Recensione - Battlefield Hardline
La svolta poliziesca avrà fatto bene alla saga? Scopritelo leggendo la nostra recensione di Battlefield Hardline
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Lungi dall’esibirsi in un’esecuzione tale da cancellare le perplessità suscitate dal controverso Battlefield 4, complici di un parziale snaturamento della saga, i ragazzi di Visceral Games, già rei della compromettente serializzazione di Dead Space, contro tutti i pronostici del caso sono riusciti nell’impresa di confezionare uno sparatutto degno di non essere additato come un costoso DLC, frutto di spietate politiche di publisher dediti al depredamento sistematico e intensivo del portafogli del pubblico pagante. Tutt’altro: per certi versi, Battlefield Hardline rappresenta un punto di non ritorno per il brand, chiamato a scegliere se reinvestire negli antichi valori che lo hanno sostenuto fino ad oggi, o virare apertamente e con più decisione nel (pericoloso) sentiero già tracciato da Call of Duty.
In quest’ottica, il single player fornisce una risposta inaspettata: innovazione su ogni fronte. Stile registico e tecniche narrative adottate per inscenare la parabola eroica del detective Nick Mendoza rimandano al linguaggio televisivo dei serial, piuttosto che a quello, ormai abusatissimo, dei kolossal alla maniera di Michael Bay. Una scelta certamente dettata dai trend del momento, ma che si rivela azzeccatissima: a fronte di un plot tutt’altro che imprevedibile, l’interesse è tenuto vivo dalla progressione episodica, dalla sceneggiatura che non lesina battute ad effetto e da un tasso di spettacolarità più contenuto rispetto al passato, ma comunque sufficiente per stimolare l’adrenalina dello spettatore. A comprovare la bontà della direzione artistica che sottende la campagna, un roster di attori, ingaggiati per il motion capture, di qualità e con diverse esperienze alle spalle nel campo dei polizieschi: la bellissima Kelly Hu (Khain Min Dhao) ha recitato in CSI; Adam J. Harrington (Tyson Latchford) vanta presenze in Dexter, Smalville, CSI, Criminal Minds; Benito Martinez (Capitano Julian Dawes), tra gli altri, si vede all’opera in 24, Lie to Me, Castle e l’apprezzatissimo House of Cards. Le ottime doti recitatorie, fortunatamente conservate nell’edizione nostrana da un doppiaggio assolutamente all’altezza, vengono ben spese in scene d’intermezzo dirette con maestria.
"I ragazzi di Visceral Games contro tutti i pronostici del caso sono riusciti nell’impresa di confezionare uno sparatutto degno di non essere additato come un costoso DLC"Coerentemente al personaggio che interpreterete, Nick Mendoza, alternativamente all’aprire il fuoco su qualsiasi cosa si muova, può tentare un approccio più stealth e moralmente corretto. Nascondendosi nelle ambientazioni può usare il taser per stordire gli avversari, stenderli con un colpo caricato del manganello, persino arrestarli. Estraendo il distintivo e tenendo sotto tiro i malintenzionati può ammanettarne fino a tre alla volta, neutralizzando in un sol colpo un intero gruppo di guardie, correndo tuttavia il rischio che l’espletamento delle formalità attiri l’attenzione di altri sgherri meno inclini a risolvere il tutto pacificamente. Ad aiutarvi nel mantenere un profilo basso ci sarà lo scanner: gadget indispensabile, utilissimo per tracciare gli spostamenti nemici, identificare i ricercati, analizzare le prove con cui concludere casi secondari. A scoraggiarvi dal risolvere ogni contenzioso ad armi spianate, eventualità comunque imprescindibile in alcuni casi, un sistema di punteggio basato sul completamento delle side quest e sull’uso ridotto della violenza, che premierà l’approccio stealth con nuove armi e oggetti sbloccabili. Come se non bastasse, due colpi ben assestati saranno più che sufficienti per mandare al tappeto il povero Nick, rendendo altamente sconsigliabile aprire il fuoco, a meno che non godiate di un notevole vantaggio tattico.
