Reacher 2: la recensione dei primi 3 episodi

Reacher 2 funziona quanto, se non di più, della 1^ stagione ed obbliga il personaggio a rinunciare alla solitudine

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Basata sull'undicesimo romanzo di Lee Child, Vendetta a freddo, Reacher 2 debutta oggi su Prime Video con i primi 3 episodi, di cui i 5 restanti verranno poi rilasciati a cadenza settimanale, e la serie, con protagonista l'ex investigatore della polizia militare Jack  Reacher (Alan Ritchson), si conferma il successo che è stato con la 1^ stagione, divenuta la prima serie Prime Video a raggiungere la vetta della classifica Nielsen SVOD.

Come con Jack Ryan, The Boys e Gen V ed i tentativi meno riusciti di Carnival Row e Citadel, Prime Video sembra confermare di essere la casa ideale per le serie d'azione di cui Reacher si sta dimostrando il più fulgido esempio, nonché un tentativo migliore e più credibile di trasposizione letteraria rispetto alla saga proposta sul grande schermo con protagonista Tom Cruise.

Di cosa parla Reacher 2

La grande differenza tra la 1^ e la 2^ stagione di Reacher, nonché l'aspetto più godibile di questo nuovo appuntamento con la serie è che, questa volta, la ricerca della verità del protagonista non sarà solitaria, ma lo costringerà al lavoro di squadra, prima venendo convocato con tanto di messaggio in codice rilasciato via Bancomat da Frances Neagley (Maria Sten), ex membro dell'Unità Speciale di Investigazione del 110° della Polizia Militare che comandava quando era nell'esercito, e poi proseguendo le indagini assieme agli altri membri della compagnia, composta da Karla Dixon (Serinda Swan), contabile forense per la quale Reacher ha da tempo un debole e David O'Donnell (Shaun Sipos), padre di famiglia.
Il mistero da risolvere: chi e perché stia cercando di liberarsi, uno alla volta, dei membri della squadra che lo Reacher guidava.

Reacher 2, tra flashback ed un presente pieno d'azione

Mantenere alta la qualità di un prodotto che ha avuto tanto successo quanto Reacher non è un'impresa scontata, ma già la scelta di far affiancare non solo gli ex commilitoni del protagonista a questa avventura, ma quindi persone che lo conoscono profondamente e da tempo, risulta particolarmente azzeccata, perché obbliga Alan Ritchson a mostrare un lato del suo personaggio più vulnerabile, pur rimanendo inossidabile nei suoi principi tanto quanto era apparso nella 1^ stagione. Essere costretto a confrontarsi con persone che ammira e rispetta forza un personaggio il cui unico possesso è uno spazzolino da denti a mettersi maggiormente in discussione ed essere in un certo senso, se non precisamente vulnerabile, quantomeno più umano.

Il ritmo di del secondo capitolo di Reacher, poi, resta incalzante e serrato e gli spettatori riconosceranno anche in questa 2^ stagione la medesima inclinazione all'umorismo che aveva la 1^ e che permette di fare da perfetto contraltare ai ritmi della narrazione che si svolge questa volta (e a differenza di quanto accade nel romanzo) tra New York, Atlantic City e Catskills, fornendo un piacevole diversivo rispetto alla piccola cittadina in cui era ambientato Reacher 1.
Domenick Lombardozzi, nel ruolo di Shane Langston, è poi il perfetto super-cattivo con uno spessore che va al di là della macchiettistica rappresentazione degli antagonisti delle serie d'azione.

Come nel caso della 1^ stagione, Reacher 2 resta una serie che non può propriamente essere definita sorprendente, con espedienti narrativi a volte persino troppo scontati: se c'è tensione sessuale tra due personaggi ed il protagonista viene ferito al petto in una rissa, è evidente che il motivo per cui accade è permettergli di rimanere senza maglietta poche scene dopo per alimentare quella stessa tensione, ma nonostante la prevedibilità di alcune scelte, la storia funziona comunque, perché Jack  Reacher è, per sua stessa natura, una certezza.

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