Recensione - Crysis 3 - Ritorno a New York

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Crysis 3 rappresenta un ottimo mix tra le caratteristiche del primo e del secondo episodio

Abbiamo provato a fondo il nuovo sparatutto di Crytek e Electronic Arts

Dopo un primo capitolo tecnicamente rivoluzionario e apertissimo, seguito da un secondo episodio quasi troppo guidato, gli sviluppatori di Crytek tornano alla loro fortunata saga con Crysis 3. Un capitolo forse conclusivo, che sembra voler prendere il meglio da entrambi i predecessori, recuperando parte della libertà d’azione del capostipite e l’accessibilità del sequel, prefiggendosi inoltre l’obbiettivo di imporsi nuovamente dal punto di vista tecnologico, tanto su PC quanto sulle console HD. Obbiettivi in gran parte coronati, dato che, come vedremo, Crysis 3 rappresenta di gran lunga il miglior lavoro della casa di sviluppo tedesca.

Sono passati più di vent’anni dagli eventi di Crysis 2, e New York, avvolta da una cupola costruita dagli alieni Ceph, risulta quasi irriconoscibile. La giungla di cemento si è fusa a quella pluviale, intrecciandovisi a doppio filo, generando un ecosistema del tutto inedito. Per quanto la minaccia aliena appaia debellata, il dominio dei Cell è incontrastato, e Prophet rappresenta ancora una volta l’unica speranza di liberazione. Proprio nei panni di quest’ultimo si svolgerà questo terzo capitolo, con il giocatore spesso affiancato dal comprimario Psycho (già protagonista di Warhead, spin-off della saga per PC). Già a pochi minuti dall’inizio della campagna singolo giocatore i fondamenti del gameplay verranno svelati. La prima persona e i due poteri della Nanotuta (il cui utilizzo è stato ripreso da quanto visto nel predecessore), ossia invisibilità e aumento della corazza, concedono un approccio aperto ai livelli, supportando tanto gli scontri a viso aperto quanto le meccaniche più schive. Su quest’ultimo fattore stealth si nota tuttavia una decisa enfasi da parte degli sviluppatori, evidenziata non solo dal design dei livelli, spesso costruiti proprio per permettere ampi aggiramenti del nemico, ma anche dall’introduzione di un’arma completamente inedita nel già ricco arsenale. Disponibile già a pochi minuti dall’inizio della campagna singolo giocatore, l’arco tecnologico di cui Prophet dispone è uno strumento espressamente dedicato all’esaltazione del concetto di “caccia”, destinato a spingere il giocatore ad applicare al gameplay dinamiche da “gatto e topo” nell’affrontare i gruppi di nemici. Oltre a non interrompere l’effetto di invisibilità quando utilizzato, l’arco è in grado di uccidere a distanze notevoli. Per contro, la necessità di tendere ogni volta la corda e la generale scarsità di frecce lo rendono poco versatile negli scontri ravvicinati, così come il recupero delle munizioni dai cadaveri, che costringe ad accorciare le distanze dal nemico. Nonostante, con il procedere della storia, si rendano disponibili munizioni molto meno discrete, come quelle elettriche da usare sugli specchi d’acqua e quelle esplosive, l’arco rimane un’arma espressamente dedicata agli approcci stealth.

Come accennato, il gameplay di questo terzo capitolo si presenta come un mix di quello proposto dai due predecessori, nel tentativo di creare la miscela perfetta. In effetti, la linearità e le “scelte obbligate” di Crysis 2 appaiono molto lontane, grazie a una grande apertura dei livelli e alle modifiche effettuate al visore. Quest’ultimo infatti non concede più l’individuazione automatica di due o tre modus operandi come accadeva nel predecessore, ma permette ora solamente il marcamento dei nemici (i quali, una volta individuati, rimarranno visibili sia sull’interfaccia, grazie a icone in sovraimpressione, sia sulla minimappa) e delle casse di armi e munizioni sparse per le ambientazioni. Il confronto con i nemici cambia nettamente nel passaggio dai CELL, umani mercenari, agli alieni CEPH, questi ultimi nettamente più resistenti alle armi e dotati in generale di un arsenale più efficiente (anche se, nel caso dell’arco, una freccia ben piazzata sarà sempre sufficiente a eliminarli). Rispetto al predecessore, le routine dell’intelligenza artificiale sono state migliorate, con manovre più credibili nel caso si venga scoperti durante la ricognizione. Gli avversari tentano ora di stanare il giocatore in maniera più credibile, facendo ampio utilizzo di granate EMP (in grado di disattivare temporaneamente la nanotuta) e sparando alla cieca in direzione del giocatore. Per quanto Crysis 3 non sia oggettivamente un gioco difficile, soprattutto da metà in avanti l’esperienza potrà farsi piuttosto impegnativa.

