Recensione DLC - Call of Duty Black Ops 2 - Revolution

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Un acquisto caldamente consigliato a tutti coloro che spendono quotidianamente ore nel comparto multigiocatore di Call of Duty

Testate le quattro nuove mappe proposte da Treyarch

Con Revolution, Treyarch inaugura la stagione di DLC a pagamento per Call of Duty Black Ops 2 (qui la nostra recensione del gioco originale), come sempre riaprendo la classica disputa. Vale la pena sborsare ben 15 euro per un totale di quattro mappe (più una per la modalità zombie) e una nuova arma, sebbene quest’ultima rappresenti un’assoluta novità? La risposta, come sempre, è strettamente collegata alla qualità del pacchetto stesso, in questo caso molto alta, e alla tipologia di giocatore che si pone di fronte all’acquisto. Nonostante non si possa parlare di un esborso contenuto, un appassionato di scontri online su base quotidiana spenderà molte ore di gioco in queste quattro ambientazioni, ottenendo un buon ritorno in cambio dell’esborso, mentre un giocatore occasionale potrà tranquillamente continuare a divertirsi con la fornitura base di mappe del gioco originale. Data anche quest’anno risposta all’annosa domanda, passiamo all’analisi delle quattro ambientazioni offerte da Revolution.

Cominciamo dalla mappa che più ci ha colpito, ossia Grind. Ambientata in uno dei tanti skate park realmente esistenti a Venice Beach, questa labirintica ambientazione offre un divertimento che va dal puro piacere visivo, grazie alla ventata di colore e brio che il contesto riesce a portare, contrastando in maniera netta con la natura solitamente greve delle mappe proposte da Call of Duty, sino a quello più strettamente legato alle tattiche di gameplay. Tra una rampa e l’altra si nasconde infatti un ambiente molto eterogeneo e adatto a diversi approcci. Sebbene vi sia una certa enfasi verso lo scontro ravvicinato e gli agguati, la possibilità di raggiungere numerosi punti elevati rappresenta una piacevole chance di appostamento per tutti coloro appassionati di armi a lunga gittata.

Mirage è la seconda classificata. Di più ampio respiro rispetto alla precedente, questo resort vacanziero nel cuore del deserto del Gobi offre chance tattiche tutto sommato abbastanza tradizionali per gli scontri targati Call of Duty, ma la qualità realizzativa è sopra la media.Con un punto di strozzo notevole rappresentato dall’atrio al centro e le zone periferiche a fare da contraltare, con l’aggiunta dei tetti sui quali è possibile salire per raggiungere posizioni elevate, l’ambientazione offre la massima possibile varietà di soluzioni tattiche. Se vi piacciono gli scontri ravvicinati potrete rimanere al chiuso, dove non mancheranno le chance per furiosi scontri faccia a faccia, mentre qualche membro della squadra dotato di armi a lunga e media gittata potrà tenersi in movimento nelle zone esterne, decimando le fila nemiche prima che raggiungano l’interno.

Downhill, ambientata tra le Alpi francesi, si classifica terza del pacchetto. Se la parte centrale al chiuso non offre grandissime attrattive, se non l’attrazione delle cabine della teleferica in grado di fare da copertura e di uccidere all’istante chiunque si trovi sul loro cammino, la zona aperta è invece in grado di fornire interessanti spunti tattici, soprattutto grazie al saliscendi che dà il nome all’ambientazione. Tra diversi punti sopraelevati e lo chalet all’estremo margine, perfetto parco giochi per i cecchini, anche questa ambientazione sa adattarsi a molti approcci differenti, sebbene brilli particolarmente nelle modalità ad obbiettivi, rivelandosi invece leggermente dispersiva in caso di Deathmatch a Squadre o Uccisione Confermata.

Hydro rimane, a nostro parere, nelle retrovie. Non si tratta di una brutta mappa, o di una poco funzionale, ma semplicemente gli spunti tattici non sono qui eccezionali, e le strutture sanno di già visto. A poco serve l’evento dinamico in essa compreso, costituito dall’acqua della diga che di tanto in tanto si alza, uccidendo tutti coloro che si trovano nei canali. L’unico spunto davvero interessante è il punto di strozzo rappresentato dal bacino centrale scoperto, sovrastato da un ponte con una scala nel mezzo che permette l’accesso, e il controllo, dall’alto. Nelle modalità ad obbiettivi questa zona comincerà a scottare molto in fretta, regalando momenti di gameplay molto intensi.

Passando alla nuova arma, il Pacificatore (brutta traduzione, sebbene letterale, dall’inglese Peacekeeper) rappresenta il punto d’incontro tra fucile d’assalto e mitraglietta. La gittata superiore alla media delle SMG viene controbilanciata da un rinculo nettamente più pronunciato, rendendo necessario un equipaggiamento sensato di accessori (a partire dall’impugnatura) per poterne permettere un utilizzo interessante. Dotandola di Canna Lunga, diventa ad esempio un’arma straordinariamente efficace anche a distanze medio-lunghe. Nel complesso, non un game-changer, né un’arma sbilanciata, piuttosto un’alternativa che alcuni potrebbero gradire.

Molto ricca anche l’offerta per gli appassionati della modalità Zombie. Die Rise rappresenta un punto di vista completamente nuovo per quanto riguarda il game design. Invece di fornire l’ormai consueta ambientazione a sviluppo orizzontale, i ragazzi di Treyarch hanno pensato bene di verticalizzare, mettendo la squadra di sopravvissuti in cima ad un palazzo in crollo. La discesa rapida sarà l’unica via da percorrere, sia utilizzando le scale ricche di angoli ciechi (e conseguenti brutte sorprese) sia l’ascensore, facendo attenzione sia agli agguati sia a non cadere nel vuoto.

La modalità Turned, anch’essa inedita, rappresenta un’interessante novità per la Nazi Zombies, sebbene già vista altrove. In essa, un giocatore si troverà a fare la parte dell’umano, mentre gli altri impersoneranno gli zombie incaricati di eliminarlo. Chi dovesse riuscirci diventerà a sua volta l’umano, con la vittoria destinata a chi riuscirà a rimanere in tale condizione per il maggior tempo. Il bilanciamento è stato operato in maniera intelligente, facendo sì che gli zombie corrano molto più velocemente dell’umano, e quest’ultimo guadagni armi più potenti ad ogni eliminazione, sebbene la ricarica sia sempre molto lunga. Nel complesso una variante piacevole, sebbene sia inspiegabile la possibilità di giocarla in una sola mappa.

Nel complesso, Revolution rappresenta un acquisto caldamente consigliato a tutti coloro che spendono quotidianamente ore nel comparto multigiocatore di Call of Duty. Persino la mappa meno interessante, Hydro, presenta alcuni spunti, lasciando intuire la qualità delle migliori. Se anche i restanti DLC di Black Ops 2 dovessero mantenere la medesima qualità gli acquirenti del Season Pass avranno di sicuro un ottimo ritorno per l’investimento iniziale.

Tipologia di Gioco:

Call of Duty: Black Ops 2 è il seguito diretto del capitolo rilasciato nel 2010, anch'esso sviluppato da Treyarch. L'offerta ludica è nettamente divisa tra campagna singolo giocatore, ambientata a cavallo tra passato e prossimo futuro e caratterizzata dal ritorno di diversi personaggi del predecessore, comparto multigiocatore e modalità Zombie, ossia una cooperativa per quattro giocatori in cui sconfiggere ondate di non morti, dotata di una sua trama, seppure marginale.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo provato le mappe e la nuova modalità Nazi Zombies su Xbox 360, grazie a un codice gentilmente fornito da Activision.

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