Recensione - Assassin's Creed III - Rivoluzione?

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Non è il capolavoro tanto atteso, e non raggiunge i livelli qualitativi del secondo capitolo della serie, ma rimane una delle migliori esperienze videoludiche di quest’anno

Il nostro commento alla versione Wii U dell'avventura di Connor...

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Dal secondo capitolo in poi, giocare ad Assassin’s Creed è diventata una sorta di abitudine. Di ogni nuova uscita si conoscevano già le portate principali, le quali si accompagnavano tuttavia ad altrettante certezze, soprattutto riguardo al livello di rifinitura e alla cura al dettaglio. Sebbene non si possa parlare di uno stravolgimento, né di novità pari a quelle a suo tempo portate da Ezio Auditore, quest’anno Ubisoft prova a mischiare il mazzo, con un terzo capitolo che rappresenta allo stesso tempo la somma di tutto ciò che la saga ha offerto fino ad oggi, e il tentativo di fare dei passi in avanti.

Di certo, si tratta di progetto incredibilmente ambizioso, che non esita a sommergere il giocatore di contenuti. In qualunque momento, aprire la mappa di gioco significherà trovarsi di fronte a una quantità incredibile di compiti a cui assolvere (missioni principali, secondarie, legate alle fazioni, collezionabili, tesori, missioni navali… e via discorrendo). Quest’abbondanza contenutistica alterna una maggioranza di meccaniche recuperate dal primo e dal secondo episodio ad alcune novità, tra le quali spicca senza dubbio l’utilizzo del galeone a vela, in grado quasi di fare gioco a sé.

Peraltro, in maniera abbastanza curiosa, soprattutto considerati i tre anni di sviluppo e la maturità del brand, questo terzo capitolo giunge tra le nostre mani davvero poco rifinito, tra diffusi bug contenutistici e grafici, menu poco pratici, intere sequenze non ottimizzate.

Ancora prima, tuttavia, c’è da fare i conti con il prologo. Ormai ci siamo abituati: si comincia un nuovo gioco, e la prima mezz’ora di gameplay, o poco più, la si spende completando una sequenza propedeutica, che oltre a introdurre il setting e i personaggi permette al giocatore di apprendere i controlli di base.

Assassin’s Creed III, data anche la necessità di introdurre un nuovo personaggio e un nuovo periodo storico, abbraccia in pieno questa logica, e non v’è nulla di strano, se non che la fase di presentazione dei personaggi e di apprendimento dura attorno alle 5 ore. Circa un terzo del gioco, senza contare che, dal punto di vista narrativo, i prologhi sono addirittura due. In altre parole, prima di vedere il nuovo protagonista Connor vestito da Assassino e soprattutto di disporre di vera libertà di movimento, spenderete di fronte allo schermo molto tempo, non tutto utile e non tutto di qualità. Curioso peraltro che, a fronte di tale mole narrativa, il personaggio di Connor non riesca mai a ergersi a dramatis persona tanto quanto il suo illustre predecessore, in grado di generare molta più empatia. Non si tratta solo di simpatia a pelle, ma di spinte narrative che portino a identificarsi con i conflitti interni del personaggio, che purtroppo sono in gran parte assenti o troppo deboli.

Sebbene nettamente troppo lungo, il prologo è efficace nell’identificare le tre sfere in cui si divide il complesso gameplay di Assassin’s Creed III. La Rivoluzione Americana è infatti stata sfruttata dal punto di vista contestuale per identificare diversi contesti in cui il giocatore può muoversi. Alle ovvie missioni principali, perlopiù legate ai contesti urbani di Boston e New York, si affianca la verdeggiante Frontiera, un esteso bosco in cui si potrà praticare la caccia (non essenziale ai fini del gameplay, ma piuttosto complessa e divertente) e occuparsi della propria tenuta. Un concetto che richiama la gestione di villa Monteriggioni vista nei predecessori, sebbene in maniera molto più complessa. Lo scopo sarà infatti quello di portare nei confini della tenuta degli artigiani, completando specifiche missioni, e dare successivamente il via ad attività di produzione e commercio di beni di vario genere. Anche in questo caso, l’impatto a livello di gameplay non è determinante, dato che i soldi necessari ai progressi di gioco si potranno accumulare altrimenti, ma la microgestione rappresenta comunque una parentesi interessante, non fosse per i menu molto scomodi da utilizzare. La terza sfera è rappresentata dalle missioni a bordo del galeone a vela, eccezionali per qualità realizzativa e divertenti nelle meccaniche, sebbene molto slegate dal contesto.

Superato lo scoglio del lungo prologo e introdotte a dovere le varie attività, il gameplay torna a scorrere a ritmi più serrati, lasciando al giocatore la scelta se seguire le missioni della trama principale, che lo porteranno persino a dare ordini sui campi di battaglia, oppure darsi alle moltissime attività secondarie. Tra queste, a quelle già citate si aggiungono i moltissimi collezionabili (le immancabili piume, le pagine di un manoscritto da rintracciare e la ricerca “gingilli” per un vecchio lupo di mare). In altre parole, i completisti avranno di fronte ore ed ore di gameplay esplorativo al solo fine di recuperare questa notevole mole di materiale.

