Recensione - Assassin's Creed IV: Black Flag

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...i ragazzi di Ubisoft hanno lavorato con molta attenzione ad Assassin's Creed IV: Black Flag, agendo su diversi fronti...

Recensita la nuova avventura piratesca della setta degli Assassini...

Per quanto, guardando all'insieme, non si trattasse di un gioco mediocre, Assassin's Creed III non è riuscito a nascondere la stanchezza accumulata dalla saga dopo il secondo capitolo. Se già Brotherhood e Revelations non erano riusciti a raggiungere i livelli qualitativi del 2, la storia di Connor aveva ceduto il fianco a diversi problemi, da quelli legati alla storia, all'ottimizzazione, arrivata purtroppo ai minimi storici. Evidentemente ben consci del trend negativo, i ragazzi di Ubisoft hanno lavorato con molta attenzione ad Assassin's Creed IV: Black Flag, agendo su diversi fronti. Innanzitutto, le missioni navali, solo marginali nel terzo episodio (eppure, già al tempo, le definimmo "...uno degli aspetti più riusciti del gioco") diventano colonna portante della libera esplorazione e di una buona metà  della trama. In seconda battuta, evidentissimo è il recupero dello stealth, un elemento da sempre latente nella serie, con l'unica eccezione del primo capitolo, l'unico ad abbracciarlo quasi completamente come filosofia di gameplay. Lavorando su questi due elementi, e contornandoli con una delle ambientazioni più riuscite e affollate di attività  mai proposte dalla saga, Ubisoft è riuscita a dare una notevole rinfrescata al suo brand, confezionando quello che con ogni probabilità  rappresenta, inaspettatamente, il punto più alto mai toccato dalla saga.

A contribuire alla riuscita c'è anche l'ottimo lavoro di ricerca storica e caratterizzazione svolto sul protagonista e sull'ambientazione, ossia il Mar dei Caraibi a cavallo tra 1600 e 1700, nel pieno di quella che oggi viene ricordata dagli storici come "Età dell'oro della pirateria". La vicenda personale del protagonista Edward Kenway (per la cronaca, il nonno paterno del Connor già impersonato nel terzo capitolo) si lega a doppio filo a quella di diversi personaggi storici, come Edward "Barbanera" Thatch e Stede Bonnet, sulle note di una trama divertente da seguire, e in grado di alternare momenti più leggeri a passaggi ben più drammatici. Il tutto, avvolto da un forte senso di nostalgia per una pagina affascinante della storia, e senza scadere in una mimica eccessiva della quadrilogia cinematografica de I Pirati dei Caraibi.

Le missioni legate alla trama (già da sole in grado di impegnare il giocatore per circa 15 ore) alternano costantemente la navigazione a bordo della Jackdaw, ossia il vascello di proprietà di Edward, e gli incarichi sulla terraferma. Questi ultimi, naturalmente, si rivelano quelli più ricchi di deja vu per gli affezionati della saga, seppure la rinnovata enfasi dedicata alla furtività renda diversi passaggi molto interessanti. Con Black Flag viene infatti introdotto il concetto di "zone di caccia", ossia aree più o meno grandi molto ben sorvegliate da guardie e sentinelle, che il giocatore si troverà ad attraversare per raggiungere i propri scopi, si tratti di assassinare qualcuno o recuperare uno specifico oggetto. Costellate di nascondigli e molteplici percorsi acrobatici, queste ambientazioni rivelano un level design molto attento e ben confezionato, lasciando una grande libertà sulla scelta della strada da seguire per giungere al proprio obbiettivo. Se dunque queste aree e le missioni ad esse dedicate rappresentano un ottimo spunto di gameplay, lo stesso non si può direi dei pedinamenti, i quali di per sé non sono malvagi, ma vengono riproposti eccessivamente nel corso delle missioni principali.

Fortunatamente, a spezzare di continuo la routine a terra c'è la navigazione a bordo della Jackdaw, che recupera le missioni navali del predecessore e le espande in ogni possibile direzione, a partire dai comandi della nave, simili ma molto raffinati. Legati a meccaniche semplici da padroneggiare, i combattimenti per mare sono strettamente dipendenti dal sistema di miglioramenti possibili per il vascello. Combattendo a suon di cannoni e arrembaggi sarà infatti possibile accumulare piccole fortune in denaro e risorse (legname, tessuto, metallo e così via) da spendere per aumentare il numero di cannoni e le difese della Jackdaw, aggiungendo all'occasione ulteriori strumenti d'offesa (come il mortaio, utile dalla distanza) e più spazio per le munizioni. Un'attività non certo fine a se stessa, dato che il mar dei Caraibi si rivelerà ben presto incrociato da navi di diversa stazza e potenza di fuoco, e per affrontare le più pericolose l'unica via sarà dedicarsi agli upgrade. Crescendo di fama e importanza nell'ambito piratesco, Edward potrà presto gestire una piccola flotta, composta dalle navi catturate in seguito agli arrembaggi (l'alternativa più rapida consiste nell'affondarle, perdendo però metà del carico e la possibilità di riutilizzare gli scafi per riparazione o per annessione alla propria piccola "armata"). In maniera molto simile a quanto accadeva con gli assassini in Brotherhood, tramite un menu dedicato sarà possibile inviare i propri luogotenenti a completare scambi commerciali, aumentando così ulteriormente le risorse a disposizione.

