Recensione - Europa Universalis IV - Ecco il sole di Austerlitz

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Quote:

EU IV ci sbatte subito in faccia tutto il peso del comando

Abbiamo testato il nuovo capolavoro strategico di Paradox Interactive...

Tutto ei provò: la gloria

Maggior dopo il periglio,

La fuga e la vittoria

La reggia e il tristo esiglio:

Due volte nella polvere,

Due volte sull’altar.

[Alessandro Mazoni, Il cinque Maggio]

Avrete certo riconosciuto gli immortali versi che il Manzoni dedicò, proprio nei giorni della sua morte, a Napoleone, imperatore dei Francesci esiliati - con somma vergogna - a Sant'Elena, un'isoletta sperduta nell'Atlantico del sud. Il Gran Corso, in pochi anni era riuscito a controllare buona parte dell'Europa continentale e, solo la disastrosa campagna di Russia del 1812 permise alle potenze alleate di sconfiggerlo sul suolo di Waterloo.

Geniale stratega, memorialista, politico d'eccellenza, Napoleone fu il massimo interprete dello zeitgeist della sue epoca e, sempre per citare il Manzoni "Due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero aspettando il fato".

Quale fu il destino dell'Europa post napoleonica lo sappiamo tutti ma, è innegabile che il periodo storico iniziato, circa, con la scoperta delle Americhe e finito con la morte del Bonaparte sia in assoluto uno dei più affascinanti della storia. Paradox Interactive, dopo gli ottimi risultati dei primi tre Europa Universalis ha deciso di fare le cose in grande: il quarto capitolo, infatti, copre quasi quattrocento anni di storia, iniziando nel 1444 con la Battaglia di Varna (in cui l'Impero Ottomano sconfisse i crociati di papa Eugenio IV e prese il controllo di buona parte dell'Europa sudorientale) e chiudendosi proprio nel 1821, nei giorni in cui "stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro".

Europa Universalis IV non è un gioco facile, e neppure amichevole. Conoscete quegli strategici in cui la complessità aumenta mano a mano che si prosegue nelle missioni? Bene, dimenticateli, EU IV ci sbatte subito in faccia tutto il peso del comando, costringendoci fin da subito a gestire tutte le variabili che mandano avanti una nazione. Nel gioco potremo infatti scegliere di governare uno qualsiasi degli stati esistenti fra il 1444 e il 1821, dalla Spagna, alla Francia, alla Svezia, passando per scelte più esotiche come l'Orda Mongola, i regni feudali giapponesi o, addirittura, le civiltà precolombiane d'America. Inutile dire che ogni stato ha le sue prerogative, così come punti di forza e debolezza: Venezia, per esempio è molto forte nel commercio, mentre l'Impero Ottomano ha a disposizione una forza lavoro pressoché inesauribile. Tutto il gioco è un'enorme sandbox che ci permetterà di coronare il nostro sogno geopolitico qualunque esso sia, tuttavia, alcune nazioni saranno storicamente più "fortunate" di altre, per cui aspettiamoci che la Francia del tardo settecento dia un grande impulso alle arti e alle scienze, mentre i Maya dovranno vedersela con i conquistadores spagnoli.

Paradox, nello sviluppo di EU IV, ha fatto un grandissimo lavoro di riorganizzazione dell'interfaccia riuscendo, miracolosamente, a mantenere la complessità dei giochi precedenti rendendo leggermente meno ripida la curva di difficoltà: tutte le variabili di cui tenere conto sono ora organizzate in tre macro aree, la diplomazia, l'amministrazione interna ed i militari. Ognuna di queste ha una serie di punti, che aumentano al passare degli anni, utilizzabili per le varie azioni da compiere, potremo per esempio mandare un diplomatico a trattare una pace separata con una delle potenze contro cui stiamo combattendo, oppure rinforzare un assedio arruolando nuovi soldati, oppure ancora investire nelle scuole e nelle università per far progredire culturalmente ed umanamente la nostra nazione. Seppur molto più amichevole dei giochi precedenti, EU IV rimane un titolo dalla complessità gigantesca, capace di offrire un livello di controllo e gestione che, davvero, non ha eguali fra gli strategici della concorrenza. Questa profondità, però, si scontra per forza di cose con un gameplay tutto fuorché amichevole, soprattutto nelle prime partite. Servono ore, se non giorni di gioco, per iniziare a capire come muoversi in EU IV e, anche in questo caso, molti eventi rimangono decisamente oscuri. In più di un caso avremo la sensazione di non avere mai il pieno controllo della nostra nazione e, spesso, dovremo scontrarci con la frustrante sensazione di non avere abbastanza potere per fare quello che vorremmo fare.

La grandezza di EU IV sta proprio qui: così come i veri leader politici raramente sono deus ex machina capaci di piegare la realtà al proprio volere, anche nel gioco dobbiamo scontrarci con la nostra propria limitatezza perché, per chiudere come abbiamo aperto:

 

Dall’Alpi alle Piramidi,

Dal Manzanarre al Reno,

Di quel securo il fulmine

Tenea dietro al baleno;

Scoppiò da Scilla al Tanai,

Dall’uno all’altro mar.

Fu vera gloria? Ai posteri

L’ardua sentenza

Tipologia di Gioco:

EU IV è uno strategico in tempo reale che ci mette nei panni di un governante nei secoli che vanno dal 1444 al 1821. Diplomazia, esercito e amministrazione pubblica sono le tre aree principali in cui dovremo far valere le nostre abilità politiche, nel tentativo di rendere la nostra nazione sempre più prestigiosa e potente.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato il gioco grazie ad un codice gentilmente fornitoci da Paradox, per scrivere la recensione abbiamo testato EU IV usando varie nazioni, come l'Inghilterra, la Repubblica di Venezia e l'Orda del Khan, riscontrando sempre una grande varietà di gioco e ottima profondità nella simulazione. Segnaliamo, però, che il gioco è totalmente in inglese dunque, senza un'ottima comprensione della lingua anglosassone sarà molto complesso riuscire ad avanzare nel titolo.

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