Recensione - Call of Duty: Ghosts - Involuzione
Call of Duty: Ghosts rappresenta un primo, grosso segno di cedimento per la saga di sparatutto firmata Activision.
Abbiamo testato a fondo il nuovo Call of Duty, accompagnato quest'anno da auspici meno rosei del solito
Mai come quest'anno, l'avvento del nuovo capitolo della saga di Call of Duty è stato accompagnato da un carico di incertezze e malumori, espressi dalla critica mondiale con una media di voto nettamente più bassa che in passato. Un segnale importante, il quale, così come l'assenza di comunicati relativi a record di vendite nei primi giorni (ai quali ormai ci eravamo abituati) sembra indicare un, seppur limitato, declino della serie anche in termini di vendite.
I nostri test sulla versione Xbox 360 di Call of Duty: Ghosts hanno reso piuttosto evidenti i motivi di questo trend negativo, quasi tutti da ricondurre a una sorta di pigrizia che sembra aver ammorbato l'uscita di quest'anno. Se è vero che, soprattutto dal quarto capitolo in poi (al secolo Call of Duty 4: Modern Warfare), la saga non si è mai più davvero rinnovata, i due team di sviluppo in continuo avvicendamento sono sempre riusciti a trovare, di seguito in seguito, elementi validi su cui lavorare, si trattasse di piccoli aggiustamenti al comparto multiplayer, o delle campagne singolo giocatore, terribilmente sopra le righe ma sempre spettacolari.
Ghosts, di contro, fa piccoli passi indietro in entrambe le direzioni, proponendo una modalità trama cortissima (anche più del solito, dato che si superano a malapena le 4 ore) e piuttosto avara di momenti in grado di catturare davvero l'attenzione del giocatore, affiancata da un comparto multiplayer tutto sommato abbastanza piatto, che finisce per riciclare alcune novità già viste in passato. E' il caso, ad esempio, della cosiddetta meccanica "Pick 10", introdotta da Black Ops II, che vede qui riproposta la medesima libertà di scelta, laddove nella creazione della propria classe di soldato sarà possibile scegliere liberamente la distribuzione di armi, gadget secondari e perk. Purtroppo, la gestione in questo senso risulta complicata rispetto a quella molto chiara offerta dal predecessore, senza evidenti benefici. In altre parole, la libertà di personalizzazione risultante è sostanzialmente la medesima, ma inspiegabilmente resa meno chiara che in passato.
Piuttosto sorprendente è anche il nuovo sistema di sblocchi, che sembra voler fare contenta una fetta sempre più ampia di utenti. Quest'ultimo è ormai completamente slegato dalla crescita di livello, e permette di conquistarsi anche le armi più performanti sin da subito, semplicemente coprendo il costo in punti, velocemente sbloccabili con i match. In altre parole, sapendo sin dall'inizio quale tipo di equipaggiamento si vorrà ottenere, intorno al livello 20/21 sarà già possibile disporre di una build che, nei precedenti capitoli, avrebbe richiesto il livello massimo. A qualcuno questo potrebbe far piacere, ma nel complesso, a nostro parere, rende davvero troppo veloce lo sblocco degli equipaggiamenti migliori, tutto a sfavore della qualità dell'esperienza nel suo complesso.
Per quanto riguarda le Killstreak, si nota una progressiva scomparsa di quelle aeree, come gli UAV e gli elicotteri d'attacco, in favore di dispositivi da piazzare a terra. Questo è, di fatto, il passo avanti più interessante e meglio riuscito, in quanto non costringe più a tenere costantemente gli occhi al cielo in cerca delle Killstreak avversarie.
Per quanto concerne invece le modalità, si notano alcune nuove aggiunte, come Blitz, sorta di capture the flag senza la bandiera, dove per fare punto è sufficiente entrare fisicamente in un'area della mappa designata come base nemica, cercando al contempo di difendere la propria. Interessante anche Grind, variante di Uccisione Confermata dove le targhette nemiche vanno consegnate per ottenere i relativi punti. Come risulta evidente già dalle descrizioni, non si tratta certo di novità degne di nota, quanto piuttosto di piccole varianti su temi già esistenti.
Molti fan hanno lamentato la scomparsa delle Leghe, ed a ragione. Del resto, Call of Duty: Ghosts sembra (inspiegabilmente) volersi allontanare il più possibile dall'ambito e-sport, favorendo semmai un utenza più ampia possibile. Una scelta a nostro parere troppo sbilanciata in favore dei giocatori più casuali, la quale, visto il grande fermento attorno all'ambito dello sport elettronico in questi anni, sul lungo termine potrebbe avere un pessimo effetto boomerang.
La modalità Squadre, che permette di portare con sé fino a 10 soldati creati tramite l'editor e di farli combattere contro quelli di un amico, si è rivelata piuttosto piatta e scarsamente interessante, dato che finisce per risolversi, sostanzialmente, in un mero match con bot, niente di diverso dalla modalità Allenamento già vista nei predecessori.
Come ultima nota, vale la pena di spendere due parole sul cane, tanto chiaccherato in fase di marketing. Nella campagna singolo giocatore è protagonista di meccaniche piuttosto goffe, e, soprattutto, appare davvero poco. In multiplayer invece prende le forme di una Killstreak in grado di accompagnare il giocatore e attaccare automaticamente i nemici, purtroppo sbilanciata e fastidiosa per gli avversari.
Positiva invece la modalità cooperativa Extinction, che riprende l'idea di Nazi Zombies e la rilegge in maniera molto meno criptica. Quattro giocatori si trovano dunque a resistere a un attacco alieno, scegliendo diverse classi e trovandosi a proteggere il membro della squadra che deciderà di darsi alle "trivellazioni" necessarie per distruggere i nidi alieni. Il gameplay ci è apparso divertente e ben realizzato, andando senza dubbio a rappresentare l'aspetto migliore di Ghosts.
Call of Duty: Ghosts rappresenta un primo, grosso segno di cedimento per la saga di sparatutto firmata Activision. Le uniche novità degne di nota sono la modalità Extinction e le killstreak spostate dai cieli a terra, ma tutto il resto, dal design delle mappe, alla creazione del soldato, alla campagna singolo giocatore, presenta una stanchezza palpabile. Ora che il declino è evidente, sarà interessante vedere come Treayarch, che l'anno prossimo avrà la responsabilità di uscire con il primo Call of Duty sviluppato interamente per console di nuova generazione, saprà rispondervi.
Rinnovarsi non è mai facile, soprattutto per una serie multimiliardaria, ma anche per Call of Duty il momento tanto temuto sembra essere giunto. La scelta è tra l'evoluzione e una lenta, ma inesorabile, estinzione.
Call of Duty: Ghosts, come da tradizione, divide la sua offerta di sparatutto in prima persona in campagna singolo giocatore, accompagnata da una trama, un vasto comparto multigiocatore caratterizzato da varie modalità e mappe, oltre alla progressione del proprio alter ego, e una cooperativa per quattro partecipanti.
Come è Stato Giocato:Grazie a una copia Xbox 360 gentilmente fornitaci da Activision, abbiamo completato la modalità singolo giocatore in circa 4 ore, per poi spenderne circa 25 tra comparto multiplayer e cooperativa. Non abbiamo ancora avuto modo di testare, invece, le versioni next gen.