Ray Gigant, la recensione

Un po’ di Pacific Rim nell’ennesimo dungeon crawler per PS Vita: la recensione di Ray Gigant

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Orde di Giganti, sinistre e feroci creature aliene, hanno invaso la Terra, distruggendo la quasi totalità delle metropoli sparse per il globo. Tokyo, irrimediabilmente sfigurata e casa di milioni di sfollati e sopravvissuti, rappresenta l’ultimo baluardo, bastione e roccaforte di un’umanità che si stringe attorno ad un manipolo di campioni che, grazie ad un misterioso potere chiamato Yorigami, si oppongono con tenacia e coraggio alla forza e alla stazza dei belligeranti invasori.

I giovani che hanno mostrato di possedere abilità simili non tradiscono segni particolari, ad esclusione di Ichiya Amakaze, uno dei protagonisti dell’avventura, e pochi altri. I prescelti sono infatti in possesso di uno strano cimelio che, oltre ad infondere coraggio e ottimismo agli alleati, permette loro di spiccare nel combattimento grazie alla possibilità di tramutarsi, nei momenti più disperati, in gigantesche bestie feroci. Per porre fine alla guerra, tuttavia, non basterà vincere ogni singolo scontro. L’obiettivo finale è il portale che permette agli alieni di raggiungere il nostro mondo, punto di respawn senza il quale il conflitto potrebbe terminare con un epilogo favorevole.

[caption id="attachment_155653" align="aligncenter" width="508"]Ray Gigant screenshot 1 Dal punto di vista artistico, Ray Gigant è una delizia per gli occhi. Se gli ambienti tridimensionali lasciano a desiderare, gli artwork di personaggi, mostri e ambientazioni, quanto a ricchezza di dettagli, sono assolutamente spettacolari.[/caption]

Basterebbe sostituire l’Yorigami con i possenti Jaeger e il plot parrebbe ricalcare, quasi immutato, quello del bellissimo Pacific Rim, lungometraggio sci-fi del 2013 diretto da Giullermo Del Toro.  Purtroppo, la cronica mancanza di originalità, non è l’unico difetto che mortifica l’intreccio narrativo che fa da sfondo a Ray Gigant. La tradizione nipponica, per carità, ormai la conosciamo abbastanza bene, ma fatichiamo sempre più a digerire certe lungaggini e la persistente ridondanza delle sceneggiature che, soprattutto nell’ambito di JRPG e dungeon crawler, non fanno altro che inondare l’utente con patetici dialoghi che spesso non sviluppano per nulla la trama. Il rammarico, in questo caso, è tanto più acuto, quanto il plot, in fin dei conti, dividendosi in tre atti, ognuno con il suo protagonista specifico, mette in scena personaggi tutto sommato interessanti, non lesinando qualche twist narrativo degno di nota. La tentazione di saltare dialoghi e scene d’intermezzo sarà dunque tantissima, soprattutto considerando che il gameplay propone un’inedita semplificazione delle meccaniche che, oltre ad innalzare il ritmo dell’azione, fa di Ray Gigant il dungeon crawler ideale per iniziarsi al genere.

Raggiunta la location nella quale è richiesto l’intervento dei giovani temerari, come da tradizione scoprirete che l’esplorazione dell’area avviene attraverso una telecamera in prima persona, di casella in casella. Il design degli scenari è insolitamente poco intricato e sono del tutto assenti le solite trappole che rubano preziosi punti vita. La mappa, consultabile sia sulla parte superiore dello schermo, sia utilizzando l’apposito menù, pur nascondendo sentieri e vie d’accesso, mostra immediatamente casse del tesoro, punti salvataggio e l’ubicazione del boss finale da sconfiggere. Gli scontri casuali, inoltre, sono stati eliminati, sostituiti da specifiche icone che non solo ci segnalano la presenza di nemici, ma indicano persino il livello di difficoltà della battaglia.

[caption id="attachment_155655" align="aligncenter" width="508"]Ray Gigant screenshot 2 Tra un interminabile dialogo e l’altro, avrete modo, di tanto in tanto, di scegliere tra risposte multiple. Qualunque sia la voce selezionata, tuttavia, le modifiche che apporteranno alla trama sono assolutamente marginali.[/caption]

Lo snellimento del gameplay classico dei dungeon crawler continua e si consolida anche nel combat system e nella gestione del party. Le battaglie sono dominate dai punti azione che si consumano ogni volta che deciderete di attaccare o di chiudervi in difesa. Per recuperarli, basta selezionare il comando specifico, consapevoli che per quel turno sarete alla totale mercé dei mostri che affronterete. Tra personaggi più efficaci contro specifiche tipologie di avversari e i soliti equilibri elementali a impepare il tutto, vi accorgerete piuttosto in fretta di come avrete facilmente la meglio in quasi tutti gli scontri. Sebbene il game over non è una possibilità così remota, ad aiutare i neofiti ci pensa inoltre il sistema che regola il recupero di tutti i punti vita, dei combattenti sopravvissuti s’intende, al termine di ogni contenzioso.

"Nel panorama granitico e cristallizzato dei dungeon crawler, Ray Gigant rappresenta un’interessante (e tenue) variazione sul tema"

Avendo la meglio sul campo di battaglia e aprendo le casse del tesoro, verrete premiati con gemme di varia natura. Sarà questa l’unica valuta che vi permetterà di potenziare le statistiche dei personaggi, attraverso gli esclusivi skill tree. Questi non solo consentono agli eroi di apprendere abilità e potenziare attacco, difesa e così via: gli consentono di ottenere nuovo equipaggiamento. In Ray Gigant, infatti, non ci sono negozi, né reperirete armi all’interno dei dungeon. Per incrementare la forza di spade, archi, scudi e lance, dovrete investire gemme nello specifico ramo dello skill tree.

[caption id="attachment_155654" align="aligncenter" width="508"]Ray Gigant screenshot 3 Quando i personaggi principali si tramutano a loro volta in mostri giganti, dovrete premere con tempismo una serie di comandi, affinché gli attacchi causino il massimo dei danni.[/caption]

Nel panorama granitico e cristallizzato dei dungeon crawler, Ray Gigant rappresenta un’interessante (e tenue) variazione sul tema. Pur palesando diversi limiti e difetti, pur arroccandosi anch’esso attorno a numerose convenzioni, si distingue dai concorrenti per la chiara ed esplicita semplificazione di tutte le meccaniche ludiche. La semplice gestione del party, così come un livello di difficoltà chiaramente settato verso il basso, non incontrerà certo i favori degli appassionati del genere, ma lo rendono ideale per chi è alle prime armi, o cerca un’esperienza più rilassata del solito.

Tutt’altro che perfetto e parzialmente rovinato da una narrazione ridondante oltre ogni immaginario, Ray Gigant è comunque un prodotto interessante e divertente. Bisogna solo scendere a patti con i dialoghi troppo prolissi e con un gameplay volutamente leggero e facilmente assimilabile.

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