Per quanto la Frontiera e la tenuta offrano moltissimo da fare, la maggior parte dell’azione legata alle missioni principali si svolge a Boston e a New York. Ormai abituati ad esplorare meraviglie rinascimentali come Venezia, Roma e Firenze, l’impatto con queste due acerbe città coloniali è inizialmente spiazzante, anche a causa del vasto riciclaggio di strutture architettoniche (vedasi i punti d’osservazione a Boston, quasi tutti identici). La stessa struttura delle città, molto meno verticalizzate, va ad impattare su una parte molto importante del gameplay, ossia il parkour. Mentre in passato salire su tetti particolarmente alti era uno dei modi migliori per sfuggire all’attenzione delle guardie, in questo terzo capitolo vi capiterà molto più spesso di tentare fughe a terra, anche a causa della grande quantità di vedette sui tetti. Il risultato non è purtroppo sempre positivo, sia a causa dei controlli, i quali non sempre riescono a interpretare efficacemente le intenzioni del giocatore (dato che il tasto della corsa corrisponde a quello del parkour adattivo, spesso vi troverete a scalare pareti senza volerlo), sia nel caso delle sequenze di inseguimento più “controllate”, solitamente proposte durante le missioni principali. Soprattutto queste ultime presentano una progettazione molto approssimativa, e finiscono per annoiare e frustrare, senza eccezioni.

Le cose cambiano nell’ambiente della Frontiera, molto più aperto e in grado di proporre qualche vera novità. Data la quasi totale assenza di barriere architettoniche, vi troverete a mettere in pratica il parkour su alberi e pareti rocciose, accompagnato da un set di animazioni completamente rivisto e visivamente convincente. A questo, si affianca una netta semplificazione delle meccaniche di scalata, che sono legate ormai solo ed esclusivamente alla direzione dello sguardo, che determinerà in maniera assoluta e sicura il successivo appiglio verso il quale Connor si dirigerà, senza soluzione di continuità tra una mossa e l’altra. Sebbene il livello di sfida sia nettamente meno elevato rispetto al passato e sia facile incorrere in mosse non desiderate, non si può dire che la fluidità risultante sia sgradevole.

Anche i combattimenti hanno ricevuto un fondamentale aggiornamento. Si basano ora quasi esclusivamente sulla contromossa, con la particolarità che essa può essere attivata di continuo, senza alcun tempismo necessario per portarla a termine correttamente. Una sorta di versione molto semplificata del combat system dei due Batman di Rocksteady, graziata da animazioni molto belle a vedersi ma priva di qualsivoglia sfida. Un altro problema scaturisce proprio dalle animazioni: per quanto curate, non possono essere interrotte, il che crea diversi problemi quando ci si trova a combattere contro più nemici, i quali tendono ad attaccare non appena ci si concentra su uno specifico bersaglio. Nel complesso, in questo contesto il lavoro degli sviluppatori sembra essersi leggermente perso per strada: invece di rendere i combattimenti più fluidi, si è finito per frammentarli eccessivamente, ed abbassare il livello di sfida, già lieve nei predecessori.

Curioso come, della vasta offerta di gameplay fin qui descritta, la parte meglio riuscita sia quella navale, ossia quella meno legata al cuore dell’esperienza nei panni di Connor, più esteso “minigioco” che colonna portante della produzione. Le missioni principali, dal canto loro, non sono tutte ben orchestrate, tese ad un fine comune e divertenti: vi saranno diversi momenti morti e azioni ripetute, senza contare un’enfasi sui combattimenti a viso aperto esasperata e poco coerente con il contesto.

Per chi conosce a grandi linee la Rivoluzione Americana, i riferimenti a personaggi e avvenimenti storici sono come sempre sono espliciti, e molto interessante è vedere come la storia di Connor vi si intrecci, dal Tea Party alla leggendaria battaglia di Bunker Hill. Le fila vengono tirate da un finale in netto anti-climax, chiaramente aperto e ben poco esplicativo. Se i precedenti capitoli avevano compensato l’assenza di spiegazioni chiare con dei colpi di scena quantomeno interessanti, non aspettatevi lo stesso da Assassin’s Creed III.

E veniamo all’ottimizzazione, purtroppo un punto nettamente a sfavore della produzione: mai in un gioco della saga abbiamo trovato così tante imperfezioni, da guardie completamente sorde e cieche, a NPC che si incastrano nello scenario durante la missione, a “cadute nel vuoto” per mancanza di coesione nella struttura poligonale delle mappe, stranezze nella simulazione della fisica, input lag… la lista continua. Anche in questo caso, si tratta evidentemente di uno sviluppo “affrettato” (e il virgolettato è d’obbligo, dato che si sta parlando di tre anni e centinaia di persone coinvolte), concentrato più sull’ammassare contenuti che sul rifinirli a dovere. Anche l’ottimizzazione del motore grafico sembra mancare: per quanto la visione d’insieme e la cura in certi particolari sia fuori discussione, a parte le battaglie di massa la componente grafica non presenta novità eccezionali, con l’unica eccezione rappresentata dalle animazioni del protagonista, molto più curate che in passato.

