Rat-Man 118: L'ombra di Tòpin, la recensione

Siamo al giro di boa della decalogia conclusiva di Rat-Man: la nuova storia si intitola L'ombra di Tòpin!

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Siamo ormai giunti al giro di boa della decalogia che ci sta accompagnando verso la conclusione delle avventure di Rat-Man, e finalmente inizia a dipanarsi l'intreccio narrativo in grado di suscitare più di una perplessità nella prima metà di questa saga.

I dubbi di continuity e lo spauracchio della ret-con avevano fatto traballare le certezze di diversi lettori, ma da questo albo si comprende in modo più chiaro ciò che Leo Ortolani ha progettato per ricongiungere - e allo stesso tempo mostrare sotto una nuova luce - elementi fondamentali di tutta la serie; anche se restano ancora dei dubbi da chiarire nei prossimi numeri.

La narrazione procede parallelamente sui due piani temporali rivelando eventi del passato e piani che hanno inconsapevolmente influenzato l'intera esistenza di Rat-Man. Nel frattempo il supereroe con la maschera da topo, ignaro di tutto, continua a vivere la sua storia d'amore con Aima; come avvenuto nel numero scorso - per "la prima volta" di Deboroh - anche in questo episodio la loro relazione viene raccontata in modo leggero ma emozionante, riuscendo a mescolare poesia e comicità demenziale in un difficile equilibrio, raggiunto alla perfezione in una vignetta dal sapore di pop-corn.

Nel presente tornano personaggi e tematiche nati e sviluppati nel corso degli anni, ripresi in mano dall'autore e intessuti tra loro per dare forma all'epilogo generale. L'Ombra è sempre la minaccia principale da affrontare, ma ritroviamo anche la fede religiosa e l'importanza dei fumetti come motore per alimentare la tenacia del protagonista.

L'amore per Aima e per Thea assumono poi un ruolo fondamentale all'interno della trama, e, come avviene in molti racconti, abbiamo l'impressione di scorgere i piani per il futuro di ogni personaggio, ma siamo sicuri che il gran finale ci riserverà più di una sorpresa.

Nelle pagine della posta viene pubblicata la lettera di un appassionato che approfondisce la continuity del fumetto e in particolare il ruolo del suo autore all'interno dello stesso; l'impressione è che Ortolani voglia soffermarsi a chiarire alcuni aspetti della sua opera a una parte del pubblico che non li ha colti, senza però farlo esplicitamente in prima persona. Un fumettista parla attraverso le sue storie e non deve spiegarle in altri luoghi, ma probabilmente è sorto il dubbio che alcuni passaggi non fossero stati compresi del tutto da una buona fetta dei suoi lettori. E visto lo spazio dedicato, soprattutto così a ridosso dalla parola "Fine", chissà che proprio questo aspetto della serie non rivesta un'importanza cruciale nei prossimi numeri...

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