Recensione - Call of Duty: Black Ops III
La saga di Activision non riesce più a fare a meno del futuro: la recensione di Call of Duty: Black Ops III
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Il futuro immaginato dai ragazzi di Treyarch, tuttavia, oltre a regalare alla nostra specie un pianeta scosso da carestie e continue rivolte armate, ha messo a disposizione dei soldati mutilati la possibilità di ritornare in servizio utilizzando protesi cibernetiche in grado, tra l’altro, di potenziarne forza e velocità all’inverosimile. Non solo: sofisticati impianti celebrali li rendono di fatto dei potentissimi computer mobili che possono interfacciarsi con qualunque terminale, PC e robot nemici compresi.
Non c’è molta fantasia nella trama. La CIA, ormai da anni, tenta con fortune alterne di mantenere stabile il quadro geo-politico di un mondo ormai allo sfascio schierando, segretamente s’intende, i Black Ops ovunque ce ne sia bisogno. Questo gruppo di soldati altamente addestrati e meccanizzati, in breve, oltre a dover affrontare eserciti privati e mercenari di ogni tipo, dovrà fare i conti con una falla del sistema: la classica talpa, o presunta tale, che manda puntualmente all’aria piani, progetti, intere missioni d’infiltrazione.
Ben poco da eccepire, di contro, sul fronte prettamente ludico. Tutto è esattamente dove e come lo vorremmo. Nonostante un’eccessiva linearità nella prima parte della campagna, il level design, evolvendosi, si declina in ambientazioni che concedono numerosi approcci. Soprattutto giocando in co-op, split-screen o online, affrontare i nemici fiancheggiandoli, irrompendo contemporaneamente da due uscite, lasciando che i cecchini svolgano il loro lavoro mentre il resto della squadra avanza frontalmente, sono tutte azioni strategiche che regalano grande gioia e divertimento. Nonostante la limitatissima I.A. faccia di tutto per sabotare il livello di sfida, motivo per cui è consigliabile iniziare sin da una difficoltà alta, anche in singolo, tra esaltanti sparatorie e un arsenale sterminato, non ci si annoierà di certo.
[caption id="attachment_148067" align="aligncenter" width="508"] Per quanto concerne l’aspetto puramente tecnologico, gli sviluppatori hanno dato priorità assoluta al frame rate. A fronte di 60 fps abbastanza stabili, si lamenta una certa povertà poligonale di alcuni ambienti. Niente di così drammatico in ogni caso.[/caption]
Non vanno poi dimenticate le nuove abilità di cui godrà il protagonista. Eliminati gli ingombranti e impacciati EXO di Advanced Warfare, correre sui muri, scivolare per decine di metri e librarsi in aria per salti sovrumani renderà l’azione ancor più frenetica. I poteri speciali, attivabili rispettandone il cooldown, aumentano il ventaglio di possibilità tattiche in mano al videogiocatore. Caricare gli avversari per un devastante atterramento corpo a corpo, hackerare le torrette nemiche, rilasciare uno stormo di nano macchine mortali: tutte specialità che potenzialmente vi renderanno la vita estremamente più semplice.
Ad accompagnare la campagna principale, non poteva naturalmente mancare il multiplayer. Come abbiamo già avuto modo di raccontarvi nel nostro hands-on di qualche mese fa, questa volta dovrete scegliere il vostro Specialista di fiducia che, oltre a possedere uno specifico e quasi immodificabile aspetto estetico, metterà nelle vostre mani fucili e tecniche di combattimento peculiari da sfoderare non appena possibile. Rispetto alla demo, i tempi di cooldowon si sono evidentemente prolungati, riequilibrando parzialmente alcuni problemi di bilanciamento riscontrati per l’occasione. Eppure è evidente che gli sviluppatori dovranno rimettere mano alla propria creatura, tramite patch, per eliminare alcune piccole magagne. A fronte delle solite modalità che intratterranno per mesi la community, a fronte di un level design curatissimo, a fronte di un sistema di personalizzazione del loadout sempre funzionale, un paio di armi sono chiaramente le più forti di tutto il gioco, certe abilità sono evidentemente poco utili e difficilmente utilizzabili rispetto alle altre. Poco male comunque: tra le tante declinazioni del multiplayer conosciute dalla saga, quella offerta da Black Ops III è tra le più complete, divertenti e frenetiche mai viste. Anche qui il debito nei confronti di Titanfall e Destiny è evidentissimo, ma poco importa, visto che funziona alla grande.
"Nonostante un’eccessiva linearità nella prima parte della campagna, il level design, evolvendosi, si declina in ambientazioni che concedono numerosi approcci"Completa il pacchetto di modalità presenti, Zombie. In co-op dovrete sopravvivere a ondate virtualmente infinite di zombie, aggirandovi in un’ambientazione in pieno stile Anni ’50, magari divertendovi nel contempo ad esplorarla e sbloccarne i vari segreti che custodisce. Poco più che un orpello, un mero riempitivo per “fare numero”, è in realtà uno spassosissimo passatempo che per certi versi potrebbe riportare alle mente di alcuni i pomeriggi di tanti anni fa, quelli spesi insieme ad altri tre amici a far saltare teste di zombie in Timesplitters. Collaborando con guerrieri esperti, incrementando progressivamente la conoscenza della mappa e dei suoi misteri, si possono ottenere immense soddisfazioni anche dalla modalità Zombie.
[caption id="attachment_148066" align="aligncenter" width="508"] La modalità Zombie si è avvalsa della collaborazione di volti noti di Hollywood che hanno prestato voce e fattezze dei personaggi di cui vestirete i panni. Nello specifico si tratta di Jeff Goldblum (Independence Day, Jurassic Park), Robert Picardo (Star Trek: Voyager, Stargate SG-1), Ron Perlman (Hellboy, Drive), Neal McDonough (Minority Report, Flags of Our Fathers) e Heather Graham (Lost in Space, Una notte da leoni).[/caption]
Call of Duty: Black Ops III, in definitiva, punta sulla quantità, cedendo lievemente il passo in termini di pura qualità. La trama della campagna principale soffre una sceneggiatura che impallidisce nei confronti di quella apprezzata in Black Ops 2. La mancanza di una guest star di livello come Kevin Spacey, tra l’altro, mette in evidenza i limiti di regia virtuale e del cast coinvolto. Il multiplayer, dal canto suo, soffre di qualche problema di bilanciamento e la modalità Zombie, al momento, presentandosi con una sola mappa (due per chi ha preordinato il gioco) non può ambire ad essere altro che un fugace passatempo.
Eppure, mai come questa volta ci sentiamo di consigliare vivamente un titolo della serie sia agli irriducibili, sia a chi è sempre stato incuriosito dalla saga. La mancanza di novità di spicco non farà cambiare idea ai detrattori, ma è innegabile che ci troviamo di fronte a un prodotto ben sviluppato e pieno zeppo di contenuti. Tra sbloccabili e cap level da raggiungere, parliamo di un gioco potenzialmente quasi infinito. Non solo: grazie allo snellimento del gameplay rispetto ad Advanced Warfare, traguardo raggiunto attraverso l’eliminazione degli EXO, Call of Duty non è mai stato così adrenalinico e frenetico. Conteranno ancora di più i riflessi, certo, ma tra corse sui muri e tante abilità su cui contare, anche strategia e tattica saranno due requisiti imprescindibili per sopravvivere sul campo di battaglia.