Recensione - Chroma Squad
La recensione di Chroma Squad, produzione di Behold Studios ispirata agli show Super Sentai
Cinque abili stuntman di uno show Super Sentai (chiaramente ispirato appunto ai Power Rangers), stufi delle angherie e della mediocrità loro imposta da uno sciatto e incompetente regista, decidono di mettersi in proprio, realizzando uno show autoprodotto. All’inizio le risorse sono poche, e ci si deve arrangiare girando in una sorta di grande magazzino utilizzato alla bell’e meglio come studio televisivo, ma con il tempo, e grazie alle capacità dei cinque protagonisti, le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare, e con esse un mare di imprevedibili guai. L’intero comparto narrativo, come si evince dall’incipit qui brevemente riassunto, è assolutamente paradossale e grottesco, nel pieno rispetto del genere a cui si ispira, e per questo divertente e comico. Non per questo merita però di essere sottovalutato; Chroma Squad è un titolo scritto e narrato in modo incredibilmente convincente, non solo grazie a dei dialoghi divertentissimi e ai tanti colpi di scena, uno più assurdo dell’altro, ma anche perché la narrazione è il perno fondamentale attorno al quale il gameplay dell’intera produzione è costruito.
Il titolo Behold Studios si rifà in pieno alla tradizione dei giochi di ruolo tattici a turni, ricordando nelle dinamiche i vari Final Fantasy Tactics e Fire Emblem. Si combatte su una griglia formata da varie caselle, entro le quali ci si può muovere e attaccare, ognuno dei cinque eroi rappresenta una classe, con una propria personale progressione e caratteristiche uniche da sfruttare in battaglia, ma la personalizzazione del team offre di più, dato che nelle primissime fasi di gioco saremo chiamati ad effettuare un vero e proprio casting relativo ai cinque attori protagonisti del nostro show, uno per ogni colore, e ciascuno con caratteristiche e capacità uniche; una selezione peraltro ricchissima di citazioni e riferimenti tutti da ridere. Come se la scelta degli attori e la trasformazione in super eroi colorati non bastasse, a rendere ancora più profonda la componente tattica dei combattimenti ci pensano le teamworks, vere e proprie manovre di squadra attivabili quando sono soddisfatte determinate condizioni relative al posizionamento sulla griglia o altro ancora.
"L’arma vincente di questo titolo dall'estetica retrò è infatti il feeling che trasmette"[caption id="attachment_143435" align="aligncenter" width="600"] Chroma Squad - screenshot[/caption]
L’arma vincente di questo titolo dall'estetica retrò è infatti il feeling che trasmette. Tutto è divertente, paradossale, fuori di testa e coinvolgente, e anche solo mettersi a scovare la miriade di citazioni di attori e personaggi famosi o i riferimenti alla cultura pop vale decisamente il prezzo del biglietto. Pur non avendo difetti vistosi, eccezion fatta forse per il vetusto sistema di salvataggio fatto di un solo slot e tanti autosave, Chroma Squad fatica al tempo stesso ad imporsi per le sue qualità squisitamente ludiche. Tutto è molto leggero e poco approfondito, la gestione della produzione televisiva e i combattimenti sia dei cinque eroi che dell’immancabile mech al seguito funzionano nel complesso bene, ma sono assai poco impressionanti se parliamo di numero e incisività delle opzioni. Il risultato comunque è un’esperienza meritevole di essere giocata, soprattutto se la risposta alla domanda in apertura di recensione è affermativa.