Recensione - Battle Princess of Arcadias - Triplice corona
La nostra prova di Battle Princess of Arcadias, l'hack and slash per PlayStation 3 di Apollosoft
Apollosoft, team di sviluppo responsabile del gioco, prova a reinterpretare un genere classicissimo, quello dell'hack and slash, secondo canoni più moderni, non solo abbinandovi una non originalissima componente ruolistica, ma inserendone dinamiche e meccaniche all'interno di impalcature di certo particolari e sfiziose, ma non architettate benissimo. Con pochissimi preamboli Battle Princes of Arcadias mette immediatamente il giocatore di fronte alla sua caratterizzante bidimensionalità, priva di profondità alcuna, visto che, al contrario dei grandi capolavori del genere, non c'è la possibilità di muoversi in verticale sul campo di battaglia, si può andare solo avanti o indietro. Si capisce quindi subito che la faccenda sarà a base di mazzate senza pensieri, anche perché il gioco non fa assolutamente niente per prendersi sul serio, ed anzi coglie ogni occasione per mettere in ridicolo i suoi protagonisti, vere e proprie macchiette, e tutte le ricorrenti ridondanze della lotta tra bene e male. Si ride grazie ad un umorismo tipicamente nipponico, fatto di frasi a effetto, facce buffe, circostanze equivoche e stereotipi duri a morire ma tutto sommato sempre piacevoli.
Scelto il proprio personaggio tra una selezione che mano a mano che si procede nel gioco si fa sempre più sostanziosa, ed arriva alle dieci unità, ci si tuffa in battaglia, e Battle Princess of Arcadias svela la sua unicità, nella triplice connotazione dei livelli. Quelli di combattimento sono i più tradizionali, si va da sinistra a destra mazzuolando il mazzuolabile, magari facendo crescere di livello il nostro personaggio, accedendo così a nuove mosse speciali e nuove abilità: qui la progressione è basilare, soddisfacente ma non particolarmente divertente, vista la pochissima varietà, all'interno di una costante ripetizione di stanzoni pieni zeppi di nemici.
"Si ride grazie ad un umorismo tipicamente nipponico, fatto di frasi a effetto, facce buffe, circostanze equivoche e stereotipi duri a morire ma tutto sommato sempre piacevoli"[caption id="attachment_133472" align="aligncenter" width="600"] Battle Princess of Arcadias - screenshot[/caption]
Terzo e ultimo contesto nel quale si sviluppano le battaglie, sono gli assedi, che al contrario di quello che si potrebbe pensare non coinvolgono fortezze e castelli, ma enormi boss. In questo caso l'eroe scende in campo affiancato dal proprio esercito, ed imparare i pattern d'attacco, nonché le strategie migliori da attuare, sono i requisiti per uscirne vittoriosi. Purtroppo il livello di difficoltà degli assedi è mal calibrato, visto che vincere i primi è davvero un'impresa, e gli ultimi risultano invece assai semplici, troppo, con il proprio personaggio, livellato da ore di gioco, che arriva ad essere devastante e a non richiedere praticamente nessun aiuto per prevalere.
Nell'alternanza tra le tre situazioni di gioco, Battle Princess of Arcadias include una minima ma interessante componente ruolistica, con armi ed oggetti sempre migliori da equipaggiare, potenziare, o addirittura creare, in maniera snella e veloce. Dal punto di vista dell'offerta ludica il titolo di Apollosoft non lascia quindi spazio a recriminazioni, è piuttosto la non perfetta gestione e coesione dei singoli elementi che gli impedisce di toccare ben più alte vette qualitative, e la mancata compiutezza del suo impianto si fa sempre più pesante mano a mano che si procede nella lunga avventura, che fa fatica a decollare, pur rimanendo su livelli discreti. Piace anche nella sua messa su schermo, che fa corrispondere alla bidimensionalità del gameplay quella della grafica, tutta sprite e fondali, con tutti gli elementi disegnati in maniera ottima ed impreziositi da una apprezzabile attenzione al dettaglio. Giusta menzione anche per la colonna sonora, composta da brani per la maggior parte piacevoli, ma che riesce persino a stupire con un paio di composizioni di assoluta qualità.