Recensione - Anarchy Reigns - Anacronismo

Condividi

Quote:

Anarchy Reigns è un anacronismo, o meglio, è un gioco nato fuori dalla storia, un po’ come se Sony decidesse di produrre un videoregistratore con uscita HDMI

Recensito l'esperimento di Platinum Games...

Platinum Games, fin dalla sua fondazione nel 2006 ha sempre unito genio e follia. Nato dalle ceneri del Clover Studio di Capcom, il team capitanato da Shinji “Resident Evil” Mikami ha scelto la via della sperimentazione totale, ottenendo risultati se non sempre eccelsi, quantomeno molto interessanti. Anarchy Reigns, ultima fatica di Platinum, può essere capito solo se lo consideriamo come una tappa (l’ennesima) del percorso creativo di Mikami e soci. Nella loro opera di destrutturazione del gaming giapponese, i ragazzi di Platinum Games hanno deciso di provare a immaginare un brawler moderno, capace di unire l’estetica kitch dei classici action giapponesi alle potenzialità del gioco online.

Anarchy Reigns è un anacronismo, o meglio, è un gioco nato fuori dalla storia, un po’ come se Sony decidesse di produrre un videoregistratore con uscita HDMI. Tra cut scene logorroiche e lunghissime, personaggi improbabili e un gameplay facile da apprendere ma difficile da apprezzare, il gioco di Platinum Games è, da un lato, fin troppo attaccato a un’idea di gaming che - forse - poteva trovare degli estimatori nel 1994, dall’altro cerca inutilmente di integrare nella sua struttura meccaniche e idee figlie di un’epoca troppo diversa. Nella campagna per il giocatore singolo, infatti, Anarchy Reigns recupera di peso il feeling dei vari Final Fight e dei primissimi Contra, mischiando il tutto con un mondo tridimensionale open world. L’esperimento avrebbe pure potuto funzionare, peccato però che la mappa del gioco, oltre a non essere poi così vasta, sia pressoché vuota, non dando nessun incentivo (o premio) all’esplorazione; i nemici, inoltre, più che essere una sfida, finiscono troppo presto per essere poco più di un fastidio, mentre l’interazione ambientale è limitata a qualche barile da raccogliere e a un paio di cisterne/tubi/oggetti esplosivi.

A peggiorare le cose ci si mettere pure la decisione - in teoria interessante, ma in pratica poco azzeccata - di inserire una serie di eventi casuali che accadono mentre stiamo giocando: bombardamenti, autocisterne apparse dal nulla, nemici con armi più pesanti del solito e via di questo passo. Nelle intenzioni degli sviluppatori, questi inserimenti sarebbero dovuti servire a rendere il titolo più interessante e godibile, in realtà non fanno altro che rendere ancora più frustrante un’esperienza che non brilla certo per immediatezza o genialità di design.

Le cose vanno un po’ meglio quando si passa al comparto multiplayer: gli scontri all’ultimo sangue e una modalità ispirata al Dodgeball riescono ad offrire qualche ora di divertimento genuino, anche se, purtroppo, i combattimenti contro altri giocatori umani svelano tutti i limiti del combat system di Anarchy Reigns. Le mosse dei vari personaggi, seppur diverse nell’esecuzione, sono tutte abbastanza sovrapponibili e, inspiegabilmente, si concentrano in buona parte su prese e attacchi singoli, molto poco efficaci quando si ha a che fare con molti nemici contemporaneamente. Molte volte, infatti, finiremo per subire le combo avversarie senza poter fare nulla, oppure a mirare il nemico sbagliato rispetto a quello che avremmo voluto.

Nel complesso Anarchy Reigns è un esperimento che non convince, qualche sprazzo di divertimento si nasconde nelle pieghe di un titolo nel complesso molto superficiale e poco riuscito, figlio di un modo di intendere il gaming ormai decisamente superato.

Tipologia di Gioco:

Anarchy Reigns è un action dedicato principalmente al multiplayer in cui i giocatori possono scontrarsi in deathmatch all'ultimo sangue o sperimentare una serie di altre modalità alternative, fra cui una specie di sport di squadra simile a un rugby (ma decisamente più violento).

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato il gioco grazie a una copia promozionale gentilmente fornitaci dal distributore italiano del titolo. Per scrivere questo pezzo abbiamo completato la modalità single player del titolo e giocato alcune ore online.

Continua a leggere su BadTaste