Ratboy, la recensione

Abbiamo recensito per voi Ratboy, albo realizzato da Leo Ortolani in collaborazione con Giorgia Cosplay

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Ratboy

Mai ci saremmo aspettati, un giorno, di affermare quanto segue: avremmo preferito meno tavole a fumetti di Leo Ortolani. Il motivo di questa affermazione, che non si legge spesso nelle recensioni delle opere realizzate dall'autore di Rat-Man, non è da imputare a un crollo qualitativo della sua produzione, ma al formato di questo albo e - in parte - alle aspettative che avevamo maturato a riguardo.

Da anni, infatti, Ortolani aveva rivelato la sua volontà di fare una parodia di Playboy, dopo il successo de Il Rat-Man Enigmistico, che emulava il celebre settimanale La Settimana Enigmistica soprattutto nei giochi e nelle rubriche, accompagnandoli con alcuni brevi racconti a fumetti. Purtroppo questo non avviene in Ratboy, brossurato di novantasei pagine che ha come contenuto principale una storia di ottanta tavole, accompagnata da un paio di interviste: una struttura non troppo dissimile da molti altri speciali di Rat-Man.

Non diciamo questo mossi dal desiderio maschile di vedere più forme di Giorgia Cosplay, incarnazione umana della protagonista del fumetto e al contempo sua musa ispiratrice; quello che ci dispiace è non aver visto l'ironia e la sperimentazione tipiche di Rat-Man applicata anche ai contenuti editoriali, com'era stato fatto - seppur in minima parte - anche nella confezione di Ratolik.

Siamo invece al cospetto di un albo "standard", che non osa solo nella cornice. I contenuti speciali si limitano a un servizio fotografico della celebre cosplayer che accompagna le interviste e un doppio poster pronto che si può appendere alla parete; i bollenti spiriti possono però concentrarsi sulla copertina, lo scatto più audace dell'albo, che giustamente adempie al suo scopo di attirare lettori.

Ratboy

Passando al fumetto Sotto il costume, niente!, ci dispiace constatare che sia una delle storie meno riuscite dell'autore degli ultimi anni, soprattutto considerando la lunghezza dalla quale ci si poteva aspettare qualcosa di più ambizioso, e non solo una versione più stiracchiata di episodi leggeri come Sapore di sale.

Ortolani ironizza sul settore delle fiere del Fumetto, sottolineando come questi siano ormai in secondo piano rispetto ad altre attrattive, in primis i cosplayer, veri protagonisti della storia.

Rat-Man incontra una ragazza che gli spiega la filosofia del cosplay, fino ad arrivare a uno scontro con una collega "oscura", personificazione degli aspetti negativi di quest'attività. Peccato che molte caratteristiche della "cattiva" di turno siano presenti anche in Giò, "il lato chiaro del cosplay", perciò la suddivisione appare abbastanza pretestuosa e guidata dalla narrazione.

Va detto che si ride, e tanto. Ormai Ortolani ci ha abituati a questo, e sembra qualcosa di scontato, ma vi ritroverete a sghignazzare ad alta voce per numerose gag fulminanti, e probabilmente a utilizzare alcuni tormentoni nelle prossime fiere del Fumetto.

Si tratta di un albo rivolto soprattutto ai frequentatori di queste manifestazioni. Di certo non è la sua opera più "universale", da consigliare a chiunque, ma è comunque un ottimo esempio dell'Ortolani leggero, che ultimamente era rimasto in disparte per fare spazio a epiche conclusioni supereroistiche e imprese spaziali.

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