Recensione - Batman: Arkham Origins - Anno Uno

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Ormai giunti al terzo capitolo della saga, spiace non vedere risolte alcune piccolissime imprecisioni che affliggono il sistema di combattimento

Il Cavaliere Oscuro torna alla sua giovinezza...

Da software house completamente sconosciuta, Rocksteady è riuscita a proiettarsi in poco tempo nell'Olimpo di quei pochi sviluppatori di videogame il cui nome rimane legato per sempre ad un brand.

Con Batman Arkham Asylum e City i ragazzi inglesi hanno lasciato un segno indelebile nella generazione videoludica uscente, fornendo nel contempo a Warner le basi per fare della saga di Batman un prodotto molto redditizio.

Ad alcuni dei videogiocatori meno attenti la cosa potrebbe essere sfuggita, eppure Batman: Arkham Origins, prequel della saga nei negozi proprio in questi giorni, non è stato sviluppato da Rocksteady, bensì da uno studio interno di Warner. I dettagli sul perché di questa decisione non sono mai stati del tutto chiariti, ma è molto probabile che si tratti semplicemente della volontà di concedere agli sviluppatori originali due anni pieni di tempo per lavorare su un nuovo gioco (che, a questo punto, vedrà la luce sulla prossima generazione di console), senza tuttavia lasciare gli scaffali natalizi sguarniti di una nuova offerta targata Batman.

Quanto sopra è noto da tempo, e, anche in seguito alle prove dirette del gioco durante le fiere estive, è risultato chiaro come da Arkham Origins non fosse il caso di aspettarsi un grande salto qualitativo rispetto ai due predecessori, né novità degne di particolare nota, quanto piuttosto un prosieguo canonico, basato su meccaniche di gameplay ormai ben consolidate. Le aspettative, nel bene e nel male, sono state pienamente corrisposte.

Batman: Arkham Origins è, in molti suoi aspetti, un buon gioco, in grado di riprendere in tutto e per tutto gli stilemi ormai tipici della saga, aggiungendo qualche piccolo dettaglio e dimostrando un grande amore per il materiale originale, ossia i fumetti targati Cavliere Oscuro. In altre parole, coloro che hanno amato i due predecessori troveranno in questo prequel la medesima qualità, eppure il titolo si adatta molto bene anche ai nuovi arrivati. Per contro, chi sentiva il bisogno di passi avanti e novità dopo la bella esperienza offerta dai due precedenti capitoli, rimarrà in parte deluso.

Chiarito questo punto, possiamo spendere qualche parola per analizzare il gameplay della produzione, che non si discosta dall'esperienza già incontrata nei predecessori. L'ampia mappa di Gotham City, completamente esplorabile grazie al rampino e alle planate concesse dal mantello di Batman, offre una selezione di missioni principali, legate da una trama narrata tramite filmati d'intermezzo, e secondarie. Queste ultime recuperano in prima battuta i "crimini in corso" già visti in Arkham City, con il giocatore che riceverà durante la libera esplorazione segnalazioni relative a malviventi in attività, e potrà decidere di deviare temporaneamente dall'obbiettivo corrente per risolvere velocemente la situazione. Decisamente ispirate alla saga di Assassin's Creed sono invece le torri radio, da disattivare (risolvendo piccoli puzzle ambientali) per sbloccare i punti di viaggio rapido, così da concedere trasferimenti istantanei da un punto all'altro della vasta mappa. A fare da contorno ci sono anche scontri con nemici storici di Batman non direttamente coinvolti nella trama (come il Cappellaio Matto e Anarky), e le consuete sfide di combattimento e stealth, da completare al di fuori dell'ambito della modalità storia.

Ogni tipologia di missione offre naturalmente lunghi combattimenti corpo a corpo, da sempre colonna portante dell'offerta ludica che caratterizza la saga, con il pieno ritorno del cosiddetto "freeflow combat". Quest'ultimo non presenta particolari novità nelle meccaniche, se non qualche nuova tipologia di nemici, come i ninja, i quali dispongono di una contromossa simile a quella del Pipistrello. Per quanto il combattimento corpo a corpo, basato sul tempismo e sulle contromosse, si riveli ancora una volta ottimamente integrato nell'esperienza, ormai giunti al terzo capitolo della saga spiace non vedere risolte alcune piccolissime imprecisioni che lo affliggono, come la schivata nei confronti di nemici armati di coltello, ancora imprecisa e scomoda, e alcuni sporadici agganci mancati della contromossa, che si fanno notare nei combattimenti più affollati.