Il level design proposto da Crytek rappresenta indubbiamente il punto più alto della produzione, sia dal punto di vista stilistico, con visuali della “New York 2.0” davvero ampie e ispirate, sia sotto l’aspetto del gameplay. L’ampiezza notevole non si traduce quasi mai in dispersione, testimoniando un buon lavoro sulle mappe. Inoltre, esplorare a fondo le ambientazioni si rivela un’attività sensata, in quanto permette sia di individuare percorsi alternativi per arrivare agli obbiettivi, sia metodi secondari per eliminare i nemici. Questi ultimi si basano perlopiù su una nuova meccanica, nota come Hacking, che permette tramite il Visore e il completamento di un breve minigioco di impadronirsi della tecnologia aliena e CELL, rivoltando le torrette difensive contro il nemico o disattivando temporaneamente alcune unità Ceph avanzate. Il minigame, che consiste nell’arrestare al momento giusto dei cursori in rapido movimento, si rivela più o meno complesso a seconda del “livello di sicurezza” dell’oggetto o unità in questione, e, in caso di fallimento, disattiva per qualche secondo i poteri della Nanotuta.

Per quanto Crysis 3 si basi su meccaniche alla base molto semplici, con missioni che richiedono di andare semplicemente dal punto A al punto B, l’arsenale molto vasto e personalizzabile, i due poteri della Nanotuta, l’aggiunta dell’arco e soprattutto l’ottimo design delle mappe e dei livelli fanno di ogni missione un’esperienza dinamica e imprevedibile, in grado di trasmettere un grande senso di libertà.

Alla campagna singolo giocatore, della durata di 7/8 ore e contornata da una trama piuttosto appassionante, sebbene non certo originale, si affianca un comparto multigiocatore recuperato in gran parte da quello proposto dal predecessore. Sebbene la crescita dei livelli e il conseguente sblocco di abilità speciali (o “perk”) lo accomuni a quello proposto dalla serie Call of Duty, un buon numero di mappe ben disegnate, una modalità molto originale e diversa (Hunter) e i poteri della nanotuta lo discostano a sufficienza dalla tradizione. Non avrà la longevità potenziale offerta da Call of Duty e Battlefield 3, ma si presenta comunque come un comparto online ben confezionato, in grado di regalare diverse ore di scontri in multigiocatore.

Dal punto di vista tecnico, Crysis 3, senza troppi giri di parole, si presenta come il miglior titolo multipiattaforma apparso su questa generazione. La versione Xbox 360 da noi testata si è rivelata notevole sia per mole poligonale, sia per qualità delle texture che per ottimizzazione, con caricamenti brevi e ben distribuiti e una fluidità quasi mai compromessa. Un comparto animazioni di prim’ordine e un’effettistica non troppo sacrificata rispetto al versione PC consacrano quello di Crysis 3 come miglior comparto tecnico degli ultimi anni. Il doppiaggio in italiano fa un discreto lavoro nel caratterizzare i diversi personaggi, e la colonna sonora è, come da tradizione per la saga, molto ben realizzata e abbinata all’azione a schermo.

Sebbene non si discosti molto dalla tradizione della saga, Crysis 3 rappresenta un ottimo mix tra le caratteristiche del primo e del secondo episodio. L’unica vera innovazione proposta dal gioco, beninteso, è puramente tecnica, ma il gameplay si rivela nondimeno solido e impegnativo, contornato da un level design tanto spettacolare quanto in grado di supportare pienamente le peculiarità dell’offerta ludica. Una produzione consigliatissima a tutti gli appassionati di sparatutto impegnativi e spettacolari, e, naturalmente, agli appassionati della saga firmata Crytek. Soprattutto i delusi dal secondo capitolo, potrebbero trovare in questo terzo, e forse ultimo, capitolo, un ritorno a un gameplay molto più libero e soddisfacente.

Tipologia di Gioco:

Crysis 3 è uno sparatutto in prima persona, caratterizzato da ambientazione in livelli molto aperti, e dalla possibilità per il giocatore di usare alternativamente due poteri legati alla speciale tuta indossata dal protagonista, ossia l'invisibilità e un aumento della corazza. Legati a una riserva di energia autorigenerante, che si esaurisce più in fretta nel caso ci si muova velocemente, questi poteri si mettono al servizio dei due principali approcci al combattimento offerti dal gioco, ad armi spianate, oppure stealth. Alla campagna singolo giocatore si affianca un classico compato multigiocatore, forte di un buon numero di modalità e mappe ben disegnate.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato Crysis 3 in versione Xbox 360 e PC, grazie a copie forniteci dal publisher Electronic Arts. Abbiamo completato la campagna a diversi livelli di difficoltà, scoprendo come la base per ogni giocatore navigato sia rappresentata dal livello Veterano. Ancor più interessante il successivo livello, Supersoldato, che elimina parte dell'interfaccia (ma non il marcamento dei nemici). Ci siamo successivamente spostati sui campi di battaglia online per diverse ore di prova diretta.

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