Recensione - Aaru’s Awakening

Lumenox propone un platform particolare ma non totalmente riuscito: la nostra recensione di Aaru’s Awakening

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Quante volte è capitato di assistere ad un forte squilibrio tra comparto tecnico e gameplay? Titoli assolutamente incredibili da vedere ma tutt’altro che entusiasmanti da giocare: una situazione che si presenta un po’ troppo spesso di questi ultimi tempi e che non fa di certo bene all’industria videoludica. Una piaga, quella della fissa per la grafica, che sembra non risparmi nessuno, né grandi aziende e né sviluppatori indipendenti. Aaru’s Awakening, da poco reso disponibile anche su piattaforme Sony, ne è la prova lampante: un gioco visivamente sbalorditivo ma che fatica ad offrire al giocatore delle meccaniche appaganti e piacevoli da sostenere.

Protagonista dell’avventura è Aaru, una creatura mezzo orso e mezzo uccello, che sarà chiamata ad esplorare i regni del Giorno, della Notte, dell’Alba e del Crepuscolo per sconfiggerne i rispettivi dei. Un pretesto come un altro per spingere il giocatore a progredire di livello in livello, attraverso una struttura da platform 2D abbastanza classica e collaudata, che però non presenta in sé nessun elemento distintivo in grado di far risaltare il titolo rispetto a tanti altri prodotti simili già presenti sul mercato. Salti impossibili, piattaforme mobili e stretti passaggi sono solo alcune delle sfide che sono state allestite dal team di sviluppo, Lumenox, il quale ha ben pensato di aumentare la varietà delle situazioni disponibili infarcendo le meccaniche platforming con alcune mosse chiave del protagonista, come lo scatto aereo o il teletrasporto in una precisa posizione. Per fare un parallelo, ci troviamo dinanzi ad un gioco che funziona in maniera molto simile a Teslagrad, recensito su queste stesse pagine qualche tempo fa, con la differenza che in questo caso, prevedibilmente, il tutto ha un’aria per niente nuova.

[caption id="attachment_141713" align="aligncenter" width="600"]Aaru's Awakening screenshot Aaru's Awakening - screenshot[/caption]

Il problema principale di Aaru's Awakening però non sta nella proposta di gameplay vera e propria, in fin dei conti è tutto sommato accettabile, quanto piuttosto in come funziona l’intero gioco. Lo schema di controllo è infatti il vero tallone d’Achille della produzione: quanto messo in piedi da Lumenox è assolutamente poco pratico e fluido da utilizzare e padroneggiare, al punto che buona parte delle morti collezionate lungo tutta l’avventura saranno causate proprio dalla scarsa risposta dei controlli. Un difetto questo che non può assolutamente passare inosservato, soprattutto considerando l’agguerritissima concorrenza che Aaru’s Awakening ha, data la sua natura di puzzle-platform.

"quanto messo in piedi da Lumenox è assolutamente poco pratico e fluido da utilizzare e padroneggiare"

Visivamente siamo dinanzi ad uno dei più bei titoli indie disponibili. Ogni livello, mondo, scena di gioco sembra essere stata partorita dalla paziente mano di un artista, al punto tale che il tutto somiglia più ad un quadro in movimento che ad un videogioco vero e proprio. Una grande attenzione per dettagli, animazioni e direzione artistica sono i punti focali di questo Aaru’s Awakening, tanto da rappresentare in assoluto i suoi principali pregi. Anche il comparto sonoro riesce fortunatamente a convincere l’utente, grazie a brani evocativi e magistralmente orchestrati che ben si adattano alle atmosfere selvagge e misteriose del titolo.

[caption id="attachment_141714" align="aligncenter" width="600"]Aaru's Awakening screenshot Aaru's Awakening - screenshot[/caption]

Aaru’s Awakening non è assolutamente un prodotto totalmente da scartare ed anzi, per qualcuno potrebbe rappresentare un buon passatempo in grado di tenervi impegnati per un discreto quantitativo di ore. I problemi legati allo schema di controllo e le meccaniche non propriamente originali pesano però un po’ troppo sull’economia globale del prodotto, facendolo così passare in sordina rispetto a concorrenti ben più accattivanti come Super Meat Boy, Teslagrad o Braid.

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