Tralasciando le missioni legate alla trama, Ubisoft ha lavorato positivamente anche su un aspetto da sempre molto caro alla saga, ossia le attività secondarie, naturalmente legate a doppio filo al contesto marinaresco. Si va dalla pesca con arpione, alla ricerca delle mappe del tesoro, all'esplorazione dei fondali marini (possibile però solo in punti predeterminati), sino all'assalto dei magazzini sulla terraferma. Mai fini a se stesse, queste attività permettono sempre di utilizzare le risorse guadagnate per i miglioramenti alla nave e all'arsenale di Edward, alternandosi dunque piacevolmente al normale svolgimento della trama. Proprio in questa costante offerta di svaghi  si nasconde il lato migliore di Assassin's Creed IV: Black Flag, con Ubisoft che riesce di nuovo, finalmente, a proporre un'ambientazione credibile, e a popolarla di attività contestuali davvero interessanti, un qualcosa che alla serie mancava sin dal secondo episodio.

Per quanto riguarda invece gli aspetti più tradizionali della serie, tornano le consuete meccaniche legate ai combattimenti all'arma bianca, ancora una volta ben lontane dalla perfezione. Un sistema di collisioni imperfetto e l'abitudine dei nemici ad attaccare uno alla volta rendono tali scontri poco appassionanti, eppure gli sviluppatori ovviano in buona parte al problema, favorendo gli approcci furtivi servendosi del level design.

Se già per il completamento della storia e di una parte delle attività secondarie si parla di più di trenta ore di gioco complessivo, gli sviluppatori non hanno rinunciato all'ormai consueto comparto multigiocatore. In tal senso, non abbiamo apprezzato particolari novità, con le modalità riproposte pedissequamente e un numero di mappe piuttosto esiguo. Chi ha apprezzato in passato questa caratteristica, la ritroverà qui leggermente più ottimizzata, mentre coloro che non ne hanno mai avvertito il bisogno potranno tranquillamente lasciarla da parte, grazie alla notevole mole di contenuto singolo giocatore.

Dal punto di vista tecnico, il motore Anvil Next, già visto nel terzo capitolo, si presenta qui forte di un buon lavoro di ottimizzazione, con effetti evidenti sulla qualità delle texture e sugli sfondi, molto ricchi. Straordinaria la simulazione della fisica e gli effetti grafici legati al mare e alla navigazione, completa di clima in grado di cambiare in tempo reale, con venti, tempeste e trombe d'acqua a rendere decisamente frizzante l'esplorazione dei Caraibi. Su next gen (in particolare abbiamo potuto testare la versione Playstation 4) l'hardware più potente concede un filtro anti aliasing migliore e una riduzione (seppure non completa) del pop up, oltre a shader di qualità, frame rate più stabile e illuminazione dinamica, il tutto a 1080p. Come prevedibile, sulle nuova console la resa grafica si pone sostanzialmente a metà strada tra quella offerta dalla generazione uscente e quella vista su PC.

Non molti se lo aspettavano, ma Ubisoft riesce nell'intento di ridare nuova linfa alla saga degli Assassini. Black Flag rappresenta, per molti versi, il punto più alto toccato dalla serie, e presenta tutte le caratteristiche alle quali ogni gioco dotato di libera esplorazione dovrebbe aspirare.

Tipologia di Gioco:

Assassin's Creed IV: Black Flag prosegue la saga di Ubisoft con un nuovo capitolo ambientato nel mar dei Caraibi, in piena età dell'oro piratesca. Tra combattimenti ed esplorazione navale e classiche missioni sulla terraferma, il recupero dello stealth si affianca a un'ambientazione vastissima e ricca di divertenti attività secondarie, senza dimenticare la trama secondaria, ambientata nel presente, questa volta più ricca d'ironia e di fascino.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo affrontato il gioco grazie a una copia Playstation 3 fornita da Ubisoft. Il nostro passaggio ha superato le 40 ore, grazie soprattutto alla qualità delle attività secondarie.

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