[caption id="attachment_140930" align="aligncenter" width="580"] Battlefield Hardline - screenshot[/caption]
Tali accortezze ludiche, che hanno il merito di sviluppare Hardline in una direzione inedita per la saga, si scontrano con evidenti limiti di level design e IA nemica che riducono il piacere ottenibile dal superamento delle avversità. Basta aspettare il momento in cui le pattuglie di sparpagliano, per eliminare ogni avversario quasi indisturbati. L’utilizzo di gadget come il rampino ampliano il ventaglio di possibilità strategiche in possesso del videogiocatore, ma perché impegnarsi tanto se l’eccessivo numero di ripari permette di sgominare ogni minaccia con una semplicità quasi disarmante? Visto l’impegno profuso nella campagna, dal punto di vista artistico e dei contenuti (un discreto arsenale e quasi dieci ore di longevità garantita), è un vero peccato che ci si riduca a giocare per vedere come va a finire, piuttosto che per divertirsi tra sparatorie e fasi d’indagine con lo scanner.
Fortunatamente, a sopperire il bisogno d’adrenalina dell’utente ci pensa il multiplayer online, allargato fino a 64 giocatori anche su PlayStation 4 e Xbox One. Se a grandi linee il feeling classico di ogni Battlefield si ripresenta anche in questo episodio, piccoli cambi di rotta, più facilmente avvertibili in alcune modalità, lo avvicinano (esagerando) a ritmi più consoni a un Call of Duty. A conti fatti, questo avvicinamento al brand di Activision rappresenta il vero punto debole della produzione. Deathmatch a Squadre, per farla breve, risulterà quasi ingiocabile sia per i puristi, che per i neofiti. La ridotta velocità di spostamento dei personaggi, l’arsenale improntato a far emergere le doti strategiche dell’utente sulla pura abilità manuale e tempi di attesa tra un respawn e l’altro relativamente prolungati, mal si sposano con regole del gioco che mirano ad un approccio quasi frenetico e generalmente poco ragionato.
Molto meglio nelle nuove modalità introdotte da questo episodio. Rapina mette in palio una montagna di soldi da razziare o difendere, a seconda dello schieramento scelto, e invita a una ferrea organizzazione. Corto Circuito impone il controllo e l’abbattimento di alcuni veicoli, indirizzando i partecipanti ad assumere il ruolo di Meccanici: l’unica classe che può riparare i mezzi di trasporto e impugnare i lanciarazzi. Salvataggio mette in ballo una serie di ostaggi da recuperare e premia gli Operatori: abili rianimatori grazie a defibrillatori e fiale di adrenalina sempre a portata di mano.
[caption id="attachment_140931" align="aligncenter" width="580"] Battlefield Hardline - screenshot[/caption]
Le mappe rinunciano a un pizzico di distruttibilità rispetto a Battlefield 4 e limitano Levolution (eventi scriptati, come il crollo di un edificio, che modificano la conformità dello scenario) a discapito di un netcode generalmente affidabile e un frame rate più stabile, traballante, per assurdo, solo nelle arene contenute dove gli utenti si concentrano con più facilità. Generalmente, tuttavia, le mappe salvo un paio di eccezioni non brillano particolarmente per ricercatezza di design, accontentatosi di offrire ampie appezzamenti di terra intervallati da piccoli edifici in cui rintanarsi.
Graficamente il gioco convince senza strabiliare. La campagna in singolo mette in mostra modelli poligonali dettagliatissimi, dotati di un ampio spettro di animazioni. Online veicoli che sfrecciano in ogni direzioni, esplosioni e proiettili che fischiano fanno il loro dovere. Manca il vero tocco di classe, la dimostrazione di forza bruta del Frostbite 3, ma non si può dire che gli hardware di PC, PlayStation 4 e Xbox One non vengano utilizzati a dovere.
Battlefield Hardline non è un titolo da boicottare a tutti i costi e per partito preso. Si presenta con una campagna single player artisticamente molto curata e ludicamente innovativa, per quanto carente sotto il profilo del level design. Online prova a offrire un gameflow lievemente più frenetico e introduce tante nuove modalità, anche se le mappe non impressionano, né i cambiamenti apportati alla formula convincono appieno. Forse non valeva la pena barattare i bazooka con i distintivi, ciononstante un multiplayer generalmente più affidabile dal punto di vista del netcode e del frame rate convincerà comunque moltissimi a dare una chance a quest’episodio diretto da Visceral Games.