Recensione - Darksiders II - Sulle spalle dei giganti

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Darksiders II dimostra come Vigil Games abbia saputo “salire sulle spalle dei giganti”

Recensita l'avventura del secondo Cavaliere dell'Apocalisse...

Sir Isaac Newton, quando accettò la cattedra lucasiana di matematica all’università di Cambridge, disse ai suoi studenti che, per vedere più lontano è sempre necessario “salire sulle spalle dei giganti”. Il padre della gravitazione universale, con quella frase entrata poi nella storia intendeva omaggiare chi l’ha preceduto e, al tempo stesso, spiegare ai suoi alunni l’importanza dello studio preciso e rigoroso.

  Può sembrare che questa digressione c’entri poco o nulla con la recensione di un videogame ma, in realtà, l’aneddoto di Newton si può applicare a qualsiasi campo della conoscenza e dell’arte. Nessuna grande opera può nascere senza che i suoi creatori abbiano approfondito, in maniera a volte anche dolorosa, quello che è venuto prima.Nel 2010, il primo Darksiders fu un gioco che divise pubblico e critica, qualcuno ci ha visto - a ragione - una gemma grezza che gli sviluppatori avrebbero rifinito in un eventuale secondo capitolo, altri, insofferenti alle telecamere non perfette e a un gameplay altalenante, lo bollarono come l’ennesimo action/adventure senz’anima. Come in tutto la verità sta nel mezzo, Darksiders, già all’epoca aveva molti punti di forza, come il sistema di combattimento o la vicenda lunga e piena di colpi di scena, tuttavia scontava alcuni peccati di gioventù, su tutti una gestione molto imprecisa delle inquadrature e delle ambientazioni di qualità oscillante, a volte molto evocative, altre del tutto anonime.La sostanza però c’era e Darksiders II, che ci apprestiamo a recensire, dimostra come Vigil Games abbia saputo “salire sulle spalle dei giganti” Darksiders II, come gli sviluppatori avevano annunciato già qualche mese fa, non riprende l'avventura partendo dall'epico finale del primo capitolo ma si svolge parallelamente, prendendo le mosse da quando Guerra, tradito dall’Arso Consiglio, viene ingiustamente accusato di aver distrutto l’umanità e di aver iniziato l’apocalisse con svariati millenni d’anticipo. Il Cavaliere ora è incatenato ai piedi del Consiglio, la sua pena sarà lunga, dolorosa e senza pietà. Tuttavia, le tre comete che chiudevano Darksiders altro non erano che i fratelli di Guerra, pronti a vendicarlo e a ristabilire la verità. In particolare Morte, il più temuto e potente dei Cavalieri, è convintissimo che Guerra - noto per la sua integrità morale - non possa essere colpevole dei crimini di cui è accusato.Morte (e noi con lui) inizierà così un viaggio fra paradiso, inferno e tutti i mondi di mezzo che compongono la realtà, in modo tale da scoprire come sono andate davvero le cose e sconfiggere i misteriosi signori oscuri che hanno complottato contro suo fratello e contro l’umanità intera.  Darksiders II mantiene pressoché inalterate le fondamenta ludiche della serie, il gioco è un action/adventure puro, con una fortissima componente hack ‘n slash in cui dovremo esplorare città, boschi e dungeon risolvendo enigmi ambientali e sconfiggendo vari nemici. Chi ha giocato al capitolo originale si troverà subito a casa, per tutti gli altri, invece, un breve tutorial agli inizi del gioco permetterà di prendere confidenza con il  - semplice - sistema di controllo del nostro Cavaliere. I ragazzi di Vigil, infatti, hanno implementato un sistema di combattimento che, anziché seguire il trend degli action moderni tutti basati sul sistema dei contrattacchi (come Batman: Arkham Asylum), riprende il tradizionale Z - Targeting inaugurato dall’immortale Ocarina of Time e, con somma gioia di chi ha sulle spalle qualche anno di gaming, ci costringe a costruire le nostre strategie d’attacco sulle schivate e sui colpi ai punti deboli. Nulla di nuovo, certo, tuttavia Vigil è riuscita comunque a mettere un suo marchio sui combattimenti, grazie alla quantità di armi che possiamo raccogliere dai nemici caduti (si va dai martelli alle spade, passando per mazze chiodate e bastoni) e ai piccoli quick time event che, soprattutto negli scontri con i boss, riescono a far mantenere alta la tensione anche durante i filmati.Gli sviluppatori, però, oltre che raffinare il combat system, hanno anche imposto una decisa sterzata al level design, riuscendo finalmente a costruire un mondo di gioco splendido dall’inizio alla fine, con maestose montagne, boschi e strutture che rivelano immediatamente l’ispirazione dal fantasy più classico, come le miniature di Warhammer o i disegni dei più famosi autori tolkeniani. Era da tanto che in un gioco non vedevamo un mondo fantasy così classico (ci verrebbe quasi da dire classicista) e allo stesso tempo così riuscito. La palette di colori pastello scelta dagli sviluppatori, infatti, riesce a dare al gioco una sua personalità senza farlo scadere nella schiera di cloni senz’anima di Skyrim che, in questi mesi, hanno invaso gli scaffali dei negozi.Per quanto riguarda la componente più ruolistica, o avventurosa, anche qui, ci troviamo davanti a un’opera di potenziamento di quanto avevamo visto nel gioco precedente. Gli enigmi ambientali, per quanto sempre piuttosto abbordabili, sono meno banali che nel capitolo precedente e, soprattutto, non danno mai seguito a soluzioni troppo macchinose o poco intuitive; se un puzzle sembra troppo difficile è probabilmente perché ci stiamo ostinando a guardarlo dalla parte sbagliata e, il più delle volte, basta spegnere la console un paio d’ore e rimettersi sotto con la mente fresca. Per quanto riguarda la trama, invece, nonostante il maggior respiro epico dell’intera vicenda, purtroppo ci sono ancora tante (troppe) ingenuità, con personaggi che entrano ed escono di scena in maniera fin troppo veloce e una progressione piuttosto contorta e, a tratti poco sensata. Nonostante le incertezze, però, Darksiders II riesce a tenere attaccati al televisore in maniera molto più naturale rispetto al predecessore, evitando le sezioni di stanca che, soprattutto sul finale, colpivano il primo capitolo della saga. Dal punto di vista tecnico, Darksiders II convince ma non impressiona troppo, l’engine fa il suo dovere e l’ottimo design di cui parlavamo poco sopra, riesce a nascondere bene le mancanze di un motore grafico che non fa i miracoli di un Uncharted 3 o di Mass Effect; peccato solo per una serie di piccoli glitch e bug che, nel corso dell’avventura, ci siamo trovati davanti, come muri invisibili posizionati in maniera piuttosto grossolana e un paio di compenetrazioni poligonali che ci hanno costretti a riavviare la partita in quanto il nostro eroico Cavaliere non era più in grado di muoversi e togliersi dall’incastro.  Nel complesso, comunque, Darksiders II è uno dei migliori, se non il miglior action arrivato sul mercato in questa prima metà del 2012 e merita di superare le già ottime performance del primo capitolo della saga. Il gioco non è perfetto e, alcuni problemi rimangono, tuttavia raramente le produzioni multipattaforma, soprattutto in un genere inflazionato come gli action, riescono a mantenere una qualità media così alta. Vigil Games ha imparato a salire sulle spalle dei giganti, ora ci aspettiamo che, con le prossime avventure dei Cavalieri dell’Apocalisse, sia lei stessa a diventare un gigante. Darksiders II, per ora, ha poggiato ottime basi.Tipologia di Gioco:

Darksiders II è un action/adventure con una forte componente esplorativa e che fa dell'hack 'n slash la sua cifra stilistica principale. Un po' Zelda, un po' Tomb Raider, un po' action classico, il gioco di Vigil non inventa un nuovo genere ma cerca, spesso con successo, di prendere il meglio dei titoli che l'hanno preceduto e costruire così un'esperienza ludica gratificante e impegnativa.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo recensito Darksiders II grazie a una copia promozionale gentilmente fornitaci da Koch Media, distributore italiano del titolo. Per scrivere il pezzo abbiamo completato il gioco una volta e rigiocato alcuni dei livelli più interessanti. Darksiders II è un gioco lungo. Ci vorranno al minimo 10 ore per portare a termine le avventure di Morte, seguendo solo la trama principale e lasciando da parte tutte le quest secondarie che via via ci saranno proposte. Con un'approccio più analitico, il gioco arriva anche alle 15/16 ore, sfiorando le venti per chi vorrà davvero esplorare ogni angolo dei mondi stravolti dall'apocallise. Per i giocatori più incalliti, poi, una volta finito il gioco, si potrà iniziare una nuova modalità "plus" in cui avremo a disposizione da subito tutti i power up raccolti nella partita precedente, ma anche boss e nemici saranno decisamente più coriacei.

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