Recensione: Clockers, il Blu-Ray Disc

Clockers, il film di Spike Lee, arriva in una edizione Blu-Ray con un invasivo restauro dell’immagine e nessun contenuto aggiuntivo...

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Il disco
Tratto dal romanzo di Richard Price, diretto da Spike Lee e prodotto da Martin Scorsese, “Clockers” torna in Home Video grazie alla distribuzione di Universal Pictures.

Il Blu-ray del film concorrente alla  52ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia vuole restituire 129 minuti di celluloide in una nuova veste derivata dalla rimasterizzazione in digitale : la traccia video è proposta in Full HD 1080p con il corretto formato d’immagine 1,85:1 abbinata ad un DTS Digital Sorround 2.0 per la lingua Italiana, Spagnola, Portoghese e Giapponese in versione stereofonica; Inglese, Francese e Tedesco invece sfoggiano la composizione a 5.1 canali, con l’audio nativo encodato in DTS HD Master Audio senza perdita di qualità e i due restanti sonori vincolati ad un DTS Digital Sorround lossy.

La copertina del disco (un po’ troppo sbrigativa ed essenziale) ci ricorda il cast di questa datata “Spike Lee Joint” : Harvey Keitel, John Turturro e Delroy Lindo; il pallino giallo invece riportato nel retro avvisa che si tratta di una visione vietata ai minori di 14 anni.

Il film
Già le prime sequenze infatti sono cruente. Si susseguono scatti di omicidi, corpi di ragazzi/e macellati in strada che sin dal principio chiariscono l’approccio realistico del regista. “Clockers” racconta la storia di Strike (Mekhi Phifer), uno spacciatore a tempo pieno, 24 ore su 24 (da cui il titolo), deciso a farsi una carriera nel mondo della droga; quando gli si fa credere che possa finalmente riscattarsi, uno clocker rivale rimane ucciso e la polizia dà inizio alle investigazioni. Tra i detective, il signor Mazilli (John Turturro) cerca solo di incastrare qualche poveretto e tirar a fine giornata, il collega Rocco ( Harvey Keitel) invece cerca di scoprire la verità, mostrando un insolito attaccamento ad una causa che, in fin dei conti, non è poi tanto diversa dalla routine che il quartiere impone alle forze dell’ordine.

Con lo scorrere dei minuti, il senso di inquietudine non accenna a diminuire grazie al superbo mix che assicura una regia virtuosa accompagnata da argomenti cupi affrontati con il punto di vista di chi nei ghetti ci è nato e vissuto. Ma a distanza di 18 anni è ancor più chiaro che “Clockers” non è semplicemente accostabile a quella serie di visioni che si pone come unico obiettivo quello di raffigurare una realtà a molti ignota. Se così fosse, l’approccio documentaristico oggi apparirebbe sorpassato e surclassato dalla miriade di servizi che ci hanno elencato (a volte fin troppo esaustivamente) le conseguenze della tossicodipendenza. Seppur “Clockers” dedichi buona parte alla cruda ripresa dei sobborghi, il suo miglior pregio è quello di sfatare la credenza comune, specie quella americana, ovvero una summa di motti che vede l’individuo che lavora sodo arrivare in alta società, lo studente laborioso in grado di allontanarsi dalle cattive compagnie e intraprendere quel dorato percorso che è il sogno statunitense. Lee spiega che non è così semplice.  Spesso il ragazzino coscienzioso deve rivaleggiare con gli amici che hanno scelto la via della delinquenza, deve imboccare un sentiero eremitico che esige una forte personalità e una costanza che la tenera età non può affrontare e che, come dimostrano alcune brevi sequenze, nemmeno le onnipresenti attenzioni dei genitori possono controllare.

Il video
L’approccio sperimentale di Spike Lee e del direttore della fotografia Malik Hassan Sayeed, che ai tempi gli valsero l’accusa di “lenta scorrevolezza confusionaria”, in questa trasposizione in alta definizione sembra tutto un po’ ingigantito. Alla rimasterizzazione in digitale dei negativi in 16mm e 35mm è seguito un restauro un po’ artificioso, caratteristica che Universal  non tende ad abbondare e che si è tristemente meritata per diversi interventi distruttivi in passato. La colorazione anni ’70, i bianchi e neri e le filmate dal look amatoriale che vogliono ricreare lo stile Rap già restituivano un look aggressivo nell’originale, ora l’aumentata luminosità, il rafforzamento dei dettagli (specie nelle porosità del viso dei primissimi piani) e la forte gradazione dei verdi e della fredda luca bianca, conferiscono al film una sembianza fin troppo esagerata per quanto comunque potrebbe esser gradevole per chi è alla prima visione. Il contrasto esibito nei vicoli e nei parchi della città regala dei neri profondi la cui resa differisce dai passati trattamenti della major in cui i dettagli affogavano a causa dell’esaltazione dei chiari/scuri. Le sequenze notturne qui si sprecano: la tridimensionalità del quadro è sempre di buon livello e le textures sono avvisabili nella nitidezza dei più svariati abbigliamenti e nelle composizioni architettoniche della metropoli. Come spesso accade, il restauro video dà il via libera all’evidenza dei tratti per soddisfare gli amanti dell’immagine più razor a discapito di chi vorrebbe nel Blu-ray il riversamento più fedele possibile all’intenzioni registiche. Senz’altro “Clockers” accontenta la prima categoria.

L’audio
La pista audio italiana espressa in un DTS Stereo riproduce un sonoro decente che distingue con cura i rumori ambientali dai dialoghi, ricreando con solo l’apporto di due diffusori una buona profondità. Talvolta i parlati sono sottotono e occorre intervenire alzando il volume per una maggiore chiarezza. Non abbiamo riscontrato distorsioni o impurità di fondo. Il coinvolgimento dato dai 6 canali dell’audio Francese e Tedesco dona un coinvolgimento poco più accurato per cui non è il caso di indispettirsi perché l’italiano sia fermo alla proposta stereofonica. Se proprio si è in vena di paragoni forzati tanto vale comparare il DTS Italiano al DTS HD Master Audio Inglese per rivelare la fedeltà della pronuncia delle parole e per sentire la cadenza nativa del gergo di strada che, per quanto il doppiaggio sia ottimo, non è traducibile senza una perdita qualitativa.

Gli extra
La produzione di “Clockers” vanta numerose curiosità: tra queste il fatto che inizialmente la pellicola doveva essere girata da Scorsese, ai tempi al lavoro su “Casinò”, oppure che persone realmente tossicodipendenti abbiano recitato sul set. Magari una featurette in cui Spike Lee ci spieghi le differenze tra la sua opera e il romanzo di  Richard Price o anche una raccolta delle numerose scene tagliate di John Turturro. Piccoli desideri che rimarranno tali visto che non ci sono contenuti aggiuntivi.

Conclusione
E’ una prassi ormai consolidata e triste quella che vede la serietà di una edizione Home Video minacciata dall’assenza di extra. Con il Blu-ray di “Clockers” si assiste anche da un invasivo restauro dell’immagine che di certo sfiducerà i più esigenti. Se non siete tra questi, l’edizione qui esaminata può essere la giusta occasione per scoprire questo lungometraggio datato 1995.

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