Il comparto multigiocatore si presenta in questo terzo capitolo rivisto e aggiornato, affiancato perdipiù da una sottotrama dedicata all’Abstergo, capace di motivare il giocatore nella progressione di livello del proprio alter ego Assassino. Rappresenta una distrazione interessante dalla campagna singolo giocatore e, nonostante il ritmo piuttosto posato, può considerarsi un buon valore aggiunto al gioco, sebbene difficilmente destinato a impegnarvi per più di qualche ora.

Assassin’s Creed III ripropone sé stesso e cerca in parte di reinventarsi e migliorarsi, non sempre riuscendovi. Il suo principale problema è voler fare troppo, e dimenticare così, nella maggior parte delle occasioni, la cura al particolare che aveva contraddistinto i predecessori, un problema sempre più diffuso in questa fine generazione. D’altra parte, rappresenta anche una produzione ammirabilmente ambiziosa, in grado di offrire molto ad una fascia ampissima di potenziale utenza. Non è il capolavoro tanto atteso, e non raggiunge i livelli qualitativi del secondo capitolo della serie, ma rimane una delle migliori esperienze videoludiche di quest’anno, acquisto praticamente obbligato per i fan della saga e consigliato a chiunque faccia del videogame una passione costante.


- Commento alla versione Wii U -

Con l'uscita di Wii U si è rinsaldata quella collaborazione fra Ubisoft e Nintendo che, ai tempi di Wii ci portò Red Steel, mentre stavolta ci propone ben due giochi, ZombiU ed Assassin's Creed III, la prima puntata della saga degli assassini ad arrivare su una console casalinga made in Kyoto.

L'avventura di Connor, al suo debutto in casa Nintendo, tuttavia, appare piuttosto conservatrice nell'approccio che gli sviluppatori hanno voluto tenere. Anziché inventarsi un uso innovativo o particolare per usare il GamePad, Ubisoft ha preferito andare sul classico, dando al secondo schermo un ruolo meramente ancillare. Il monitor del gamepad, infatti, per l'intera durata dell'avventura non farà altro che mostrarci la mappa, diventando ben presto un orpello abbastanza fine a se stesso. Dai produttori di ZombiU ci saremmo aspettati più coraggio anche se, va ammesso, sperimentare su un titolo importante come Assassin's Creed non è un'operazione semplicissima.

Considerando poi che moltissimi utenti Nintendo non hanno mai vissuto le avventure di Altair ed Ezio sarebbe stato gradevole avere un piccolo "riassunto delle puntate precedenti", magari sotto forma di filmato (un po' come accadeva nell'indimenticato Shenmue II ai tempi della sua uscita su Xbox). Ubisoft, però, ha deciso di non fare nemmeno questo, consigliamo dunque a tutti i novizi della saga di dare una letta almeno alle voci di Wikipedia dei due giochi precedenti, in modo tale da capire il contesto narrativo dell'intera epopea.

Nel complesso Assassin's Creed III su Wii U non stupisce, ma non delude neppure. Vedere una produzione "tripla A" su console Nintendo fa una certa impressione, tuttavia, passato lo spaesamento iniziale il gioco scorre via liscio esattamente come le sue controparti "classiche". Dal punto di vista tecnico, anche qui, non sono stati fatti miracoli ma, in generale, le texture sono più pulite e il gioco appare più scattante rispetto alle versioni Xbox 360 e Playstation 3.

Tipologia di Gioco:

Assassin's Creed III è un gioco di avventura e azione a esplorazione libera. Nei panni di un nativo americano mezzosangue coinvolto nella rivoluzione contro la madrepatria inglese, vi troverete a decidere i destini di molti importanti personaggi storici, cercando la libertà per i nativi e giustizia per i torti subiti. All'interno dello svolgimento trova nuovamente spazio anche il personaggio di Desmond, con le sequenze a lui dedicate più approfondite dal punto di vista del gameplay rispetto al passato. Le molte attività secondarie, tra cui splendide battaglie navali da controllare in prima persona, contribuiscono a una longevità notevole: si parte da una decina di ore per chi vorrà correre, sino ad almeno il doppio del valore per completare tutto.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo giocato Assassin's Creed III grazie a una copia Playstation 3 gentilmente fornitaci da Ubisoft Italia. Abbiamo completato la campagna principale e molte missioni secondarie, oltre a tutte quelle disponibili in ambito navale, impiegando 17 ore complessive per arrivare ai titoli di coda. Ci siamo poi dati al multigiocatore, provandolo per altre 4/5 ore.

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