Dal punto di vista del level design, sia in interni che in esterni Arkham Origins non inventa nulla, riproponendo pedissequamente lo stile proposto da Rocksteady. L'unica, piccolissima, novità in merito, è rappresentata da situazioni in cui ci si trova a dover eliminare, uno alla volta, numerosi gruppi di nemici in aree leggermente più aperte rispetto a quelle viste nei predecessori, ma le meccaniche, basate sul tenersi fuori portata visiva e isolare gli avversari, rimangono del tutto intatte. Lo stesso può dirsi per i gadget a disposizione del Pipistrello, anch'essi da sempre caratteristica della saga Akrham. Anche in quest'ambito, si nota qualche lieve novità, ma nessuna è in grado di portare il gameplay a nuove conseguenze.

Parlando di meccaniche legate alla giocabilità, non si può non citare la rinnovata enfasi sull'investigazione, laddove il giocatore si troverà a ricostruire tramite il Bat-computer gli avvenimenti di specifiche scene del crimine. Per quanto l'idea alla base sia buona, queste sequenze non offrono alcuna effettiva sfida al giocatore, dati gli indizi sin troppo evidenziati, risolvendosi dunque in un aspetto più cosmetico che sostanziale.

Il lavoro fatto sulla sceneggiatura rappresenta invece il punto più alto raggiunto da Arkham Origins, sebbene qualche critica possa essere mossa. I riferimenti a The Killing Joke (graphic novel firmata Alan Moore) fanno onore al team di Warner, e fa piacere come le origini citate nel titolo non siano tanto quelle di Batman (ormai viste e riscritte sin troppe volte per riusltare stimolanti), bensì quelle dell'eterna eterna lotta con la sua più grande, sghignazzante nemesi. Purtroppo, la seconda metà dello svolgimento si rivela nettamente meno briosa della prima, lasciando anche spazio a qualche momento sin troppo stiracchiato.

Con Origins, a fianco della longeva modalità in solitaria, fa capolino anche un comparto multigiocatore, che mette otto giocatori l'uno contro l'altro con meccaniche di shooting piuttosto carenti dal punto di vista qualitativo. La buona notizia è che due partecipanti, scelti casualmente, possono vestire i panni di Batman e Robin (sebbene quest'ultimo non figuri nella modalità singolo giocatore) e agire nelle ombre, cooperando per eliminare il resto della squadra. Alcune meccaniche funzionano, ma nel complesso il comparto si configura più come un primo abbozzo, senza garantire un gran numero di ore d'intrattenimento.

Graziato come sempre da un ottimo comparto grafico (qualche rallentamento nelle versioni Xbox 360 e Playstation 3 si fa notare, ma nulla di compromettente), Arkham Origins cede il fianco a qualche mancanza d'ottimizzazione nell'elemento esplorativo, con una Gotham afflitta da barriere architettoniche assenti nei due predecessori, le quali involgiano a sbloccare il prima possibile il sistema di trasporto rapido.

Nel complesso, come già anticipato Batman: Arkham Origins rappresenta un acquisto consigliato per tutti i fan dei due predecessori, i quali troveranno riprodotta la medesima esperienza offerta da City ed Asylum, sebbene leggermente meno ottimizzata, e contornata da una storia ben scritta. A mancare, semmai, sono le novità, e proprio questo potrebbe rappresentare, per alcuni, un motivo valido per "saltare il giro" e aspettare che Rocksteady sveli i suoi piani.

Tipologia di Gioco:

Batman: Arkham Origins è un action in terza persona a libera esplorazione, che, alternando efficacemente combattimenti corpo a corpo, utilizzo di gadget tecnologici e meccaniche stealth riesce perfettamente nel riprodurre la sensazione di trovarsi nei panni del Cavaliere Oscuro.

 Come è Stato Giocato:

Grazie ad una copia PC gentilmente concessaci da Warner, abbiamo completato la modalità trama in circa 15 ore, per poi darci ai test delle attività secondarie e ad alcuni match in ambito multigiocatore.

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