Recensione - Bloodborne: The Old Hunters

Fatevi forza, armatevi di pazienza e buona volontà: con Bloodborne: The Old Hunters è tempo di tornare a Yharnam

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Bloodborne è l’antieroismo per antonomasia. Si prende gioco della più assodata e sottintesa fra le convenzioni videoludiche, quella di lottare per il bene, abbandonandoci, confusi, disorientati e appena risvegliati da un sonno molto simile alla morte, alle porte di una città ormai corrosa e corrotta. L’abito non fa il monaco, ci hanno insegnato, eppure l’elegante completo del Cacciatore, per quanto umile e poco efficace a contrastare le offensive nemiche, non ha fatto altro che consolidare l’erronea convinzione di essere dalla parte giusta. Tanto più che mefistofelici licantropi, uomini deformi e abomini di ogni stazza e forma, non potevano certo infondere fiducia e buone sensazioni. Yharnam era evidente vittima di un demoniaco contagio, destinato a distruggerla. A noi, al nostro avatar, il complesso compito di depurarla, nell’arco di una lunghissima notte, da ogni infezione.

Eppure, passo dopo passo, la lenta e progressiva scoperta di una sconcertante realtà. Altri Cacciatori, mossi dai nostri stessi ideali, tramutati e trasfigurati in perversi carnefici assetati di sangue. Superstiti, ancora capaci di esprimere sentimenti umani, scortati verso morte certa o, peggio, inspiegabilmente terrorizzati dalla nostra presenza. Indizi e prove sempre più schiaccianti, che alcuni degli avversari abbattuti fossero, in realtà, l’ultimo baluardo in difesa del poco di buono che valeva la pena salvare. Bloodborne, in realtà, non mette in scena le gesta di un Eroe, ma di un Cacciatore, appunto, interessato solo alla preda, anche a discapito dell’ecosistema che distrugge, anche a discapito degli innocenti che si frappongono tra lui e l’obiettivo, anche a discapito della vera salvezza del mondo. È la storia di un grande egoismo, di come la propria ambizione possa tramutarci in bestie irrazionali, aizzate unicamente dall’odore del sangue. The Old Hunters non fa che confermare ogni timore, prendendosi nuovamente gioco dello stesso utente. Sì, perché la promessa di nuove ambientazioni, armi e boss con cui confrontarsi, non è che l’ennesima esca, volta ad attirarlo in un vortice di violenza ed eliminazioni indiscriminate.

[caption id="attachment_148846" align="aligncenter" width="508"]Bloodborne The Old Hunters screenshot 1 A fronte di un’ulteriore abbassamento dei tempi di caricamento, purtroppo dobbiamo segnalare un evidente peggioramento del frame-rate. Nulla che future patch non possano eliminare, ma allo stato attuale, certi boss diventano ancora più difficili da abbattere.[/caption]

Tutto comincia con l’abbattimento del Vicario Amelia, condizione sine qua non per accedere ai contenuti aggiuntivi del DLC. Una biforcazione prima non presente a Cathedral Ward vi permetterà di raggiungere L’Incubo del Cacciatore, ribaltamento lessicale, e non solo, del confortante Sogno del Cacciatore. La stessa modalità con cui l’avatar raggiungerà la location, sottolinea il totale capovolgimento, concettuale ed empirico, che Bloodborne apporta alle convenzioni videoludiche: non di spontanea volontà, né tanto meno invitato da qualche personaggio in difficoltà, ma trasportato coattamente, rapito verrebbe da dire, dall’ennesimo oscuro malintenzionato che coglie il nostro di sorpresa.

