Rat-Man 121: L'ira di Valker!, la recensione
Siamo giunti al penultimo numero di Rat-Man, e L'ira di Valker! propone le battute finali dello scontro con l'Ombra
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
La saga di Leo Ortolani è ormai alle battute finali e, a due mesi dal suo epilogo, prendiamo in mano il centoventunesimo albo del bimestrale con un inevitabile carico di aspettative, montato leggendo i precedenti capitoli di questa decalogia conclusiva.
Pur mantenendo una narrazione corale, L'ira di Valker! può essere suddivisa in due parti, focalizzate su diversi personaggi e ambientazioni, oltre che su livelli di concretezza quasi opposti. La prima metà della storia si concentra prevalentemente su Valker e Arcibaldo, definiti in copertina "la più improbabile coppia d'azione di tutti i tempi", impegnati in un viaggio all'interno dell'abisso, uno scenario astratto popolato da creature oscure; una sequenza dai tratti onirici, con scene metaforiche che si prendono il rischio di rallentare il ritmo di una saga già dotata di abbastanza passaggi decompressi.
Giunti all'ultima tavola dell'episodio, si prova una sensazione di soddisfazione per aver letto qualcosa di compiuto, se non fosse per un unico elemento: Rat-Man. In questo numero, infatti, il protagonista della serie ha avuto un ruolo passivo, da spettatore, mentre tutti i suoi compagni sono scesi in campo per combattere: è evidente che nel prossimo numero sarà lui a giocare un ruolo centrale, dopo essere rimasto in disparte in una fase tanto cruciale della sua saga; o almeno, questo è ciò che è legittimo aspettarsi, ma siamo consapevoli che Ortolani ci sorprenderà come ha sempre fatto, nell'arco di questi 122 albi.
Leggere in calce all'ultima tavola "Sul prossimo numero, la conclusione della serie!" non può che smuovere qualcosa nel cuore di chi segue il supereroe in calzamaglia gialla da più di vent'anni. Il momento è giunto, siamo pronti a flettere i muscoli per un'ultima volta.