Recensione - Blood Bowl 2
Il gioco di miniature di Games Workshop alla sua seconda prova videoludica: la recensione di Blood Bowl 2
La violenza è il condimento che più da sapore a quella che è a tutti gli effetti una versione fantasy e con tante, tante mazzate in più del football americano, che abbandona però i quattro tentativi per andare in meta, i downs, e propone una formula di gioco senza soluzione di continuità, la perfetta impostazione per trasformare le partite in affollate e furibonde risse. Il gioco è scandito da turni, all'interno dei quali si controllano i propri giocatori in maniera strategica, scegliendo tra un corollario di azioni che prevede il semplice movimento, attaccare un avversario che si trova già a contatto, effettuare un blitz (una volta per turno), muovendocisi e attaccando, passare e sfruttare magari alcune abilità che solo alcune tipologie di giocatori hanno. L'obiettivo è andare in meta, superando la linea con un giocatore in possesso del pallone, e magari messa così sembra anche facile, ma in realtà lo è molto meno di quanto si crede, perché il gioco ha un meccanismo molto rigido e crudele, il turnover, che ad ogni fallimento prevede che il pallino del gioco passi di mano, con un cambio di turno.
La profondità di Blood Bowl 2, e tutta la sua qualità ludica, è costruita infatti non tanto sulle dinamiche del gioco, ma sulle caratteristiche e sulle abilità di ogni giocatore, che, insieme ad un po' di sana fortuna, determinano in maniera sensibile il successo o meno di una particolare azione. Schivare un blocco, colpire duramente un avversario, effettuare un passaggio, riceverlo e persino raccogliere la palla da terra sono tutte azioni il cui esito dipende da parametri come forza ed agilità, nonché dal piazzamento dei giocatori, perché spesso da questo scaturiscono bonus. Va da sé che la considerazione di questi parametri è fondamentale, e certo molte volte la fortuna o la sfiga ci metteranno del loro, facendo magari fallire azioni in apparenza ridicole, determinando un frustrante cambio di turno, ma è comunque di primaria importanza adattare il proprio stile di gioco e pianificare bene come si intende procedere nel proprio turno.
"La profondità di Blood Bowl 2, e tutta la sua qualità ludica, è costruita infatti non tanto sulle dinamiche del gioco, ma sulle caratteristiche e sulle abilità di ogni giocatore"[caption id="attachment_147254" align="aligncenter" width="600"] Blood Bowl 2 - screenshot[/caption]
Il gameplay di Blood Bowl 2 è convincente, dinamico e stimolante nonostante la sua impostazione a turni, fortemente tattico, visto che lo spettro del turnover incombe costantemente e la priorità e la scelta di ogni azione richiedono del ragionamento, non eccessivamente dipendente dalla fortuna, e Cyanide Studio gli ha fornito adeguato inquadramento, all'interno di un'offerta ludica votata soprattutto al multiplayer. Il giocatore singolo potrà affrontare la campagna, che per metà funziona come tutorial, alla guida dei Reikland Reavers, per portarli dalle classiche stalle alle stelle, ma è in compagnia che ci si diverte di più, iscrivendo la propria squadra in tornei di vari requisti e regole, trovando divertimento non solo nelle partite, ma anche nella raccolta dei fondi necessari a costruire la propria squadra, nel rafforzamento del suo roster e nell'acquisto di alcune migliorìe.
Un prodotto solido quindi, anche tecnicamente, visto l'apprezzabile comparto grafico e il convincente accompagnamento sonoro (menzione speciale per i commentatori tecnici, Jim e Bob), che non ha debolezze particolari; è senza dubbio di natura peculiare, richiede al giocatore una certa dedizione per essere goduto senza frustrazione, e forse avrebbe potuto offrire di più a chi è poco appassionato del multiplayer online, ma la sua profondità è innegabile, e se per chi conoscesse già il gioco è quasi irrinunciabile, per tutti gli altri può rappresentare una piacevole sorpresa.