Quella che inizialmente sembra semplicemente un nuovo quartiere di Yharnam, architettonicamente persino troppo simile a certe zone già attraversate, diventa ben presto l’ennesima ambientazione simbolica che il Cacciatore dovrà superare con tanto coraggio e incrollabile pazienza. Palazzi, edifici e torri, palesano piuttosto in fretta la loro cronica tendenza al grottesco, alla deformità, alla composizione di forme geometricamente impossibili in un mondo reale. Art e level design toccano nuove vette, componendo scenari esteticamente ammalianti, ludicamente ricchi, come sempre, di sentieri nascosti, scorciatoie salvifiche, tesori dall’inestimabile valore. Tra sezioni che si sviluppano in verticale, decadenti villaggi di pescatori e anfratti invasi da una vegetazione tanto rigogliosa quanto letteralmente violenta e prevaricatrice, The Old Hunters mette in mostra un’insospettabile varietà di location.

[caption id="attachment_148847" align="aligncenter" width="508"]Bloodborne The Old Hunters screenshot 2 Per avere la meglio sui nuovi boss, cinque in tutto ma solo quattro obbligatori, vi serviranno almeno altre venti ore di gioco spartite tra lenti progressi e tanto farming.[/caption]

Una ricchezza che si ripercuote anche su altri ambiti, armi e nemici su tutti. From Software deve evidentemente aver accolto le tante richieste dei fan se ha deciso di donarci ben sedici nuovi strumenti dispensatori di morte, tutti ovviamente da potenziare al massimo, prima di poterne scoprire le potenzialità strategiche. Tra archi, fruste e mitragliatori, la sensazione generale è che il team di sviluppo abbia evoluto sino al massimo possibile il combat system alla base di Bloodborne. Ogni nuova arma differisce sensibilmente dalle altre, costringendo il Cacciatore ad adattare di volta in volta il proprio approccio alla battaglia e non solo per l’ovvio differente set di combo di cui gode ognuno di esse. Bisogna considerare un rilevante numero di variabili, non sorprendendosi se qualche arma proprio non incontrerà gusti e abitudini nell’affrontare le tante mostruosità che vi sbarreranno la strada. Va da sé che, a volte, qualcuna si rivela più efficace in certe condizioni e contro certi avversari, ma come al solito molto dipenderà soprattutto dalla vostra abilità con il pad.

"Ogni nuova arma differisce sensibilmente dalle altre, costringendo il Cacciatore ad adattare di volta in volta il proprio approccio alla battaglia"

Proprio a proposito di attitudine con leve analogiche e pulsanti, i cinque nuovi boss non vanno affatto presi sottogamba. Sono ovviamente giganteschi e dotati di numerosi pattern offensivi. Basta raggiungerne la tana possedendo un personaggio di livello novanta o superiore (160-170 nel caso di New Game+) per sperare in una battaglia quantomeno alla portata, ma in ogni caso preparatevi a inanellare la solita successione di game over. In generale si tratta di un DLC che non concede sconti e, anzi, alza ulteriormente l’asticella della difficoltà. Siete avvertiti.

[caption id="attachment_148848" align="aligncenter" width="508"]Bloodborne The Old Hunters screenshot 3 Nella Foresta Proibita potrete finalmente assoldare Cacciatori controllati dalla CPU. Un aiuto non da poco che potrebbe rendere il gioco fruibile e alla portata (quasi) di tutti, non fosse che la loro evocazione costerà comunque preziosissimi Punti Introspezione.[/caption]

Ci si potrebbe lamentare dell’assenza di nuovi Calici e di novità che apportino significative variazioni al gameplay, ma, soprattutto sul fronte delle innovazioni, tali requisiti non rientravano certamente tra le ambizioni e aspirazioni che hanno generato The Old Hunters. Il primo (e forse ultimo) DLC di Bloodborne si limita ad essere ciò che ogni Cacciatore, in cuor suo, desiderava che fosse: un nuovo pezzo di Yharnam tutto da esplorare. L’ispiratissimo art design svolge un lavoro egregio, mentre il gameplay si riscopre ancora attualissimo e ulteriormente approfondito e inspessito dalle (tante) nuovi armi di cui potrete entrare in possesso.

Continua a leggere su BadTaste