Recensione - Dark Souls II - Elegia

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From Software ci fa assaggiare, di nuovo, l'aspro dolore della sconfitta...

Morire, morire, morire e ancora morire.

L'esperienza di buona parte di noi con Dark Souls e Demon's Souls si può riassumere in quel singolo verbo. I due giochi di From Software sono stati una mazzata nel ventre molliccio di un pubblico ormai in overdose da quick time event e abitato a giochi in grado di accompagnare anche il meno dotato degli utenti fino ai titoli di coda. I due titoli Dark Fantasy sviluppati dallo studio nipponico, invece, non ci provavano neppure ad essere comprensibili. Dark Souls e Demon's Souls ci sbattevano in un mondo da incubo, pieno di nemici e labirintico senza il benché minimo indizio riguardo cosa fare, dove andare o come affrontare l'avventura. Oggi, con quello che, probabilmente, rappresenta il loro ultimo titolo per Xbox 360 e Playstation 3, gli sviluppatori nipponici hanno portato a pieno compimento la loro visione con Dark Souls II.

Il gioco si apre, tanto per cambiare, con la nostra morte e ci viene raccontato come, a causa di una misteriosa maledizione, il nostro spirito sia costretto a vagare per l'eternità fra mondo reale e piano spiritico. L'unica possibilità che abbiamo per trovar pace si nasconde nel leggendario reame di Dranglaec, un magico regno che, si dice, contenga la chiave per curare la piaga dei non morti e, al tempo stesso, liberare le anime maledette. Peccato però che del favoleggiato reame si siano perse del tutto le tracce e, come se non bastasse, per raggiungerlo è necessario attraversare un mondo dove le regole dello spazio, del tempo e della fisica sono quantomeno ambigue. Dark Souls II, come i suoi predecessori, ci costringe ad esplorare uno scenario fra i più evocativi di sempre: la mappa non è ampia come quella di un free roaming o spettacolare come i classici JRPG, tuttavia, in qualche strano modo, From Software ha la

"Dark Souls II non ci prende mai in giro, non finge di essere qualcos'altro, non insulta l'intelligenza dei giocatori"

capacità di creare un'alchimia di luci, ombre, strutture ed elementi naturali al tempo stesso attraente e ansiogena. La sensazione che si prova è molto simile al dormiveglia, quando il cervello non riesce a distinguere fra sogno e realtà; fin dai primissimi minuti di gioco si percepisce che qualcosa non quadra, come se mancassero dei pezzi tuttavia il succedersi degli ambienti e l'alienante sistema di combattimento ci conducono sempre di più nel cuore del gioco e, in men che non si dica, ci si ritrova risucchiati in un mondo fatto di follia e violenza. Dark Souls II non ha nessuna pietà, tuttavia, dopo decine di sconfitte, dopo le morti, dopo esserci persi, dopo aver maledetto gli sviluppatori, dopo tutto questo, continuiamo sempre a giocarci. Questo meccanismo scatta dopo qualche ora di gioco e richiede all'utente una dose non indifferente di pazienza e funziona perché nelle sue strutture più basilari Dark Souls II non ci prende mai in giro, non finge di essere qualcos'altro, non insulta l'intelligenza dei giocatori. il titolo di From Software è difficile, molto difficile, anche frustrante tutti gli errori, le morti e le sconfitte non possono mai essere imputati a bug, scarso bilanciamento dei nemici o errori di design, ogni singolo colpo che subiamo ha un solo colpevole e costui si trova dietro al pad, non dentro la console.

Dark Souls II, pur mantenendo pressoché invariata la struttura di gioco dei suoi due predecessori introduce, comunque, alcune rifiniture molto richieste dai fan: su tutte è stata modificata la gestione degli incontri casuali; nel nuovo titolo, dopo aver combattuto per un buon numero di volte contro gli stessi nemici, una volta sconfitti non vengono riproposti nuovamente, rendendo l'esplorazione degli ambienti un po' meno frustrante (non crediate però che bastino due o tre morti per far impietosire il gioco, tutt'altro…). Anche il sistema dei patti è stato rivisto e, ora, è molto più comprensibile e permette di decidere in maniera chiara se preferiamo uno stile di gioco più votato alla cooperazione o allo scontro con gli altri esploratori delle lande di Dranglaec. Nel complesso Dark Souls II offre a chi ha amato i primi due capitoli della serie tantissimi buoni motivi per tornare a morir…. ehm, a solcare le pericolose acque dei mondi di From Software. Chi non si è mai avvicinato alla serie per paura della sua difficoltà, invece, troverà un titolo che, pur non rinunciando a un solo spigolo, risulta molto più approcciabile rispetto al passato anche se, certamente, rimane non adatto a chi non ha pazienza, ambizione e una buona dose di masochismo. Fidatevi, tutte e tre le caratteristiche sono necessarie in abbondanza. Soprattutto l'ultima.

Tipologia di Gioco:

Dark Souls II è un action RPG dotato di una curva di difficoltà piuttosto ripida e ambientato in un mondo Dark Fantasy dai toni bui e disperati. Nei panni di un essere umano condannato alla non vita eterna dovremo esplorare un antico reame, alla ricerca della cura per il nostro male e della pace per le anime che lo popolano.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato Dark Souls II grazie a un codice di download per Xbox 360 gentilmente fornitoci da Namco Bandai. Per scrivere questo pezzo abbiamo giocato per circa 30 ore e la conclusione del gioco ci pare ancora piuttosto lontana. Finora siamo morti all'incirca 170 volte. Per quanto riguarda la componente multiplayer, purtroppo, essendo il titolo uscito da pochissimi giorni, non abbiamo potuto testarla in maniera estensiva. Per questo motivo ci riserviamo di aggiornare l'articolo qualora ci fossero variazioni di rilievo.

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