorità numerica, usando come catalizzatore la natura stessa pronta a fornirgli, sotto forma di fauna locale, il sostentamento necessario per tramutarsi in una creatura ancora più temibile e potente. Come se il “buon selvaggio” di Rousseau, invece di sacrificarsi all’altare del conformismo e consumismo, si ingozzasse di anabolizzanti e finisse per distruggere tutto l’artificiale del mondo.

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La modalità Caccia nei panni del Mostro, idealmente, vi costringerà ad abbracciare un approccio ambivalente. All’inizio bisogna nascondere le proprie tracce, darsi alla macchia e nutrirsi delle specie autoctone appena possibile. Ogni pasto vi avvicinerà al momento dell’evoluzione: occasione unica per incrementare statistiche e barra di salute e passare, così, al contrattacco, l’altra faccia del gameplay. Usciti allo scoperto, ormai padroni della situazione, sarete istigati a cercare lo scontro aperto senza esclusione di colpi: la vittoria si raggiunge con l’eliminazione quasi contemporanea di tutti gli ostili che potranno contare su un respawn continuo, seppur vincolato al sopraggiungimento di un velivolo che impiega diversi minuti per raggiungere il campo di battaglia. Il Mostro insomma, deve pensare solo per sé, in una battaglia in cui non si fanno prigionieri. Che si tratti di vestire i giga-panni di Golia, simil- Godzilla sputafuoco abilissimo nello scalare qualsiasi parete, del Kraken, lontano parente di Cthulhu con la capacità di lanciare attacchi dalla distanza, o dello Spettro, macchina da guerra volante in grado addirittura di teletrasportarsi, l’utente imparerà in breve a muoversi con circospezione, affrontare la fauna locale correndo pochissimi rischi e lasciarsi andare con efficacia a offensive devastati contro i suoi inseguitori.

Dal canto loro i quattro cacciatori hanno il dovere di stanare il Mostro, possibilmente prima che raggiunga lo stadio finale. Per questo motivo l’approccio è speculare: sfrontato nelle prime fasi, guardingo e forzatamente più accorto, quando e se, costretti a scontrarsi contro tutto il potenziale della bestia. Non si vince da soli: l’avversario è troppo potente e persino piante carnivore e altri predatori diventano un problema, oltre che un’occasione per acciuffare bonus ulteriori, se affrontati singolarmente. Il gruppo deve muoversi in simbiosi, mettendo al servizio di tutti le specificità individuali. All’inizio di ogni partita, durante il matchmaking, in base alle proprie preferenze ogni giocatore è chiamato a ricoprire un ruolo specifico. L’Assaltatore è il classico tank da prima linea: armati di tutto punto, questi soldati sono lo strumento più efficace per colpire duramente il Mostro. Il Trapper è il segugio del gruppo: le sue abilità e gadget aiutano ad individuare la bestia e costringerla, per un tempo limitato, all’interno di un’area ristretta. Il Supporto, classe per veri esperti, unisce un discreto arsenale offensivo alla possibilità di incrementare le difese del gruppo. Il Medico, infine, sebbene abbastanza sguarnito in termini offensivi, è semplicemente fondamentale: è l’unico che può rimpinzare le barre di salute degli alleati. Il ventaglio di possibilità strategiche, modellate sulle singole skill, è ampissimo. Inoltre, sbloccando nuovi personaggi e perk, difficilmente ci si ritroverà nei panni di un cacciatore che non incontra i propri gusti e il proprio stile di combattimento, anche nel caso in cui siate costretti in una classe non gradita.

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Potenzialmente profondissimo, il gameplay di questo innovativo sparatutto 4 VS 1 si scontra con alcuni problemi di bilanciamento difficilmente sormontabili, almeno attualmente. Al giocatore che impersona il Mostro basta apprendere un paio di trucchi per evolversi agevolmente e diventare fondamentalmente inarrestabile per chiunque. Lo Spettro, in particolar modo, gode di abilità e attacchi estremamente devastanti: nelle mani di un giocatore abile, può rivelarsi (quasi) imbattibile anche al primo stadio di evoluzione. I cacciatori, dal canto loro, devono raggiungere un livello di affiatamento e abilità altissimo per avere qualche speranza. Basta un attimo di distrazione, o che in squadra ci sia un utente meno esperto degli altri, per rendere tutto più difficile, se non proprio impossibile.

"Potenzialmente profondissimo, il gameplay di questo innovativo sparatutto 4 VS 1 si scontra con alcuni problemi di bilanciamento difficilmente sormontabili"

Da un lato, i giocatori “hardcore” non potranno che sfregarsi famelicamente le mani all’idea. Basterà qualche settimana per assistere a uno sfoltimento dei server, con l’abbandono dei giocatori occasionali, e alla nascita di party di soli veterani con cui dare vita a sessioni tecniche ed epiche. Dall’altro lato, tuttavia, nelle nostre trenta e più ore passate in compagnia di Evolve si erano già insinuati lo spettro della ripetitività, la frustrazione di intere partite mandate a monte per un piccolo errore, la consolidata (e sconsolante) abitudine di qualcuno (noi compresi) di sacrificare la sopravvivenza del gruppo al solo fine di raggiungere obiettivi secondari utili al personale ottenimento di nuovi perk e personaggi.

[caption id="attachment_133720" align="aligncenter" width="600"]Evolve screenshot Evolve - screenshot[/caption]

Che si tratti di un problema di bilanciamento, lo si intuisce chiaramente non appena si affrontano modalità alternative alla Caccia. Quando il Mostro viene costretto ad agire allo scoperto sin da subito, in missioni in cui è necessario distruggere o difendere target dalla furia dei cacciatori, le partite non si fossilizzano sullo sterile e noioso inseguimento continuo, ma vibrano di raid violenti e rapidissimi in cui le partite si decidono in pochi minuti. Da questo punto di vista, altro tasto dolente, il design della dozzina di mappe disponibili non aiuta di certo: troppo simili tra loro, per quanto ampissime e caratterizzate da una verticalità che stimola l’utilizzo del jetpack o delle doti atletiche del Mostro.

Il rimpianto aumenta considerando l’ottimo comparto grafico-sonoro di Evolve. Nonostante qualche calo del frame-rate, il motore grafico disegna scenari piuttosto vasti e muove i dettagliatissimi personaggi con animazioni convincenti. Nulla di così esageratamente next-gen, ma il colpo d’occhio è di sicuro impatto. Strepitoso e ancor più convincente il comparto audio: se le musiche scivolano immediatamente in secondo piano, la qualità degli effetti è tale da diventare fondamentale per l’individuazione degli avversari.

[caption id="attachment_133721" align="aligncenter" width="600"]Evolve screenshot Evolve - screenshot[/caption]

Mai come in questo caso il titolo ci parla così tanto del gioco stesso: Evolve è un titolo totalmente votato al multiplayer online, che potrà esprimere il suo pieno potenziale solo dopo una lunga evoluzione, solo dopo che la selezione naturale avrà eliminato la maggior parte dei giocatori presenti nei server. La creatura di Turtle Rock Studios non è certamente il “campione” sperato, ma saprà regalare soddisfazioni a chi assaporerà per intero il suo profondo gameplay anche a costo di sorbirsi qualche partita più noiosa di altre, più ripetitiva di altre, meno adrenalinica ed eccitante di altre. Consigliato solo al ristretto pubblico di amanti del genere, pronti a spendere diverse ore prima di gustare il vero succo (comunque dolcissimo) di questo frutto dotato di una spessissima e spinosa scorza.

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